Notizie Sirio ieri sera è stato ritrovato e sta bene, il gatto ora è a casa
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- Pubblicato Lunedì, 04 Dicembre 2023 08:30
- Scritto da La redazione
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«Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato, con una segnalazione, una frase di incoraggiamento, di vicinanza. Il gatto è stato recuperato oggi, era a due terrazzi da casa mia, sui tetti, insieme ad altri gatti grazie a tutti», è quanto ci ha comunicato ieri alle 21:00 la proprietaria del gatto. «Grazie -ha aggiunto- soprattutto alla famiglia che abita nella casa dove mio figlio è “atterrato”, persone splendide. Molta gente è stata gentile e comprensiva. Grazie, grazie».
Siamo contenti anche noi che il gatto sia stato ritrovato. Perdere un animale a cui si è tanto affezionati è davvero un’angoscia, ritrovarlo, poi, è una felicità.
Appello pubblicato il 2 dicembre 2023 alle15:28
“Smarrito gatto maschio a pelo lungo con occhi verdi di un anno. Zona via Noicattaro. Si offre ricompensa a chi lo riporta a casa. Chiamate il numero 3408237492. E’ un gatto non abituato a uscire, molto pauroso”.
Questo è l’appello della signora che ha perso il gatto. L’ultima volta che l’ha visto è stato tre giorni fa nel giardino di fronte a casa sua. C’è da dire che chi perde un animale domestico trova difficoltà ad entrare nelle proprietà altrui quando l’animale lì vi si rifugia, spesso i proprietari oppongono un rifiuto.
Si deve sapere che, per legge, i proprietari dei giardini e dei fondi nei quali l’animale si rifugia, sono tenuti a far entrare la persona che lo ha perso. Questo, infatti, dice il Codice Civile all’art. 843 denominato “Accesso al fondo”: “(…) Il proprietario deve parimenti permettere l'accesso a chi vuole riprendere la cosa sua che vi si trovi accidentalmente o l'animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia. Il proprietario può impedire l'accesso consegnando la cosa o l'animale”.
Se un animale, un gatto in questo caso, sfuggito alla custodia, si ripara nel giardino dei vicini o in un qualsiasi altro giardino, i proprietari devono permettere l’accesso per il recupero; e questo non solo perché lo prescrive il Codice Civile, soprattutto perché così vorrebbe l’educazione, il buon senso e la civiltà.
