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A Milano “Pietra d’inciampo” intitolata ad Alfredo Violante, giornalista e antifascista

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Alfredo Violante è nato a Rutigliano il 25 ottobre 1888. Fascisti e nazisti lo perseguitavano per la sua attività giornalistica contro il regime fascista. Nel 1943 prese parte alla Resistenza, quello stesso anno fu catturato a Milano e deportato nel campo di concentramento di Mauthausen dove morì, nella camera a gas, il 24 aprile 1945.

Il 26 gennaio prossimo, giorno prima della Giornata della Memoria, momento in cui in Italia si ricorda lo sterminio di milioni di esseri umani da parte dei nazisti, a Milano sarà piantata una Pietra d’inciampo dedicata ad Alfredo Violante.

"Ricordare Alfredo Violante - sottolinea il presidente dell'Associazione regionale pugliesi di Milano, gen. Camillo de Milato - significa anzitutto rendere omaggio a un patriota e cittadino esemplare che negli anni bui del regime lottò con coraggio, passione e tenacia per la libertà e la democrazia fino a pagarne il prezzo con la sua stessa vita e far sì che il suo sacrificio non sia dimenticato. Al contempo vogliamo restituire alla memoria della città un pugliese ed eroe borghese che ha saputo onorare Milano con la sua intraprendenza e amore per la libertà senza mai recidere il legame con la terra natale continuando a scrivere per le testate pugliesi in un periodo in cui non era consentito poter esprimere il proprio pensiero" (ANSA del 16 gennaio 2022).

Le Pietre d’inciampo sono “un progetto monumentale europeo per tenere viva la Memoria di tutti i deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti che non hanno fatto ritorno alle loro case” si legge su  pietredinciampo.eu. “Un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte”.

La Pietra d’inciampo dedicata ad Alfredo Violante sarà apposta “sul marciapiede antistante lo stabile di via Washington 79”, si legge ancora nell’ANSA del 16 gennaio scorso.

 

 

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