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ITES TURI- RUTIGLIANO, DOCENTI UMILIATI E OFFESI DAL GOVERNO

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Il Collegio dei Docenti dell’ITES “S. PERTINI” di TURI (BA), riunitisi venerdì 16 c.m. in seduta congiunta con i docenti della sede associata di RUTIGLIANO, esprimono profonda preoccupazione e ferma indignazione circa le politiche scolastiche dell’attuale governo, considerate come l’ennesimo, durissimo colpo inferto all’istruzione pubblica e all’intera classe dei docenti, ancora una volta, offesi ed umiliati agli occhi dell’opinione pubblica nazionale, presentati come “assenteisti, fannulloni”, e con un carico di lavoro distante dalle medie lavorative europee.

Certe affermazioni, oltre ad essere lesive della onorabilità e serietà dell’intera classe docente, sono dette da chi dimostra di non conoscere la realtà (cosa che dovrebbe preoccupare trattandosi di uomini di governo): infatti i docenti italiani hanno un carico settimanale di ore di lezione in classe superiore alla media europea, sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) sia nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e praticamente identico nella scuola media (18 contro 18,1). Al contrario, gli stipendi non sono per niente armonizzati con quelli dei colleghi europei. Denigrando giorno dopo giorno l’immagine degli insegnanti, i governi degli ultimi vent’anni sono riusciti nell’intento di demolire la Scuola statale e delegittimare la sua funzione istituzionale sancita dalla nostra Costituzione: quella di “formare l’uomo e il cittadino”.

In particolare, il nostro dissenso è rivolto contro
• il Decreto di Stabilità del Governo (non ancora approvato in via definitiva dai due rami del Parlamento) che stabiliva l’aumento dell’orario di lavoro per i docenti da 18 a 24 ore settimanali senza il conseguenziale aumento di retribuzione (peraltro fermo al triennio 2006- 2009) e con il vile e penoso baratto della “concessione di 15 giorni di ferie estive”. In questo modo, oltre ad estromettere decine di migliaia di precari attualmente indispensabili per l’attività scolastica, si svilisce il valore del lavoro e della professionalità docente, costituito da una serie di attività svolte fuori il normale orario scolastico, mai opportunamente valutato e da sempre svolto con abnegazione e professionalità;

• la recente decisione, diffusa dagli organi di stampa, di non dare seguito alle precedenti volontà espresse da autorevoli ministri dell’attuale governo, di fatto non elimina il problema dal momento che già si pensa di ripresentarlo per il prossimo a.s., estendendo comunque il tempo di lavoro, seguendo la stessa logica antidemocratica e antisindacale della imposizione dall’alto e senza una contropartita economica;

• Il blocco degli scatti di anzianità, unitamente a quello del rinnovo del contratto fermo al 2009, mortifica le retribuzioni del settore, tra le più basse a livello europeo;

• Prove Invalsi: nel corso del triennio scolastico 2012/13 – 2014/15 le rilevazioni nazionali degli apprendimenti da parte dell’Invalsi riguarderanno anche le classi quinte della scuola secondaria di II grado (Direttiva del 12/10/2012 n° 85). I test INVALSI rivelano una pericolosa tendenza ad un’omologazione della didattica verso i livelli minimi, come è stato evidenziato in paesi che prima di noi hanno adottato analoghi sistemi di rilevazione. La superficialità, il nozionismo, la non coerenza dei test INVALSI con i programmi e con la metodologia del nostro sistema scolastico, l’esigenza di far ottenere buoni risultati agli studenti in occasione dei test, sono espressioni di un approccio pedagogico ‘utilitaristico’; le stesse prove costringono i docenti a prestazioni aggiuntive e gratuite, per la loro correzione in orario pomeridiano.

• Il ddl 953 (cosiddetto Aprea) approvato il 10/10/2012 in VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati ed in attesa di approvazione al Senato. Tale decreto di fatto smantella il Consiglio d’Istituto trasformandolo in un “Consiglio dell’Autonomia” di cui faranno parte i privati e i poteri forti del territorio, soffocando di fatto la libertà d’insegnamento e il funzionamento democratico della scuola; nello stesso decreto, si dice che ciascun Consiglio dell’Autonomia potrà stabilire il proprio Statuto in merito a questioni amministrative e alla gestione dei propri organi interni, per cui le scuole italiane diventeranno sempre più disomogenee, accentuando le differenze ai danni dei più deboli e limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini.

In assoluto spregio al diritto e alla Costituzione della Repubblica, si arriva a calare tutto questo dall’alto, senza alcun tipo di confronto con le parti direttamente interessate, in totale disprezzo per la democrazia e il libero confronto delle idee. Neanche nei modelli totalitari lo stato interveniva a stabilire i tempi di lavoro e persino lì si preservavano le apparenze della contrattazione fra le parti. Noi riteniamo che un governo che non tutela la scuola e non tutela i suoi docenti, anzi li mortifica con provvedimenti assurdi e inaccettabili, non tuteli il futuro della società.

Per questi motivi temiamo che oggi sia in gioco molto più di una semplice rivendicazione sindacale: è in gioco la garanzia per i nostri alunni e per i nostri figli di vivere in uno Stato di diritto, in uno Stato in cui la Costituzione non sia solo carta straccia, in una scuola che forma per il futuro e per l’Europa, ad essa legata in tutto (anche nel rispetto degli standars europei in tema di sicurezza sul posto di lavoro e di equa retribuzione). Alla luce di quanto sopra, i docenti decidono di ritirare la propria disponibilità a ricoprire qualsiasi incarico e/o funzione che non sia previsto, come obbligo, dal contratto nazionale. Quindi da oggi e fino all’avvenuta constatazione di un clima diverso e di “sagge decisioni” si decide quanto segue:
• Sospensione di tutte le attività aggiuntive svolte oltre l’orario d’obbligo di insegnamento in classe;
• Sospensione della prestazione di ore di eccedenza per la sostituzione dei colleghi assenti;
• Sospensione di tutte le attività delle figure di sistema: coordinamenti di classe - coordinamenti di
• dipartimenti - funzioni strumentali;
• Sospensione di tutti i viaggi di istruzione e uscite didattiche - scambi culturali;
• Sospensione dei progetti extracurricolari eventualmente inseriti nel POF per l’a.s. in corso;
• Sospensione del ricevimento delle famiglie in orario antimeridiano;
• Sospensione di ogni attività didattica aggiuntiva (corsi di recupero a qualunque titolo);
• Rifiuto della somministrazione dei test Invalsi;
• Rifiuto all’utilizzo del registro elettronico.

Inoltre, si cercherà di far emergere il “lavoro nero” svolto da sempre dagli insegnanti e da nessuno mai riconosciuto: pertanto il Collegio dei Docenti decide di adottare una didattica essenziale, con la stretta osservanza delle 18 ore di insegnamento in classe, così come previsto dal vigente contratto di lavoro, durante le quali concentrare:
- programmazione educativa;
- programmazione didattica;
- preparazione delle lezioni;
- lezioni frontali;
- preparazione delle verifiche;
- correzione delle stesse;
- riduzione al minimo delle valutazioni periodiche.

Inoltre, il Collegio dei Docenti propone le seguenti INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE:
1) informazione agli alunni sulla mobilitazione in atto;
2) informazione attraverso un’assemblea pomeridiana rivolta ai genitori e studenti;
3) informazione mediante diffusione sui giornali locali e on line del presente documento, al fine di divulgare le ragioni della protesta.
Solo per senso del dovere si decide che potranno rimanere in carica per l’ordinaria amministrazione:
a. Il collaboratore vicario e il secondo collaboratore vicario, in quanto nominati dal DS;
b. I responsabili della sede succursale;
c. I docenti membri della Commissione Sicurezza;
Infine viene salvaguardata ogni attività didattica in favore degli alunni diversamente abili. Le ragioni e modalità delle protesta sono pienamente condivise anche dal Dirigente Scolastico.

Collegio dei Docenti dell’ITES “S. PERTINI”
Turi, 16 nov. 2012

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