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Trattamenti fitosanitari e abitazioni, alcune osservazioni sul nuovo regolamento comunale

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tendoni-case-fitofarmaci

 

 di Antonio Fortunato

Sono venuto a conoscenza che nel consiglio comunale di Rutigliano del 25 febbraio verrà portato in approvazione il regolamento di cui sopra.
Ero pronto a commentare, come fatto in passato (qui), puntualmente questo Regolamento che ripropone, forse inutilmente,  pari, pari, come se ce ne fosse bisogno, il Piano di Azione Nazionale che tutti gli agricoltori ed imprenditori agricoli ben conoscono e che, in linea di massima seguono.

Sconcerta il fatto, che dopo essere stato fermo con le 4 frecce per quasi 2 anni, venga portato in Consiglio senza aver sentito (come era stato previsto) le associazioni di categoria, agronomi ( ... a meno che in queste 2 categorie non si considerino tali, gli enti di ricerca, i presidenti di commissione e gli assessori!), ASL - Dipartimento di Prevenzione e Medicina ambientale -. imprenditori agricoli, medici di base e cittadini.

Sconcerta anche il fatto che questo regolamento è, salvo piccole correzioni, risistemazioni organiche ed eliminazione di ripetizioni, quello che fu presentato in bozza nel marzo del 2021 e su cui i partecipanti all'incontro presentarono le loro osservazioni... ma mai osservate.
Così come Incomprensibile è il fatto che una relazione/verbale sulle osservazioni dei partecipanti all’incontro, che doveva essere predisposta dal promotore Vito Gallo, non sia mai stata predisposta e consegnata.

C’è da chiedersi, allora, che senso aveva invitare all’incontro da remoto i partecipanti, se questo Regolamento, predisposto dall’Istituto di ricerca Basile-Caramia era un “pacchetto” non modificabile nell’impostazione e nelle indicazioni.
Voler forse far apparire una partecipazione, un coinvolgimento ed una condivisione che, invece, non c’è stata?

Ricordo, anche, che è caduta nel vuoto anche la richiesta del Cons. Giuseppe Rocco Poli di avere una sorta di specchietto riassuntivo, una sorta di bignamino… forse tale attività non era prevista nelle pieghe della Convenzione stipulata con l’ente di ricerca? (… a questo punto mi pongo una domanda: quanto delle somme previste con la convenzione triennale sono andate all’Ist. Basile – Caramia per la redazione di questo Regolamento?)
Non commenterò tutto il regolamento, ma le mie considerazioni saranno quindi quelle di un privato cittadino, attento alla salute di ognuno di noi, che ha sempre chiesto – in molte occasioni - di contemperare le esigenze dell'agricoltura con quelle della salute.

Vediamo, subito, che già  all'art. 2 - Aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili,  si precisa che: "sono tali l’insieme di tutte le aree pubbliche o private, collocate in ambiente urbano o extraurbano, destinate alla fruizione o all’utilizzo da parte della collettività".

Nella descrizione delle aree pubbliche e private non vengono assolutamente considerate i giardini e le case private adiacenti ai tendoni... La protezione è nulla, i controlli inattuabili... Si fa riferimento ad una serie di prodotti da usare o non usare a certe distanze o vicini a certe aree, come se il cittadino fosse un esperto chimico che potesse controllare la classe di pericolosità di certi prodotti. Come se i vigili urbani potessero essere in grado di verificare (.... A POSTERIORI!) l’effettiva “irrorazione” e la classe di prodotto utilizzato, come se il cittadino "irrorato" potesse essere in grado di dimostrare il prodotto utilizzato in una eventuale denuncia penale per getto pericoloso di cose.
Si è suddiviso il territorio in zone urbane, periurbane, extra agricole e agricole e si sono tracciate delle linee su una (vecchia?) cartografia.

Ed anche in questo caso mi sorge un dubbio ( corroborato dal fatto che non si aggiorna da illo tempore lo stradario, non si nomina il Responsabile della Toponomastica e l’incaricato per l’inserimento dei dati nel Portale dei Comuni) se per caso sia sfuggita la considerazione e la presa d’atto che ci sono anche  abitazioni e nuclei di abitazioni (sorti prima dell’impianto dei tendoni )e zone artigianali, con la presenza di moltissimi addetti,  con i tendoni a ridosso di questi immobili, (ma, guarda caso,  si tutelano gli agriturismi come se fossero cosa ben diversa dalle abitazioni.)?  

Si è voluto "inserire" di tutto in questo regolamento, anche l'ovvio (come la minuziosa ripetizione delle indicazioni del PAN), ma... quello che certamente serviva era la “regolamentazione”, in maniera univoca chiara e precisa, delle pratiche agricole e l’utilizzo di fitofarmaci in quei pochi e residuali terreni agricoli ancora presenti nel centro urbano e/o adiacenti e/o confinanti con le zone abitate, con le zone sensibili/vulnerabili e con le abitazioni.
In questi  ultimi 12 anni ho visto una Ordinanza(..temporanee)  del 2010 che ha provato a regolamentare il problema dell’utilizzo dei fitofarmaci vicino alle abitazioni ed ai luoghi sensibili; ordinanza  ben “congegnata”, ma con un difetto originale, inapplicabile avendo il Sindaco attribuito il potere di verifica e controllo all’ASL ente non sotto ordinato.  
Ho visto una entità strana chiamata “ MITIGATION” , cioè il nulla.

Ed ora abbiamo quest’ultimo Regolamento che non si cura della salute dei cittadini che hanno la sventura di vedersi impiantati tendoni attaccati al muro di confine delle proprie abitazioni, prevedendo verifiche e controlli non semplici e di conseguenza non  attuabili!                                  
Ma il Sindaco, che è autorità sanitaria locale, considera le implicazioni ambientali e sanitarie per i cittadini? 

 

 

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