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Incontro su Alfredo Violante a 80 anni dalla liberazione dal nazifascismo

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di Tino Sorino

“Meridionali e la Resistenza. La memoria di Alfredo Violante nell’ottantesimo della morte”, è il titolo dell’evento tenuto qualche giorno fa nella Sala Consiliare del Comune di Rutigliano e organizzato dal Circolo di Rutigliano del Partito Democratico insieme con l’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Conversano.

Un incontro emozionante, a 80 anni dalla liberazione dal nazifascismo e dalle tantissime atrocità compiute in quegli anni per ricordare la Resistenza nel nostro territorio e il sacrificio di un illustre rutiglianese antifascista, Alfredo Violante.

Dopo i saluti del Sindaco di Rutigliano Giuseppe Valenzano e l’intervento del segretario del circolo del Partito Democratico Antonio Romanazzi, moderatore della serata, hanno preso la parola Raffaele Pellegrino e Vito Antonio Leuzzi, rispettivamente vicepresidente e presidente dell’I.P.S.A.I.C. (Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea).

Il primo ha raccontato alcune vicende della storia della Resistenza, con particolare riferimento ad alcune figure di pugliesi che hanno partecipato alla Resistenza nel Nord Italia (in quanto lì trasferiti per ragioni di lavoro e, poi, una volta ritornati al Sud non hanno avuto più vita facile).
 
Il secondo, noto studioso e storico dell’antifascismo in Puglia, ha parlato del ruolo di Alfredo Violante nella Resistenza.  A partire dal 1920,  Violante, secondo il prof.  Leuzzi, è stato uno dei grandi protagonisti nazionalidella lotta al Fascismo.
Lo stesso Leuzzi, ha ricordato, poi, l’uccisione del deputato conversanese Giuseppe Di Vagno: in un opuscolo Alfredo Violante, denunciò l’omicidio di Di Vagno, il primo parlamentare italiano vittima del Fascalfredo-violante-incontro-rut 3ismo, ucciso a Mola di Bari il 26 settembre del 1921.

Trasferendosi a Milano, Violante non dimenticò mai la sua Puglia. Infatti, nel capoluogo lombardo, fondò nel 1930 la rivista “Terra di Puglia”, in collaborazione con l’Associazione Pugliesi di Milano, in nome del riscatto morale, civile ed economico della sua terra natia.

Altro intervento molto atteso è stato quello del presidente dell’A.N.P.I. di Conversano, Enzo Locaputo, che ha focalizzato l’attenzione sull’attualità dei valori della Resistenza, che “i giovani di oggi”, ha rimarcato, “devono conoscere, in contrasto con l’incalzante disvalore eclima di violenza della società di oggi.

Locaputo, ha, poi, informato i presenti che 19 rutiglianesi hanno partecipato alla Resistenza, come risulta dall’elenco dell’ANPI.
Dal pubblico è intervenuto Giuseppe Marchetti, parente del Violante, che a nome della famiglia, ha ringraziato gli organizzatori dell’iniziativa e portato i saluti di Paolo Violante, figlio di Alfredo, che vive a Milano.

Marchetti ha, poi, ricordato che, dopo l’8 settembre 1943, Violante fondò con altri amici milanesi il Partito Progressita e che, durante l’attività di propaganda antifascista, pronunciò questa frase “Bisogna che qualcuno si muova, anche se si rischia la vita. Se siamo fermi non si esce dal fango in cui siamo caduti”.  

L’insegnamento che ci lascia Alfredo Violante è quello di lottare caparbiamente per la giustizia e per la libertà di pensiero.

Interessante, al termine dell’incontro, la proposta del prof. Leuzzi di costituire a Rutigliano una Fondazione a nome di Violante, dove poter raccogliere i documenti e le tante testimonianze dei martiri della libertà.   

Ma chi è stato Alfredo Violante?
Giornalista, avvocato e letterato, nato il 25 ottobre 1888 da Michele ed Elisabetta Colamussi a Rutigliano (dove frequentò le scuole elementari mentre le ginnasiali le fece a Bari e a Monopoli in collegio e gli studi giuridici li completò nell’Università di Macerata), Violante fu assassinato in una camera a gas del lager nazista austriaco di Mauthausen.

Diversi gli studi e le pubblicazioni sulla sua figura e sul suo pensiero di antifascista e meridionalista, seguace delle idee di Tommaso Fiore e di Gaetano Salvemini.
Ancora sedicenne, nel 1904, pubblicò un numero unico dedicato a Giordano Bruno bruciato vivo dalla Chiesa.
Diresse il bisettimanale “Gazzettino delle Puglie”, fu corrispondente e redattore del “Giorno” di Napoli che cambiò il suo nome originario da “Corriere delle Puglie” in “La Gazzetta di Puglia” e in “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Fu anche direttore di diversi settimanali e periodici tra cui “Uomini e cose” “Il Giornale del Sud”.
Coraggioso e decorato sottotenente di artiglieria, vittima a Bari della violenza fascista che gli distrusse la macchina per stampare il suo giornale “Il Nuovo Corriere”, Violante si trasferì con la famiglia a Milano, in seguito all’emanazione delle leggi restrittive sulla libertà di stampa.
Qui fece parte della Resistenza e venne arrestato il 1° dicembre 1943, mentre bruciava documenti in suo possesso.

Da San Vittore a Fossoli e infine a Mauthausen, dove con l’amico Aldo Pantozzi progettò, dopo la sua liberazione, il giornale “Il Triangolo Rosso”.
Ma venne ucciso il 24 aprile 1945, 12 giorni prima dell’arrivo degli americani nel campo il 5 maggio.
Il 26 gennaio 2022, a 77 anni dalla sua morte, in occasione della “Giornata della Memoria”, una “Pietra d’inciampo” intitolata all’illustre giornalista rutiglianese venne posata a Milano davanti alla sua abitazione.

Queste le parole incise:
“Qui abitava Alfredo Violante, nato nel 1888, arrestato il 1° dicembre 1943, deportato a Mauthausen, assassinato il 24 aprile 1945”.  


Qui il servizio di Rutiglianoonline sull'apposizione della Pietra d'Inciampo davanti alla casa di Alfredo Violante a Milano

 

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Foto
In slide introduttiva: Alfredo Violante fu arrestato a Milano dall'OVRA (polizia fascista) il 1° dicembre 1943; questo disegno è del 29 febbraio 1944.
Nel testo, caricatura del 18.marzo 1924 su Violante antifascista, realizzata da  “Esperius” (pseudonimo del caricaturista barese Giuseppe Russi),  nel periodo delle discusse elezioni politiche del 1924, che  portarono al delitto Matteotti. Qui Violante viene ritratto mentre conduce una barca e viene travolto da una "ondata fascista con il volto di Mussolini".
Violante a San Vittore si occupò della biblioteca del carcere: il disegno riporta la data di Pasqua del 1944 (9 aprile); pochi giorni dopo il 27 aprile 1944 fu destinato al campo di transito di Fossoli (in provincia di Verona) per poi giungere a Mauthausen il 10 luglio del 1944.

 

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