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LAMA. UNANIMITA’ SUL DOCUMENTO DELLA MINORANZA

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Se non fosse stato per l’ora e mezza sprecata su una inutile, polemica, discussione su chi doveva cominciare prima (il sindaco a riferire delle riunioni in Provincia di Bari o la minoranza ad illustrare l’ordine del giorno) il consiglio comunale di ieri sarebbe filato liscio e sereno.

Al di là delle ormai rituali scaramucce tra le parti, l’esito del consiglio è stato positivo. Il documento presentato dalla minoranza, che impegna il sindaco a controllare una serie di cose (i lavori a regola d’arte del cantiere, la proprietà delle strade interessate dal passaggio del tubo, il rimboschimento…) è stato approvato all’unanimità con delle integrazioni proposte dalla maggioranza.

Oronzo Valentini (FLI), infatti, ha chiesto e ottenuto che nell’ordine del giorno si facesse riferimento al “Documento di indirizzo per l’istituzione delle aree naturali protette - Riserva Regionale Lame S. Giorgio e Giotta” del febbraio del 2003 che la regione Puglia sottopose all’attenzione dei comuni interessati, al quale documento avrebbe dovuto seguire l’approvazione della legge regionale vera e propria, cosa buona che non è mai avvenuta.

Dopo l’illustrazione dell'ordine del giorno fatta dal consigliere di opposizione Vittorio Berardi, è stata la volta del sindaco che, finalmente, ha riferito dei due incontri alla Provincia che si sono tenuti sulla questione scarico reflui del depuratore di Casamassima nel vallone Guidotti.

Come si sa, la Provincia di Bari è stata investita dall’assessore regionale Fabiano Amati dall’onere di organizzare un tavolo tecnico per trovare una soluzione progettuale alternativa allo sversamento in lama dei reflui dei depuratori di tutti i comuni intessati, da monte a valle.


Mercoledì c’è stata la prima riunione di questo tavolo tecnico, intorno al quale erano presenti t
utti i comuni e gli enti tecnici coinvolti. Qui non si è concluso nulla perché l’AQP si è presentato a mani vuote, non ha portato con sé il progetto del collettore intercomunale che ha redatto sei anni fa e che stava per essere realizzato e alla fine accantonato.
Il sindaco ha riferito che nell’invito a quel tavolo all’AQP la Provincia non avrebbe precisato di portare il progetto, da qui le mani vuote dei due tecnici dell’Aquedotto. Per questo mercoledì il vicepresidente della Provincia, Nuccio Altieri, che presiede quel tavolo, ha aggiornato a ieri mattina la riunione tecnica pregando l’AQP di presentarsi col progetto.

«Tornando sulla questione, vorrei innanzi tutto chiarire ai consiglieri comunali tutti che non era mia intenzione creare momenti di attrito, di scontro o di confronto aspro», ha esordito Roberto Romagno in riferimento alla polemica che c’era stata in apertura del consiglio comunale.

Rispetto al tavolo tecnico di ieri mattina «si è chiesto -ha continuato il sindaco- l’intervento e la partecipazione del comune di Bari perché la preoccupazione era che lo sversamento delle acque a mare attraverso il collettore intercomunale potesse non trovare d’accordo lo stesso comune di Bari».

Bari ha, in effetti, dimostrato dubbi e perplessità sul progetto per quel che riguarda il convogliamento a mare dei reflui, «ma ha comunque detto che, se la realizzazione del collettore intercomunale vede d’accordo tutti gli altri attori e si ritiene che quella soluzione sia la migliore da attuare, chiedendo le dovute garanzia sullo sversamento in mare, ha dato la massima disponibilità a perseguire quella soluzione». Il sindaco, dunque, ha riferito della disponibilità del comune di Bari al convogliamento nella condotta marina Ovest dei reflui dei cinque comuni del Sub-Est barese oggi in emergenza, un fatto importante.

Ma c’è un’altra questione, che il comitato cittadino “Salviamo Lama San Giorgio” ha già da diversi giorni portato all’attenzione dello stesso sindaco e della Provincia di Bari.
Quella in questione è un’opera pubblica lunga 59 km, alla quale si colletteranno tutti i depuratori da Putignano a Casamassima (5 comuni); attraverserà strade provinciali, statali e l’ambirà anche l’autostrada. E’ stato già calcolato il tempo. Esiste un piano finanziario di questa grande opera pubblica che prevedeva un tempo di realizzazione di 6 anni, dalla redazione del progetto definitivo (2009) al collaudo e messa in esercizio del collettore (2014). Un tempo biblico rispetto all’emergenza in cui sono i comuni, la regione e anche l’Italia (sotto infrazione comunitaria per lo sversamento dei reflui direttamente in falda).

Quello del collettore intercomunale «è un progetto già inserito nei piani dell’Area Metropolitana Bari 2015, un progetto del 2009» ha informato il sindaco ieri in consiglio comunale. Questa soluzione, però, porterebbe via -come abbiamo visto- molto tempo. Allora, «Alla conferenza di servizi fissata per il 3 giugno prossimo si vorrebbe arrivare con una soluzione alternativa condivisa da tutti, ma anche con delle ipotesi di soluzione a breve termine per evitare che ci dicano che va bene il collettore intercomunale, però nel frattempo abbiamo la necessità di risolvere il problema di Casamassima e, quindi, nelle more che si realizzi il collettore potrebbe ipotizzarsi lo sversamento in lama».

Il problema è, dunque, non solo la soluzione ideale e definitiva del collettore intrercomunale, ma anche una che risolva nell’immediato l’emergenza ed eviti lo scarico nel vallone Guidotti. Il sindaco ha riferito che questa preoccupazione è stata condivisa ieri su quel tavolo tecnico e tutti hanno capito la necessità di presentare alla regione Puglia le due soluzioni.

E’ chiaro che il tavolo tecnico della Provincia deve fare i conti con l’altro tavolo, più importante, quello che alla fine deciderà le sorte del nostro territorio, la conferenza di servizi regionale. Amati potrebbe accettare tutte e due le soluzioni, o approvarne una e, “provvisoriamente”, scaricare in lama San Giorgio visto che il tubo è già lì, a trecento metri dal vallone.


Piano finanziario del collettore intercomunale, 2008
(Metropoli Terra di Bari - BA2015)






























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