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Invito al libro. “Siamo sempre una famiglia?”

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INVITO AL LIBRO:
 SIMONE BRUNO “Siamo sempre una famiglia?”,
coll. Le sfide della famiglia, ed. SAN PAOLO 2023


Sac. Pasquale Pirulli

L’agile libretto di D. Simone Bruno, attuale direttore responsabile dell’attività editoriale della Pia Società San Paolo, l’istituto fondato dal Beato Giacomo Alberione, ci invita a soffermarci sulla famiglia nella società attuale. La diagnosi trascorre dagli aspetti sociali a quelli psicologici e diventa quanto mai provocatoria nei confronti delle posizioni tradizionaliste i cui valori morali sono in crisi evidente.

Nella prima parte egli esamina il tradizionale istituto familiare, perché il problema interessa tutti. Nella forma tradizionale la famiglia si presenta come una comunità di vita tra i due sposi (uomo-donna) e i figli che devono essere difesi e aiutati nella loro crescita. La famiglia è alla base della persona (io) che si struttura attraverso relazioni personali. Sono relazioni uniche che strutturano le persone individuali che poi entrano nel contesto sociale. La famiglia genera la società (“matrimonium seminarium rei publicae est”) e non può essere omologata ad altre realtà sociali che offrono alla stessa un limitato contributo. Dal fatto che la famiglia sia la cellula fondamentale della società derivano conseguenze politiche.
I compiti specifici della famiglia sono: a) la differenza (u-d; g-f) b) l’attaccamento. I frutti del sistema famiglia sono: - le differenze di genere (U-D) e di generazione (G-F);
-    La stabilita -il cambiamento – la generatività;
-    Specificità relazionale articolata in due versanti: relazione coniugale e relazione parentale-filiale;
-    Non solo procreazione ma generazione di un bene relazione.
N.B. Sarà opportuno distinguere tra l’interazione e la relazione: la seconda rende più forte perché risulta più forte della somma delle due parti.

Nella seconda parte si analizzano le fragilità della famiglia. La storia di una famiglia (coniugi: Franco e Giulia con i figli Gaia e Michele) che affronta la perdita del lavoro (F) e la terza gravidanza (G) trova una positiva prospettiva con l’intervento di d. Paolo e l’affiancamento di un’altra famigli (Alfredo-Agata).
Le difficoltà delle famiglie con minori in cui si avvertono i pungoli fastidiosi (perdita del lavoro o della casa; disagi economici, difficoltà di comunicazione (genitori-figli; uomo-donna); legame di coppia; rapporto con le famiglie di origine; il rapporto con le istituzioni (scuola – parrocchia). Le conseguenze: isolamento, sfiducia e disperazione.
La fragilità familiare è presente nei nuclei dagli equilibri fragili e precari che sono negativi per i figli (maltrattati e con problemi di ordine comportamentale, fisico, linguistico, emotivo e cognitivo.
La parola chiave della fragilità familiare è: la vulnerabilità.

C’è  la crisi di civilizzazione e in questo contesto emerge la vulnerabilità (non solo come debolezza ma come il cuore dell’esperienza umana più significativa) che è un deficit complesso, che a sua volta è in continuo aumento a causa di: crisi economica (povertà, perdita del posto di lavoro); difficoltà relazionali (separazione, figli, rarità di rapporti, ecc); problemi organizzativi (lavoro, casa, supporto sociale); mutamenti culturali; pandemia da Covid 19; lockdown dalla guerra Russia Ucraina.
La crisi è aggravata dalla multidimensionalità dei disagi: disagi psicologici dei genitori che si scaricano sui figli (negligenza, trascuratezza e maltrattamenti).
Ai fattori di rischio si risponderà con la protezione e la resilienza (la persona gestisce la difficoltà, trasformandola in risorsa di recupero e arricchimento della propria identità).

Nella terza parte l’autore non si nasconde il fatto che la famiglia sia “in frantumi” e sottolinea che: i giovani hanno difficoltà a scegliere la vita matrimoniale, la disgregazione familiare (separazione e divorzio), la convivenza more uxorio, le famiglie ricomposte, la fecondazione assistita (omologa ed eterologa), unioni omosessuali e famiglie omogenitoriali. Ne derivano critici rapporti genitori-figli come del resto quelli della famiglia con la società (calo delle nascite e difficoltà delle famiglie con minori.

Domanda cruciale: fine della famiglia o sua trasformazione?  La trasformazione è evidenziata da: fragilità dell’unione coniugale, calo delle nascite, la famiglia lunga del giovane adulto, gli anziani, confronto-scontro con le altre concezioni di famiglia (emigranti)
Fenomeno della pluralizzazione delle famiglie: si attribuisce il termine “famiglia” a forme di relazioni frammentarie e semplici; sono sottosistemi che rivendicano legittimazione culturale (convivenza, le coppie senza figli, madre sola, padre separato, single…)
Si accentua il fenomeno della instabilità coniugale: con famiglie ricostituite e ruoli genitoriali doppi con la prevalenza del ruolo materno.

Il problema fondamentale è la domanda: Che cos’è la famiglia?
La prima risposta è quella di un “gruppo primario” in cui si realizza la propria identità personale che poi attraverso le relazioni costituisce il noi. I legami familiari si dividono in:
a) Relazionale- simbolica: organizzazione di relazioni che mette insieme le differenze originarie e arriva alla generatività;
b) La famiglia è il prodotto della cultura in evoluzione: si parte dalla discontinuità e così la famiglia diventa una unità complessa e multiprocessuale.
Le note distintive della famiglia attuale secondo Laura Fruggeri sono:
- La nonsovrapponibilità tra nucleo familiare in sé e famiglia;
- La non coincidenza tra genitorialità e coniugalità;
- La non omogeneità tra cultura familiare e quella della società di appartenenza;
- La scindibilità tra generatività e genitorialità come funzione (affidi, casa famiglia, comunità per minori):
- La non coincidenza tra ruoli familiari e ruoli di genere (coniugi omosessuali).

Pare che la forma tradizionale della coniugalità dovrebbe assicurare la funzione genitoriale (accogliere, accudire, educare la vita). La posizione tradizionale dell’antropologia cristiana sulla coniugalità (matrimonio, padre, madre, figli) si deve confrontare con una realtà diversa in cui si realizza la genitorialità. Questo è il problema. Si tende a sganciare la genitorialità della coniugalità e configurarla come funzione che si realizza su un piano concreto (concepimento di un figlio) e su un piano traslato (con diverse sottofunzioni).
Le funzioni genitoriali consentono all’individuo: a) provvedere all’altro; b) garantire protezione; c)la sintonizzazione affettiva; d) garantire la regolalizzazione; e) dare il format; f) assicurare le tappe evolutive (funzione predittiva); g) funzione rappresentativa; h) funzione significante; i) funzione transgenerazionale.
La conseguenza è che alle diverse espressioni della genitorialità potrebbero corrispondere diverse forme di organizzazione familiare.

• Il comportamento di un consultorio cristiano
• L’origine della  pluralizzazione delle forme familiari e la concezione della famiglia più come costrutto sociale che sistema naturale
• Le categorie concettuali della post-modernità che secondo Jhab Hassan (1984) condizionano la famiglia: Indeterminazione – Frammentazione – Decanonizzazione -Performance (teatro) – Vacanza di Sé – Ironia – Ibridazione – Carnevalizzazione (rovescio) – Costruzionismo (idea-realtà), Immanenze – Dissoluzione della soggetività umana (Pietro Barcellona).
Secondo Mons. Roberto Repole: bisogna utilizzare il “pensiero umile” dinanzi alla realtà familiare.

Nella quarta parte si affrontano, con coraggio pastorale i tre problemi cruciali della famiglia nell’attuale società:
a) La convivenza: non è “disobbedienza” alla tradizione, ma è imposta dalla mancanza di condizioni per una vita coniugale stabile ed esprime insicurezza affettiva dei giovani. Quindi non condannare ma seguire ed accettare anche il matrimonio civile (impegno positivo) e rispettare le scelte personali.
b) Famiglie ricostituite (divorziati): si impone il problema dell’accesso all’Eucaristia; situazione di sofferenza cui la Chiesa risponde con misericordia: (Amoris laetitia nn. 297-299): partecipazione alla vita della comunità (Parola di Dio-Attività di carità). Nuova unione provata dal tempo (figli, ecc.); evitare l’occasione di scandalo; accompagnare questi fedeli.
c) Coppie dello stesso sesso (che pretendono il matrimonio). Fenomeno antico giudicato come condizione contronatura e patologia, ma la visione cristiana va oltre le teorie del gender e quindi si consiglia: devono essere viste: non tollerate ma rispettate nella loro dignità personale, sempre libera e capace di entrare in relazione. Si impone il problema non solo della genitorialità, esercitata da queste persone, ma anche della richiesta di un ipotetico “matrimonio” (fatto civile o religioso?) e una valutazione della loro sessualità.

Il volume è quanto mai impietoso nella sua diagnosi sociale ed equilibrato nell’analisi psicologica, ma risulta provocatorio nella sua proposta pastorale. Del resto la stessa problematica familiare è quanto mai attuale per la società civile e la stessa comunità ecclesiale, che non possono fare a meno dell’apporto decisivo di famiglie sane, a servizio della vita di tutti i membri (genitori, figli, anziani).  

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