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PROCESSO PENALE GIGLIO-LIOCE, DOMANI L’UDIENZA

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di Gianni Nicastro


Domani mattina, alle ore 9:00, si terrà presso il Tribunale di Rutigliano l'udienza del processo penale a carico del sig. Pietro Giglio e dell’arch. Nicola Lioce, rispettivamente committente e tecnico-progettista del punto di ristoro più impianto sportivo privato di via Paisiello.

Ricordiamo che il 2 marzo del 2010 il giudice Sergio Di Paola mise sotto sequestro quell’immobile in costruzione su richiesta del PM Roberto Rossi sposandone appieno l’impianto accusatorio (lottizzazione abusiva, violazione delle norme tecniche del PRG e del DPR 380/2001). Il punto di ristoro da allora è ancora sotto sequestro e nel frattempo i due imputati sono stati rinviati a giudizio.

Quella di domani è la quarta udienza di un processo che è cominciato il 13 dicembre del 2010, rinviato -per difetto di notifica agli avvocati- al 13 marzo del 2011. Qui l’avvocato di Giglio chiese un altro rinvio perchè in quel momento era in itinere un ricorso al TAR contro il silenzio-diniego del comune a una richiesta di permesso di costruire in sanatoria fatta dallo stesso Giglio. Anche per altri motivi, questa udienza è stata rinviata al 5 ottobre del 2011. Nell’udienza di ottobre è sorto un altro problema: il legittimo impedimento di uno degli avvocati di Pietro Giglio impegnato contemporaneamente in un altro processo a Bari. Da qui il rinvio ulteriore all’udienza che si tiene domani mattina. Non sappiamo cosa succederà domani, sappiamo però che il PM Rossi nel suo atto di citazione a giudizio del 28 giugno del 2010 ha ritenuto soggetto offeso del reato il comune di Rutigliano nella persona del suo rappresentante pro tempore.
Su questo abbiamo ieri intervistato il primo cittadino.

Sindaco, dopodomani c’è l’ennesima udienza del processo Giglio/Lioce sul presunto abuso edilizio di via Paisiello. Le chiediamo se il comune di Rutigliano il 12 aprile si costituirà parte civile.
«Al momento non si è costituito parte civile. Da una consultazione fatta con l’ufficio legale e gli avvocati riteniamo che non si debba costituire parte civile. Le dico le ragioni alla luce di quanto emerge dalla lettura della sentenza del TAR Puglia, la n. 679/2012, per cui si ritiene non sussistano sufficienti elementi idonei a giustificare l’interesse pubblico tutelato dalla legge a costituirsi parte civile. Infatti la sentenza in questione non ha fatto altro che confermare la piena legittimità di tutti gli atti posti in essere dal comune».

Questa sentenza riguarda la vicenda in questione?
«E’ una sentenza del TAR che tratta la vicenda in questione e che, tra l’altro, entra piuttosto nel merito e dà delle giustificazioni all’operato del comune legittimando tutti gli atti e dicendo che non ha fatto altro che operare nel pieno rispetto degli strumenti urbanistici. Alla luce di questa nuova sentenza che è esattamente di 5 giorni fa, si ritiene, allo stato, al momento, non sussistano elementi sufficienti a giustificare la costituzione di parte civile e, quindi, a tutelare l’interesse pubblico».

E, infatti, il ricorso di cui parlava il difensore di Giglio nell’udienza di marzo 2011 è venuto al pettine il 5 aprile scorso con una sentenza che lo ha rigettato nel merito.
Siamo di fronte a una situazione paradossale. Giglio perde il ricorso contro il silenzio/diniego alla richiesta di sanatoria della sua costruzione, lo vince il comune con una sentenza nella quale il TAR dice che la struttura (oggetto del processo penale) è legittima “sulla base delle precisazioni fornite dal Comune di Rutigliano nelle memorie depositate…”. In sintesi, il comune vince il ricorso al TAR perché ha dimostrato che la costruzione di Giglio ha le carte in regola. Giglio, dunque, perde con una sentenza che potrebbe tornargli utile. Un paradosso, appunto.

Su questo ricorso e su come è andato a finire rimandiamo i lettori a un ulteriore approfondimento che faremo dopo l’udienza di domani, udienza nella quale è probabile che i difensori di Giglio portino a conoscenza del giudice, come elemento a favore, proprio la sentenza di cui ha palato il sindaco.

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