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MARIO GAIO “STRIGLIA” LA GIUNTA IN CONSIGLIO COMUNALE

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Quello di mercoledì 30 novembre scorso è probabile sia stato l’ultimo consiglio comunale del 2011. All’ordine del giorno c’erano cinque punti, tra interpellanze e interrogazioni, presentati dalla minoranza, tre dei quali ritirati, solo due discussi. Nove in tutto i provvedimenti in discussione.

Sul “diritto allo studio” (libri scolastici) l’opposizione si è astenuta e il punto è passato coi soli voti della maggioranza. Due punti sono stati approvati all’unanimità: la possibilità di aprire una quinta farmacia a Rutigliano e l’ordine del giorno della Coldiretti sulla difesa del made in Italy nel settore agroalimentare.

In quel consiglio l’amministrazione ha portato anche l’assestamento di bilancio, un argomento sul quale si è sviluppata una discussione tra maggioranza, minoranza e sindaco, politicamente interessante; una discussione partita da un intervento del consigliere FLI Mario Gaio.
Intanto, sull’assestamento -che ha avuto il voto contrario dell’opposizione- i dati fondamentali venuti fuori in consiglio.

Il comune di Rutigliano ha in banca un attivo di 4,8 milioni di euro e un avanzo di amministrazione di 1,2 milioni, un fatto positivo che il consigliere Oronzo Valentini non ha mancato di far notare, in polemica con la minoranza che in consiglio ha sempre gridato al “dissesto” finanziario del comune. Poi c’è stato l’emendamento all’assestamento di bilancio proposto dal sindaco per far fronte a spese correnti sulle quali sono stati impegnati 270 mila euro dell’avanzo di amministrazione. Qui c’è stata una forte polemica tra Roberto Romagno e l’opposizione, ma veniamo a ciò che più politicamente interessante è avvenuto in quel consiglio comunale.

L’AFFONDO DI FLI AGLI ASSESSORI
«La mia dichiarazione non voleva essere assolutamente una pietra in uno stagno, ma voleva soltanto essere uno sprono, attivo, propositivo alla coalizione, alla maggioranza, ai componenti dell’amministrazione di cui mi onoro di far parte, ad avere anche in sede di consiglio comunale un ruolo attivo così come è attivo nell’attività che gli amici assessori portano avanti quotidianamente e diligentemente. A me dispiace che qualcuno l’abbia frainteso, a me dispiace che questa mia riflessione precedente sia stata solo utilmente e demagogicamente utilizzata dalla minoranza che ha strumentalizzato le mie parole. Mi aspettavo che venisse utilizzata positivamente dai banchi della maggioranza, invece…».

Esordisce così Mario Gaio nella sua dichiarazione di voto sull’assestamento di bilancio dopo aver fatto un intervento, a inizio discussione del punto, critico nei confronti degli assessori. In sostanza, la critica -che poi Gaio ha voluto addolcire, senza riuscirci- è stata che i componenti della giunta Romagno non parlano mai o parlano poco, lasciano sola la maggioranza a difendere i provvedimenti in consiglio, maggioranza che invece avrebbe bisogno di essere sostenuta dagli assessori nella illustrazione tecnica, ma anche nella battaglia politica a sostegno della bontà di quegli stessi provvedimenti. In sintesi è questa la critica che il consigliere di FLI, ex PDL, ha fatto all’amministrazione nell’ultimo consiglio comunale.

La minoranza ha colto questo momento di defaillance e ha rincarato la dose elencando tutte le cose che non vanno al punto che le critiche arrivano finanche dalla stessa maggioranza.

«Io ho soltanto sollevato un problema. Il problema, caro sindaco, della bottiglia mezza vuota e mezza piena», argomenta ancora Gaio nella sua replica. L’opposizione, fa notare l’autore della critica, «la bottiglia ovviamente la vede mezza vuota». «Be’ io oggi la bottiglia -continua il pediatra- per quanto mi riguarda la vedo mezza piena».

Poi, sempre rivolto al sindaco, con discreta veemenza, Gaio entra nella sostanza della critica agli assessori: «E chi meglio di chi l’ha riempita quella bottiglia, quindi, i tuoi stretti collaboratori, in questa sede possono anche garantirmi una spiegazione logica, ma soprattutto tecnica dei provvedimenti. Quindi la mia non era una critica, o prendere le distanze, ma soltanto un invito a sottolineare la possibilità del percorso che ci accompagna, perché caro sindaco mi troverai sempre, ci troverai sempre, dalla parte tua. Sindaco ti abbiamo difeso, non ti abbiamo fatto mancare la nostra solidarietà nel momento in cui c’è stato il tentativo di destabilizzare o di renderti quasi un personaggio abusivo sulla casa comunale e sai quanto ti siamo stati, siamo e ti saremo vicini. Quindi, dispiace che una riflessione che voleva avere un carattere prettamente costruttivo verso i colleghi che lavorano bene sia stata strumentalizzata». Qui Gaio cerca di riparare alla critica, e alla polemica che ha suscitato, producendosi in una sperticata dichiarazione di solidarietà, ma appresso l’affondo continua.

«Comunque credo che sia anche loro diritto dovere (degli assessori, n.d.r.) prendere la parola in alcuni frangenti, soprattutto quando, caro sindaco, si parla in questa sede di bilancio, di grande viabilità, di scuola, servizi sociali, di personale, di agricoltura, sui quali si sollevano problematiche. Chi meglio di chi opera quotidianamente nel settore con una delega specifica poteva dare anche delle risposte politicamente positive agli amici dell’opposizione. Quindi, io chiedo scusa al sindaco e agli amici della giunta se il mio intervento è stato interpretato in modo critico e destabilizzante (…)».

L'INSOFFERENZA DEI CINQUE FLI
Ora, sia Valentini che il sindaco e, in qualche modo Gaio stesso, hanno cercato di derubricare questa come una critica costruttiva, utile dialettica nel rapporto tra maggioranza e amministrazione. Ma, costruttiva quanto si vuole, quella critica ha fatto venir fuori un problema: gli assessori non parlano, non spiegano in termini politici i provvedimenti, non supportano la maggioranza nella battaglia politica sui provvedimenti in consiglio comunale. Su provvedimenti importanti come il bilancio,  l’urbanistica, i lavori pubblici, i servizi sociali… gli assessori al ramo in consiglio leggono una relazione che fa i conticini, la cronaca dell’atto, punto.

L’opposizione argomenta, critica, polemizza, fa la sua battaglia politica. La maggioranza va a ruota dell’opposizione, arranca e gli assessori tacciono. Cosa vuol dire Gaio, se non questo, quando dice: «Chi meglio di chi opera quotidianamente nel settore con una delega specifica poteva dare anche delle risposte politicamente positive agli amici dell’opposizione».

Non è una questione da poco quella sollevata da Mario Gaio e potrebbe non essere casuale anche la sede in cui quella critica è stata fatta. Una critica del genere fatta in un luogo pubblico come il consiglio comunale, davanti a tutti, assume l’aspetto di un affondo politico, è un segnale di insofferenza di un gruppo che da solo rappresenta un quarto del consiglio comunale e il 42% dei voti che la maggioranza fornisce alla giunta Romagno. Gaio, cioè FLI, ha voluto che si sapesse che gli assessori, o certi assessori, sono sotto osservazione, che la corazzata finiana non ha paura di muovere in pubblico critiche che generalmente si fanno nelle sedi riservate della politica (perché fuori farebbero il gioco dell’opposizione).

FLI è da tempo che lancia messaggi. Per quanto Gaio abbia più volte ribadito la fedeltà al sindaco, c’è il fatto -non facile da digerire- che Roberto Romagno viene dal centrosinistra, è un intruso, è il frutto di una vincente operazione politico-elettorale che, a distanza di tre anni, comincia a stare un po’ sul groppone.

Ad aggravare la situazione per FLI sta il fatto che in giunta ci sono assessori che fanno capo al sindaco, direttamente (Defilippis) o perché referenti di nessuna forza politica presente in maggioranza (Nicola Mastrocristino e Angela Redavid). Senza contare che la Presidenza del consiglio è nelle mani di una forza politica (PDL) oggi concorrente di FLI.
Una situazione complessivamente difficile per un partito senza il quale il centrodestra non esisterebbe a Rutigliano, una insofferenza che in consiglio comunale arriva sottoforma di critiche alla Mario Gaio.

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