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Festa della
Liberazione


Proiezione del cortometraggio

"Notte di Marzo" sui fatti
di via Rasella a Roma nel 1944
e della videointervista ad una
partigiana di Rutigliano arrestata
nel 1944 dai nazifascisti insieme
a suo fratello

Museo Civico Archeologico
Rutigliano
25 Aprile 2024 ore 19:30

 

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UN LAUREATO IMBECILLE? UN IMBECILLE

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di Andrea Costanza


C’è un luogo comune davvero divertente che riguarda il mondo universitario. Recita cosi: “Frequenti l’università? Bravo, allora vuol dire che non sei un mediocre, bensì un colto, un individuo degno di rispetto”. Secondo molti, per annoverarsi nella schiera delle personalità degne di rispetto è sufficiente superare quantomeno tre ostacoli di natura, diciamo così, “burocratica”. Punto primo. Consegnare il modulo d’iscrizione alla rispettiva segreteria (uno sforzo enorme, considerata la coda chilometrica). Punto secondo. (Non) pagare le rispettive tasse. Punto terzo. Recitare come macchinette la pappardella dinanzi al prof, durante l’esame preposto (per poi scordare tutto, come per magia, il giorno dopo). Una volta superati questi ostacoli insormontabili, possiamo ritenerci delle persone dotte, e pure degne di considerazione.

Appiccicarci addosso l’appellativo di “universitario” può essere in effetti rassicurante, specie per chi vuol meglio offuscare la propria mediocrità, e dunque mettersi al riparo da reputazioni poco gradevoli. A molti di noi, l’ottenimento della laurea interessa soprattutto per fregiarsi delle futili abbreviazioni tipo "dott.", "dr", "dott.sa", e di converso per pavoneggiarsi magari col vicino di casa o con l’amico iellato. Andiamo pazzi per questo tipo di abbreviazioni. Lo sappiamo. Certo, la laurea può permetterci di parcheggiare il rispettivo deretano in qualche postificio pubblico (raccomandazione permettendo…). Tipo caserma, via.

Persino negli ambienti universitari le menti estrose sono una minoranza silenziosa e derisa, in via d’estinzione. “Come ti permetti? Io sarei un mediocre? Stai attento sai, perché sono in procinto di laurearmi!”. La verità è una sola: la creatività, lo spirito critico, la curiosità intellettuale non sono attitudini che si possono insegnare in un’auletta. Un individuo può meritarsi le abilità sopraccitate solo perché laureato? Certo che no. La laurea non possiede la facoltà prodigiosa di ripianare la mediocrità e la piattezza insita negli individui.

Ovvio: l’università, che difatti è un autentico e straordinario opificio, può avere il merito di affinare al meglio il materiale grezzo, e dunque prezioso, in un prodotto finito ancor più pregiato. Me se sei un individuo mediocre, seppur in procinto di laurea, seguiterai ancora a professare le solite sciocchezze, i soliti luoghi comuni, i soliti convenzionalismi. Ci vorrebbe l’intervento del Divino per questo tipo di redenzione. Un miracolo.

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