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“CI SIAMO”, APERTA LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL PD

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di Rosalba Lasorella

La campagna elettorale del Partito Democratico si è aperta a Rutigliano con un incontro che, lo scorso 6 febbraio, ha riunito simpatizzanti, curiosi ed indecisi al fine di presentare i candidati pugliesi in lista ed illustrarne le priorità. A moderare l’appuntamento il consigliere comunale Giuseppe Valenzano, il quale ha colto l’occasione dei saluti iniziali per ringraziare «con emozione» il gruppo dei Giovani Democratici, «primo motore di questa campagna elettorale qui a Rutigliano». E numerosi, in effetti, sono stati i giovani che hanno affollato Sala “Mons. Didonna” per ascoltare le parole di Onofrio Romano, Gilda Binetti e Franco Cassano, impegnati a persuadere la platea della necessità di operare una scelta, in questo caso una scelta targata PD.

«”Ci siamo”» -ha detto Giuseppe Valenzano spiegando lo slogan della campagna- «è la risposta ad una chiamata che richiede impegno: sono due parole che scatenano una energia disarmante, se pronunciate nella giusta maniera». A spiegare quale fosse, appunto, la “giusta maniera” è intervenuto Onofrio Romano, ricercatore della Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bari, il quale ha giustificato la propria discesa in campo con la convinzione che, alla luce della profonda crisi di sistema che da tempo attanaglia il Paese, sia indispensabile «ritrovare la forza di ragionare insieme sulla via d’uscita e quindi ritrovare una comunità parlante, una comunità che discute». Il PD avrebbe, secondo il candidato, sostituito alla figura di un leader carismatico la responsabilità di una comunità politica, in seno alla quale occorrerebbe ancora lavorare per «riordinare la realtà» e vivere attivamente il ruolo di cittadini. Seguendo questa prospettiva, il dott. Romano individua nella Puglia e nel Mediterraneo una «chance di rigenerazione», una possibilità di sviluppo che deve avere tra i suoi presupposti la ridistribuzione delle ricchezze e la valorizzazione di quei prodotti e di quei modelli di vita che sfuggono all’«automatismo del mercato».

Al Partito Democratico ha aderito anche Gilda Binetti, piccola imprenditrice candidata al Senato che, desiderosa di restituire ai cittadini «un Paese normale e fatto di persone serie», ha trovato nel PD «quell’ampiezza di idee e di vedute che nasce dal confronto tra le persone e le loro storie». Dichiarando di temere il voto di protesta perché «ci sarebbero tutte le ragioni per essere indignati», la Binetti ha altresì invitato la «viva platea» a mantenere la lucidità necessaria per supportare la crescita nazionale, compromessa da una decennale politica industriale fallimentare che ha penalizzato la produttività: «Ora si sta capendo che dobbiamo tornare ad investire nell’economia reale, che poi è la vita delle persone; abbiamo bisogno di una politica economica che deve sostenere il reddito e l’uguaglianza». L’imprenditrice ha concluso difendendo la credibilità del suo partito, che non abbasserà la guardia e continuerà a «metterci la faccia».

Con il concetto di partito –inteso come luogo di incontro e di arricchimento interpersonale- ha esordito il prof. Franco Cassano, noto sociologo italiano e capolista PD alla Camera, nonché fervido sostenitore di una politica eterogenea, capace di indurre i cittadini «ad impegnarsi e a testimoniare le proprie idee». Il professore ha richiamato l’attenzione sulla necessità che «la politica torni ad essere alta» e ad esser concepita come servizio alla comunità piuttosto che come mera dispensatrice di potere per qualcuno: «Il Partito Democratico è l’unico partito non personale della scena italiana, cioè l’unico partito che non appartiene ad un uomo». Chiari i riferimenti agli avversari, chiare le ragioni che hanno spinto il sociologo a rappresentare il PD: «Io voglio dare l’idea di una forza politica responsabile, che non fa promesse e poi ci ripensa; non compra giocatori e può dare delle risposte alla crisi generale».

Con un invito a fare tesoro di questi momenti di confronto, si è conclusa una serata nella quale poco si è parlato di programmi ed azioni concrete, ma che ha seguito un unico filo conduttore, quello della scelta. E non si può certo dire che facile sarà quella a cui sono chiamati gli italiani i prossimi 24 e 25 febbraio.

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