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DUE SCASSI AD AZETIUM, L’ARCHEOLOGIA IN FRANTUMI

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E’ come entrare in un museo dopo il passaggio di una mandria di bisonti. Non si ferma la pratica illegale delle profondi arature nell’area archeologica di Azezio, in contrada Castiello. Sabato, 29 ottobre, siamo stati sul posto. Il primo appezzamento è vicino alla villa “Dalena”, dove c’è la torre che dà il nome alla famosa contrada. Qui è stato fatto uno scasso, probabilmente tre mesi fa, con il solco centrale profondo circa 70 cm. E’ un tappeto di frammenti archeologici, probabilmente crateri, brocche, tegole... Ritrovamenti tipici dell’insediamento di Azetium, antica città della Peucetia del VI-IV a. C.

Questo giornale non è la prima volta che denuncia la distruzione del patrimonio archeologico di cui pieno è il territorio di Rutigliano. Ci vorrebbe l’acquisizione al patrimonio pubblico di tutta l’area archeologica di Castiello per poterla innanzitutto proteggere dalle selvagge, invasive ed illegali pratiche agricole. Sappiamo che negli anni ottanta, su input della Soprintendenza, il comune ha formalmente approntato un programma di espropri che non è mai stato portato a termine, forse non solo per una questione di risorse economiche.

E’ difficile credere che i proprietari dei fondi, che scassano e impiantano tendoni, non sappiano che quella è una zona con un forte vincolo archeologico, sulla quale non è possibile -per legge- operare nessun tipo di trasformazione dello stato dei luoghi, soprattutto interventi del tipo che abbiamo fotografato.
L’altro fondo, su cui si è arato da poco, si trova proprio a ridosso della lunga muraglia, un’area a forte densità archeologica. Siamo convinti che tutto questo può accadere solo a causa della assoluta mancanza di controlli. Ci sono tante associazione di volontariato di protezione civile e animale; ce ne vorrebbe una che si occupasse specificamente della vigilanza sul vasto patrimonio archeologico che il comune di Rutigliano ha la fortuna di avere, una specie di “ronda” archeologica. Se in qualche modo non si interviene, il rischio non è solo la mancata valorizzazione di questo grande patrimonio, il rischio è la sua inesorabile distruzione, scomparsa.

Qui sotto pubblichiamo la fotogallery che documenta lo scempio. Un modo di presentazione delle fotografie che inauguriamo proprio con questo servizio fotografico. Ci sono trenta miniature, cliccate su una di esse, questa si ingrandirà; poi potete andare avanti o cliccando sull’immagine con il mouse, oppure utilizzando le freccette direzionali destra-sinistra.


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