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SINDACO E GIGANTE, BOTTA E RISPOSTA SULLA CAUSA DA 102 EURO

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Nell’ultimo consiglio comunale, oltre alla mozione sulla piscina, si sono discusse otto interpellanze presentate dell’opposizione. Ad illustrarle tutte, per la minoranza, è stato il consigliere de “Il Paese che Vogliamo” Mimmo Gigante. Scriveremo su alcune, che riteniamo più interessanti, con articoli ad hoc.

Cominciamo con la costituzione in giudizio del comune per una causa di appello contro una sentenza del Giudice di Pace che ha obbligato un cittadino al pagamento di una multa di 102 euro presa all’autovelox. L’interpellanza chiedeva per quale motivo il comune si costituisse impegnando una somma di 4.000 di spese per il suo legale a fronte di un eventuale recupero di 102 euro di multa. «Dare 4000 euro a un avvocato che deve difendere il comune per appena 102 euro, ritengo sia uno sperpero di denaro, sia davvero un danno economico oltre che una offesa morale» ha detto Gigante.

Il sindaco, ha risposto dicendo che, intanto, «parliamo di un impegno di spesa non di una liquidazione, stiamo quindi ancora in una fase propedeutica. Queste considerazioni, eventualmente, andrebbero fatte -e le faremo- nel momento in cui la liquidazione sarà dell’importo da lei citato».

Ad oggi, dunque, per Roberto Romagno quei 4.000 euro sono solo un impegno e non soldi già pagati e che, comunque, c’è una delibera di giunta del 2007 che, «per quanto superata», ha determinato quegli importi per quel tipo di contenzioso. Sull’opportunità di non costituirsi in appello che l’interpellanza poneva il sindaco ha risposto che «la decisione della costituzione in giudizio è stata determinata dalle considerazioni fatte dal comandante della Polizia Municipale che, dopo un’ampia relazione, ha concluso lasciando all’amministrazione la opportunità di costituirsi in giudizio al fine di scongiurare gli effetti negativi di una riforma di sentenza». Io non sono un esperto, non sono un avvocato come lei, ha argomentato il capo della giunta rivolto all’interpellante, «però, così come ha detto che esistono i procedimenti e i processi in contumacia, credo che esistano anche le condanne in contumace».

Nella sua replica il consigliere ha fatto presente che sulla vicenda c’è una nota del comandante dei Vigili Urbani. «Lei mi deve spiegare, sig. sindaco, perché avete omesso di riportare nella delibera (di incarico legale, ndr) quello che era stato indicato esattamente dal comandante della polizia municipale», ha incalzato Gigante. Il  consigliere poi ha letto in aula quello che ha scritto il comandante Francesco Vita circa la costituzione in giudizio: «Alla luce di quanto su esposto si rende necessario valutare l’opportunità di costituirsi nel giudizio». 

L’appunto all’amministrazione mosso dall’interpellante è che «nella determina questo “valutare l’opportunità” è stato omesso, perché è stato detto che il comandante della Polizia Municipale, nel trasmettere l’atto di appello, ha rappresentato l’opportunità di costituirsi in giudizio». «La differenza -ha aggiunto ancora Gigante- non so se la riusciamo a percepire, cioè una cosa è dire valutare l’opportunità, un cosa è, invece, rappresentare. Sono due concetti completamente diversi. Il comandante ha detto guadate bene se vale la pena o non vale la pena. Nella determina, invece, sta scritto che ha rappresentato l’opportunità, cioè significa dovete fare per forza la causa». «Questo è un atto della pubblica amministrazione -conclude l’avv. Gigante- è un atto di cui voi vi assumerete tutte le vostre responsabilità. Comunque, ad ogni modo, se mi consente sig. sindaco, le sue risposte non sono state in alcun modo soddisfacenti».

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