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Moro non è stato ucciso dalle BR. Videointervista all’on. Gero Grassi

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Insieme alle Brigate Rosse, in via Fani -luogo del rapimento di Aldo Moro e dell’eccidio degli agenti della sua scorta- c’erano i sevizi segreti italiani e stranieri e la mafia romana (banda della Magliana). Ad uccidere il presidente della Democrazia Cristiana non sono state le Brigate Rosse.

Queste, e altre cose, sempre sulla vicenda Moro, ce le dice l’on. Gero Grassi, esponente del PD e componente della commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro, da noi intervistato l'altro ieri mattina presso l'ITC, dove aveva un incontro con gli studenti degli IISS "Alpi-Montale" proprio sulla vicenda Moro.

Chi è stato, allora, ad uccidere Moro e perché? Il perché l’onorevole lo dice nell’intervista, non si sa bene, invece, chi abbia premuto il grilletto. Ci sarebbe un indizio che riporta «a un ex brigatista, ‘ndranghetista, legionario il cui cognome inizia con la “De”, calabrese», persona a cui i brigatisti avrebbero ceduto Moro.

L’on. Grassi ci dice, ancora, che la commissione parlamentare ha già prodotto una relazione approvata dal parlamento il 25 gennaio scorso, relazione che sarà aggiornata entro la fine di questo anno.

Circa la verità sul caso Moro, la commissione ha cominciato a lavorare che era al «10%», ora si è al «95%». Insomma, «ci manca quello che ha premuto il grilletto», dice nell’intervista l’onorevole Grassi.

La speranza, alla fine, è che la commissione e la magistratura riescano a far luce su chi ha materialmente ucciso Moro, certo, ma anche sui mandanti, su chi, il 9 maggio del 1978, ha deciso che moro doveva morire.

Non aggiungiamo altro, è tutto nella interessante intervista all’on. Gero Grassi qui sotto pubblicata.


 

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