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Assunzioni, quattro mesi di silenzio la risposta del segretario comunale lo scontro in aula

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cronaca-cons com -mozione-personale

 

di Gianni Nicastro

Proseguo la cronaca del consiglio comunale del 31 gennaio scorso, qui la prima parte.

Gli ultimi due punti in discussione sono stati la nomina del Collegio dei Revisori e la mozione sulle criticità di due assunzioni -fatte dal comune- presentata dai consiglieri di opposizione Roberto Romagno, Donatella Lamparelli, Beppe Palmino e Giuseppe Rocco Poli.

I nuovi revisori
Il Collegio era in scadenza e in proroga da novembre 2021. Si è proceduto, quindi, al suo rinnovo con nuove modalità, non più con votazione su tutti i componenti, ma con estrazione dei nomi di due componenti su tre da parte della Prefettura di Bari, così come vogliono le ultime norme. Il presidente, invece, è stato eletto dal consiglio comunale. Dopo le procedure di votazione è risultato eletto presidente del Collegio dei Revisori del Comune di Rutigliano Mignozzi Nicola, una elezione quasi unanime, 15 voti su 16 consiglieri presenti e una sola scheda nulla.
Questo è il nuovo collegio dei Revisori: componenti Maffei Raffaele e Cacronaca-cons com -mozione-personale-1taldi Pasquale, presidente Mignozzi Nicola. Il punto è stato approvato all’unanimità.

La reazione del segretario
e la richiesta di scuse
Sulla mozione, in consiglio, si è consumato una specie di “dramma”, un momento di forte tensione fra il segretario comunale supplente e due consiglieri, Diego Difino e, in modo particolare, Roberto Romagno. Tensione dovuta, a mio avviso, alla sostanza degli interventi dei due consiglieri più che ai toni o, men che meno, ad atteggiamenti o parole offensive, che non ci sono stati da nessuna parte.

Durante la discussione del punto Romagno ha riferito che una parte della relazione del 13 gennaio scorso, redatta dal segretario comunale in risposta alla mozione sulle assunzioni, era perfettamente uguale a un articolo apparso su “diritto.it” il 28 gennaio 2021 (qui). Il consigliere ex sindaco non ha parlato di copia e incolla, a parlare di «stupido copia e incolla» è stato proprio il segretario comunale il quale, nel suo intervento, ha richiesto che Roberto Romagno gli facesse le scuse in diretta. Per quale motivo Romagno avrebbe dovuto scusarsi non si è capito bene, il testo di quelle due pagine è davvero uguale a intere parti dell’articolo portato in consiglio dallo stesso Romagno, e questo chiunque può verificarlo confrontando i duecronaca-cons com -mozione-personale-0 testi.

Il segretario, poi, prima si è imbarcato in una disquisizione sul «saper copiare e incollare», sul fatto che «il copia e incolla, ragazzi, bisogna saperlo fare», poi ha detto che «la mia è una relazione di 13 pagine» e «non accetto che mi si dica che è una relazione che è un copia e incolla». Quindi, ha richiesto nuovamente le pubbliche scuse da un consigliere che, in realtà, ed è riscontrabile dalla registrazione video, non ha detto che la relazione del segretario fosse tutta copiata e incollata.

Ora, copiare e incollare è un fatto normale per un autore, per un giornalista e per qualsiasi altra persona; solo che, generalmente, quando si copia-incolla si virgoletta il testo e si cita la fonte. Quando, invece, il testo dell’articolo da copiare è coperto da copyright, come quello in questione, si dovrebbe chiedere -ed avere- l’autorizzazione al suo utilizzo da parte di chi ne detiene i diritti.  Questo io so, ma può anche darsi che mi sbagli.

La mozione, le mancate risposte
E’ toccato al consigliere Poli leggere la mozione, dopodiché sono cominciati gli interventi. La prima a parlare è stata la consigliera Donatella Lamparelli, la quale ha rimarcato quello che l’opposizione va dicendo da quattro mesi. «Su criticità e incongruenze», di quelle due assunzioni, «non sono state date le dovutcronaca-cons com -mozione-personale-12e risposte» è la sostanza dell’intervento della consigliera di “Rutigliano Prima”, che ha ringraziato il segretario per aver comunque dato una risposta.

Anche Beppe Palmino ha ringraziato il segretario «che così in breve tempo dal suo arrivo ha potuto esaminare gli atti e ha potuto anche redigere una sua nota di riscontro su quelle che erano le richieste della commissione che, però, trovano dei limiti dal punto di vista di una operatività, legalità a cui noi richiamiamo sempre ci si debba attenere». «E’ indubbio», ha aggiunto il consigliere del M5S, «è indubbio che ci sono state procedure per l’assunzione dei due profili che a tutti gli effetti presentano delle gravi violazioni, a mio modesto parere». «Attenzione -ha detto ancora Palmino-, noi non solo non abbiamo avuto risposte chiare, precise, non le abbiamo avute proprio da parte del responsabile del servizio. Ci ha scritto la segretaria appena arrivata e per questa ragione io la ringrazio». Per Palmino, dunque, nonostante la relazione del segretario, «le violazioni ci sono, non vengono rispettati i regolamenti».

Il presidente della commissione
e le mancate rispostecronaca-cons com -mozione-personale-3
Il consigliere di maggioranza Diego Difino è andato subito al sodo, come sua consuetudine. Ha chiesto al segretario comunale «se un sindaco che viene interpellato dal presidente della commissione, decorso un periodo di 100 giorni non risponde, è un atto sanzionatorio oppure no». Il segretario, quando è intervenuto, ha esordito così nella risposta a Difino: «Ci tengo a precisare che non sono un tribunale dell’inquisizione e non compete a me esercitare poteri sanzionatori sul sindaco. Se ci sono rimostranze, osservazioni, segnalazioni, esposti contro l’amministrazione di un comune, esistono altre strade». Insomma, sanzionare «non compete al segretario comunale, consigliere». In realtà Difino non ha chiesto se fosse il segretario ad esercitare poteri sanzionatori; per quello che si è capito, ha chiesto se, in generale, un sindaco che per mesi, sulla sua attività amministrativa, ometta di rispondere al presidente di una commissione possa essere sanzionato.

E sul mutismo di sindaco, assessori e funzionario comunale, tutti i consiglieri firmatari della mozione si sono espressi stigmatizzandolo perché, in effetti, è difficile accettare che nelle sedi istituzionali non arrivi nessuna risposta dagli amministratori e dal funzionario preposto. Su questa vicenda, il risentimento e il tono alto del consigliere Difino, che è presidente della prima commissione, è anche comprensibile. «Dal punto di vista personale -ha detto ancora Difino-, non avere una risposta è una mancanza di rispetto non solo nei confronti del presidente della commissione, ma anche nei confronti dei cittadini».

Mancanze di risposte che pure il segretario comunale ha riscontrato nel suo intervento in consiglio, attribuendole, però, alla situazione della pandemia che «non aiuta» e a un organico croniccronaca-cons com -mozione-personale-4amente al di sotto del necessario. «Siamo tutti consapevoli -ha detto il segretario- del fatto che gli uffici dovrebbero essere più veloci, ma la drammatica carenza di personale, a volte, purtroppo, non consente, perché da un lato c’è l’utente che deve avere risposte immediate, dall’altro lato c’è il consigliere, l’amministratore che ha altrettanto ragione ad avere risposte immediate». Quindi i consiglieri, di minoranza in questo caso, hanno ragione a chiedere che si risponda, velocemente o in tempi ragionevoli, alle questioni che pongono, in modo particolare quando intravedano criticità o illegittimità in un provvedimento amministrativo. Ma quattro mesi di ritardo, ritengo, centrino poco con la pandemia e la carenza di personale, anche perché il funzionario preposto è stato più volte chiamato a rispondere nelle varie sedute di commissione.

«Mi sono garbatamente rivolto al funzionario chiedendo spiegazioni, anche verbali o, perlomeno, chiedendo quale fosse l’indirizzo che l’amministrazione intendeva adottare. Bè, non vi dò la risposta perché altrimenti diventa ancora più tragicomica la questione» ha detto il consigliere Romagno, aggiungendo che si spettava «risposte dall’amministrazione», ma anche da qui «non sono arrivate».

Pur apprezzando il segretario per aver dato una risposta, il consigliere Difino ha comunque criticato, con tono sostenuto, alcuni passaggi di quella risposta. Si può contestare il tono, come in effetti ha fatto il presidente Alessandro Milillo, ma non si può dire che Difino abbia mancato di rispetto al segretario comunale. Il consigliere ha chiesto al segretario «se sono stati rispettati i tempi relativi alla procedura di mobilità, art. 34bis del TUPI coma 4, e le ricordo -ha incalzato- che il comma 5, qualora non siano rispettati i tempi previsti dal comcronaca-cons com -mozione-personale-5ma 4, prevede la nullità di diritto dell’atto. A questo lei non ha risposto», ha detto Difino rivolgendosi sempre al segretario. Qui il presidente del consiglio è intervenuto facendo notare a Difino che è sgradevole che si alzi la voce. Certo, ma la questione posta da Difino è pertinente, questione sollevata anche da Roberto Romagno in una nota inviata al segretario comunale, e ad altri amministratori, il 20 gennaio scorso.

L’art. 34 bis del TUPI (Testo Unico sul Pubblico Impiego), e lo stesso regolamento comunale per l’utilizzazione delle graduatorie di altri enti, impongono che si comunichi “al Dipartimento della Funzione Pubblica ed all’Ufficio Occupazione della Regione Puglia il fabbisogno di personale”, e in effetti il responsabile comunale questa comunicazione l’ha mandata ma, anche in assenza di risposta, non ha atteso i perentori 45 giorni fissati dalla legge (il 34 bis), ne fa passare “soli 32”, scrive Romagno, dopodiché, con una determina, ha indetto “la procedura di selezione di idonei in graduatorie di concorsi pubblici espletati da altre Amministrazioni”. “Tale determina -scrive Romagno nella sua nota- si è posta in aperta violazione del disposto normativo di cui al co. 4 del citato art. 34 bis TUPI, a mente del quale le amministrazioni, dopo che siano decorsi 45 gg. dalla ricezione della comunicazione (…) possono procedere all’avvio delle procedure concorsuali”. “Il che -scrive ancora il consigliere dei “Moderati”-, per espressa disposizione contenuta nel co. 5 dello stesso art. 34 bis TUPI, rende l’assunzione effettuata irrimediabilmente nulla di diritto”.cronaca-cons com -mozione-personale-8

Sulla violazione dell’art. 34 bis del TUPI il segretario comunale non ha scritto nulla nella sua risposta alla mozione, come -sulla stessa questione- non ha risposto alla precisa domanda che il consigliere Difino gli ha rivolto in consiglio comunale.

Le scuse di Tarulli
Sul punto in discussione è intervenuto il consigliere di maggioranza Francesco Tarulli. Un intervento che non è entrato nel merito delle questioni sollevate dalla mozione e dai consiglieri che l’hanno proposta, polemico rispetto al tono di voce utilizzato in modo particolare da Diego Difino, per il quale tono Tarulli ha sentito di dover chiedere scusa alla cittadinanza. «Devo chiedere scusa -ha detto il capogruppo del PD-, a nome di tutto il consiglio comunale, ai cittadini che ci seguono proprio per, purtroppo, dei toni che sono stati utilizzati poc’anzi, soprattutto dal consigliere comunale Diego Difino, che ovviamente, in qualche modo, denigrano quello che è il valore, anche, degli argomenti che stiamo trattando e anche, in qualche modo, denigrano quello che è il luogo nel quale questi argomenti vengono trattati. Mi dispiace, chiedo ovviamente scusa e ovviamente ritorno a parlare di quello che, appunto, stiamo in qualche modo trattando oggi». In sostanza Tarulli ha definito errata la modalità della mozione per evidenziare le criticità. «Sarebbe stato -ha aggiunto- più opportuno fare delle interrogazioni visto che si tratta di atti puramente gestionali». Secondo Tarulli, quello cronaca-cons com -mozione-personale-9che chiede la mozione, cioè la verifica della corretta procedura di quelle due assunzioni, è stata già fatta dall’amministrazione e sulle questioni sollevate ha risposto il segretario comunale con la nota del 13 gennaio scorso.

Difino decida «da che parte sta»
Sono intervenuti altri due consiglieri di maggioranza, Vito Gallo e Francesco Sorino. Il primo ha detto, ai firmatari della mozione, di percorrere «altre via», sostanzialmente di rivolgersi alla magistratura, nel caso ritengano siano stati commessi degli illeciti; il secondo ha chiesto scusa al segretario per i toni inquisitori e accusatori usati. «Toni che sono stati utilizzati in una commissione -ha aggiunto il consigliere Sorino- che presenta ancora, mi permetto di dirlo, una composizione un poco anomala». «Perché come dice il regolamento -ha proseguito Sorino- una commissione dovrebbe essere composta da cinque membri di maggioranza e quattro di opposizione. Benissimo, io attualmente di membri di maggioranza nella prima commissione ne conto quattro, e qualcuno dovrebbe chiarire da che parte sta, una volta tanto». Qui la provocazione è nei confronti di Diego Difino, la spina nel fianco di questa maggioranza, che dovrebbe, secondo Sorino, decidere se stare con l’opposizione oppure rimanere in maggioranza.
Non è la prima volta che il consigliere di “Italia in comune” provoca Difino su questo terreno. A Sorino, e probabilmente al resto della maggioranza, non va giù l’autonomia di pensiero del consigliere di “Libertà e Progresso”, che spesso lo porta ad assumere posizioni decisamente critiche su importanti provvedimenti amministrativi (“Ronzulli”, TARI, bilancio di previsione, transazione, assunzioni…).

Il sindaco è intervenuto «chiedendo subito scusa -ha detto- al segretario per i toni e i modi, che evito di definire, utilizzati da taluni consiglieri in questa assise nei suoi confronti e nei confronti di tutti i consiglieri comunali». «Chiedo scusa -ha aggiunto Giuseppe Valenzano- e la ringrazio per il lavoro che da un mese e qualche giorno sta svolgendo all’interno del comune di Rutigliano per porre soluzioni a tuttcronaca-cons com -mozione-personale-6a una serie di aspetti cercando di dare chiaramente risposte a tutte quelle che sono le problematiche in corso, comprese le problematiche relative al personale che qualcuno citava».

La commissione e come è stata trattata
Entrando nel merito il sindaco ha detto una cosa interessante: «non è normale che la commissione sia trattata a quella maniera». Immagino, qui, che Giuseppe Valenzano abbia voluto riferirsi a risposte non pervenute alle diverse questioni poste per mesi dai consiglieri di opposizione nelle varie sedute della prima commissione. Ha detto anche che, quando gli sono arrivate le richieste di informazioni dal presidente della commissione, lui ha subito interessato il funzionario e il segretario comunale «chiedendo di provvedere con sollecitudine ad informare il sottoscritto e la commissione degli atti gestionali che riterrà opportuno adottare perché avevo necessità di conoscere anch’io quello che stava accadendo». Più volte, ha raccontato il sindaco, a novembre scorso ha sollecitato il funzionario a informarlo sulla questione. Ha sollecitato anche il segretario comunale di allora che, però, agli inizi di dicembre non era in comune per malattia.

Qui c’è da dire che anche il consigliere Romagno a novembre scorso ha interessato, sulla questione, l’ex segretario comunale. «Anziché agire, come dovrebbe fare un consigliere quando vede mortificati i propri diritti -ha detto Roberto Romagno -, mi sono recato dal segretario comunale al quale chiedevo lumi. Il segretario in quella occasione mi disse, e mi confermò verbalmente, e mi assumo la responsabilità piena di quello che sto dicendo in questa assise, che in realtà qualche problema c’era e, quindi, la procedura non era del tutto regolare e che di lì a 48ore avrei ottenuto qualcosa di scritto. Da quel momento in poi non ho avuto più risposte». Come è noto, l’ex segretario il 30 dicembre 2021 si è dimesso perché era venuto meno il rapporto di fiducia sulla base del quale era stato nominato.cronaca-cons com -mozione-personale-10

Senza segretario, e «senza un adeguato supporto tecnico», il sindaco ha riferito che non poteva rispondere ai consiglieri di opposizione, supporto che poi è arrivato col segretario supplente e la sua lettera. «Ho preso atto di quella lettera -ha detto Valenzano- , ho condiviso i contenuti di quella lettera rinnovando tutta la mia fiducia» al segretario. In riferimento alla nota che il consigliere Romagno ha mandato in risposta alla relazione del segretario, il sindaco ha fatto sapere che approfondirà e che su «alcuni aspetti di questa nota» ha già risposto il funzionario in sede di commissione.


La disponibilità del sindaco a rispondere
Nel secondo intervento il sindaco ha insistito sulla questione della commissione e su come è stata trattata da chi per mesi non ha dato risposte. «Io condivido appieno che non è possibile che la commissione sia trattata a questa maniera e pretenderò io per primo, insieme anche al segretario, che i responsabili rispondano a quelle che sono le richieste dei consiglieri senza essere inseguiti dal sindaco».

Sulla mozione Giuseppe Valenzano ha detto che non sarà approvata dalla maggioranza «per un semplice motivo» che la verifica chiesta «è un impegno che il sindaco e la giunta hanno già messo in campo e metteranno ancora in campo per fornire ulteriori risposte a chi ha chiesto se ci sono eventuali situazioni particolari che richiedono delle risposte». «E questo non è un motivo per rinviare ancora» ha continuato il sindaco, «ma le risposte arriveranno, al consigliere Romagno come a tutti i consiglieri e arriveranno in tempi abbastanza rapidi».

Era scontato che la mozione non avrebbe avuto il voto favorevole della sua maggioranza, ma è interessantecronaca-cons com -mozione-personale-11 l’impegno che il sindaco ha assunto in consiglio comunale, cioè quello di rispondere anche all’ultima nota che il consigliere Romagno ha inviato in risposta alla relazione del segretario comunale.
C’è da dire che questa disponibilità del sindaco a dare ulteriori risposte alla commissione e a Romagno contrasta con l’indisponibilità del segretario. «Non dirò null’altro dal punto di vista tecnico perché ritengo di aver detto tutto e non ritengo di dare ulteriori risposte su questa questione di cui mi sono fatta carico dal primo momento su sollecitazione diretta del sindaco Valenzano» ha detto, infatti, il segretario supplente in consiglio comunale.   

«La relazione aggiuntiva che è stata presentata dal consigliere Romagno -ha detto ancora il segretario- io l’ho letta e, dal mio punto di vista, non aggiunge una virgola a quelli che sono i termini della discussione e della questione. Per cui, se ritenete di adottare atti conseguenziali, fatelo pure. Non ci sono problemi. Io, per una questione di efficienza, efficacia e speditezza dell’azione amministrativa ritengo di aver detto tutto quello che dovevo dire».

Il segretario supplente, dunque, è stato perentorio: sull’argomento e sulla nota di Romagno non ha tecnicamente più nulla da dire. Il sindaco, invece, si è impegnato a rispondere, in modo particolare a Romagno. Data l’indisponibilità del segretario, mi chiedo a chi Giuseppe Valenzano si rivolgerà per tener fede agli impegni assunti in consiglio comunale.

Messa ai voti, la mozione ha avuto 4 voti a favore e 9 voti contrari. «Il provvedimento non è approvato» ha detto il presidente del consiglio prima di sciogliere la seduta.

 

 

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