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IL MINISTERO SANZIONA, VIA LE SCULTURE DALLA PIAZZA

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di Gianni Nicastro

L’amministrazione Di Gioa non sapeva cos’altro mettereci in quella piazza. Due alberi contornati da gradoni in pietra, muretti, molloni, fioriere e… tre sculture di bronzo, un po’ inquietanti, su altrettanti pilastri di pietra. Questi ultimi tre oggetti hanno fatto arrabbiare la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia che dal ’09, a più riprese, chiede al comune di Rutigliano la loro rimozione da Piazza Colamussi.

Quelle tre sculture sono state messe nel centro storico senza autorizzazione, questo è il rilievo che la Soprintendenza ha sempre mosso al comune. L’ex sindaco le installò con una pomposa cerimonia il 17 gennaio del ’09 (vedi foto). Quella sera le tre sculture erano coperte dal classico lenzuolo bianco che l’allora sindaco, con al seguito banda, assessori, progettisti, scultore e parecchio pubblico, levò con gesto leggiadro. Eh voilà, le sculture vennero alla luce. Il “priscio”, però, non è durato molto.

Neanche un mese dopo arriva dalla Soprintendenza la prima diffida, che è suonata più o meno così: “Rimuovete immediatamente quelle sculture perché le avete messe senza autorizzazione”. E che volete che sia una diffida della Soprintendenza, e in effetti il comune l’ha snobbata. Circa tre mesi dopo, a maggio, ne arriva un’altra: “Oh… non avete capito? Sgombrate la piazza da quelle sculture!”. Neanche la seconda ha funzionato, però questa volta il comune chiede un sopralluogo congiunto per valutare la situazione e, magari, sanarla con una richiesta ad oc. Il sopralluogo si fa ad agosto, ma non va nel verso sperato dall’amministrazione. A settembre, sempre del ’09, la Soprintendenza torna alla carica ( “sgombrareeee!”) e diffida il comune -per l’ennesima volta- “a rimuovere le statue posizionate senza la prescritta autorizzazione”. E qui, manco a dirlo, ancora non succede nulla. Eh… che cavolo! Siamo a Rutigliano, saremo pure liberi di mettere le statue dove ci pare!

A questo punto, siamo a febbraio del 2010, succede l’irreparabile: la Soprintendenza di Bari comunica di aver avviato un procedimento sanzionatorio nei confronti del comune di Rutigliano sulla base della legge che tutela i beni culturali, la 42/2004. Il comune non demorde e, ad aprile del 2012, prova a dire che si è già eliminata la scultura “polifunzionale” prevista nel progetto originario sostituendola con “altre due modeste sculture” e che il tutto “appariva in linea con il parere” della stessa Soprintendenza. Prova a dire così, ma senza convinzione, tant’è che poi, sempre nella nota inviata alla Soprintendenza ad aprile 2012, dice “qualora non dovesse trovare condivisione questa tesi, il Comune è disponibile a valutare (…) la possibilità di richiedere un’eventuale autorizzazione in sanatoria -ancora!-  o, se ciò non fosse ritenuto compatibile con la tutela della Piazza, provvedere alla immediata rimozione delle sculture”. 

Tre mesi dopo la Soprintendenza risponde ancora smentendo: “Contrariamente da quanto dichiarato dallo stesso Comune, nel progetto presentato il 23.11.2005 ed approvato ‘in linea generale’ da questa Soprintendenza con parere dell’01.02.2006 (…), non era rappresentata alcuna scultura”. Insomma, qui non si capisce se è il comune che  ha voluto fare il furbo, o è la Soprintendenza che ha fatto la gnorri. Comunque sia, a maggio del 2011 il Ministero dei Beni Culturali ha emesso un decreto sanzionatorio ai danni del comune di Rutigliano intimando la rimozione immediata delle tre sculture da piazza Colamussi, nel caso questo non avvenga «il Ministero provvederà di suo a danno del comune» ci ha detto per telefono l’ing. D’Aries da noi interpellato sulla vicenda. L’ingegnere comunale sta predisponendo una delibera che la giunta dovrà approvare, delibera con la quale si predisporrà la rimozione delle tre “chimere” dalla piazza.

Sfrattate da lì per andare dove? «Sarà l’amministrazione a decidere» ci ha detto ancora Erminio D’Aries. La voce che circola nei corridoi del comune è quella che vuole quel bronzo allocato nel parco urbano di via Aldo Moro. Se così sarà finalmente avremo lì un po’ di ombra. Poca, decisamente poca, ma è già qualcosa.




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