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Playoff, finale. La Rutiglianese batte il Campi (1-0) e fa festa

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Decide la gara una punizione di Pascalicchio. La Promozione è, ora, a portata di mano

di Michele Rubino

Miglior epilogo, per una stagione tanto intensa quanto emozionante, non poteva proprio esserci. Dinnanzi ad una cornice di pubblico d’altri tempi e palcoscenici – al “Comunale” gli spettatori erano un migliaio circa -, la Rinascita Rutiglianese conquista, con merito, la finale Playoff ed ora attende l’ufficialità, da parte degli organi federali, per l’immediato ritorno in Promozione. Categoria persa, un anno or sono, con l’amara retrocessione e ipotecata, domenica scorsa, con l’1-0 rifilato al Brilla Campi. Successo che, giunto nell’ultimo atto dell’annata sportiva (la “finalissima”, appunto), potremmo definire come ciliegina su una torta, preparata, a suon di risultati positivi, durante i nove mesi della gestione Corti.

Neo-allenatore giunto, nella Città dell’Uva, in punta di piedi – si trattava della prima esperienza in panchina per lui- e divenuto artefice di un’autentica cavalcata che, oltre il rettangolo verde, ha riacceso l’entusiasmo e la passione della piazza rutiglianese. Lo stesso exploit di spettatori nello storico stadio di Via Gorizia, infatti, è conseguenza logica dello scoppio di un vero e proprio fenomeno legato al calcio cittadino. Un’onda emotiva che, di settimana in settimana, ha travolto l’intero paese. Fattori che, in tal senso, hanno permesso alla Rutiglianese di toccare, o ritoccare qualsivoglia dire, l’apice della propria storia ultradecennale. Inevitabile, quindi, il parallellismo con i tempi d’oro del calcio nostrano, così come confermato, ai nostri microfoni, da chi ha vissuto, in prima persona, i fasti poc’anzi menzionati.

Parliamo di Gioacchino Prisciandaro, ex attaccante che, a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, ha conquistato, a suon di goal, piazze calcistiche di tutta Italia tra Serie D, C2, C1 e Serie B con la maglia della Cremonese. Limpido è ancora il ricordo legato alla sua parentesi, all’ombra della Torre Normanna, con l’US Rutigliano e, soprattutto, il suo “storico” poker nel 6-0 all’Arsenal Taranto (CND, 1999/2000). Presente sugli spalti, e prossimo a presentare il suo libro “Il bomber dei poveri” proprio qui a Rutigliano, Prisciandaro si è cosi espresso sulla cornice di pubblico nel match tra Rutiglianese e Brilla Campi: «Mi sono tornati in mente i fasti del ’99 quando giocavo qua a Rutigliano. C’è una cornice di pubblico fantastica – ha ammesso – e l’auspicio è che la Rutiglianese possa vincere e riconquistare la categoria perché questi tifosi meritano altro».

Auspici, col senno di poi, avveratisi in tutto e per tutto. Il match è nel complesso equilibrato ma, dopo un paio di occasioni per parte, è la Rutiglianese a sbloccare il risultato alla mezz’ora. Merito di Pascalicchio che, direttamente da calcio piazzato, disegna una traiettoria imprendibile per l’estremo salentino Pendinelli, di lì a poco espulso per fallo da ultimo uomo. Stessa sorte capiterà, pochi minuti prima dell’intervallo, al rutiglianese Iurlo. Nella ripresa la contesa risente della stanchezza, accusata da ambe le squadre, e ciò, senz’ombra di dubbio, non giova allo spettacolo. I padroni di casa, sospinti dall’incessante sostegno del pubblico, resistono all’onda d’urto offensiva del Brilla Campi, alla ricerca del disperato pareggio. In zona Cesarini, però, De Lorenzis “grazia” Fortunato e la Rutiglianese cogliendo, da posizione ottimale, solo l’esterno della rete.

Il triplice fischio del sig. Iannella di Taranto è accompagnato dal boato liberatorio del “Comunale” e da un’invasione di campo pacifica da parte dei sostenitori di casa. Tutti vogliosi di abbracciare i propri beniamini, “strappando” loro una foto-ricordo o, nel caso dei più fortunati, la maglia da gioco. I festeggiamenti, poi, si sono protratti sino a sera, allorquando la “carovana” granata – composta, in ordine, da tifosi e giocatori – si è spostata in Piazza “XX Settembre”, teatro di un suggestivo momento di aggregazione. In attesa del fatidico “si”, insomma, la Rutiglianese si gode il momento, con un’occhio, però, già rivolto al futuro, più roseo e, alla luce di quanto creato nella stagione da poco conclusa, ricco di speranze ed ambizioni.

 

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