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AMIANTO E RIFIUTI PERICOLOSI NELLA CAMPAGNA RUTIGLIANESE

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di Rosalba Lasorella


Siamo in Contrada “Capocaccia”, al confine tra Rutigliano e Conversano, sulla via che conduce a quell’edicola votiva volgarmente conosciuta come “Madonna delle Sette Accette”. E’ una giornata quasi estiva, molti agricoltori sono al lavoro e la campagna regala profumi e colori difficili da descrivere. Percorriamo una strada asfaltata, ma siamo d’un tratto costretti a fermarci… perché è impossibile non vedere. Non vedere la catasta di amianto che sovrasta il muretto a secco, non vedere i cumuli di teli e reti abbandonati incivilmente, non vedere i flaconi vuoti di concimi e diluenti utilizzati da contadini ed appassionati del fai-da-te, non vedere i rifiuti ingombranti, gli indumenti e le buste d’immondizia che dei margini della strada hanno fatto la loro casa.
Impossibile, insomma, ignorare la discarica che -ci dice qualcuno- «qui c’è sempre stata», ma che negli «ultimi venti giorni» si è tristemente arricchita di lastre d’amianto, quintali di materiale tossico altamente cancerogeno al cui smaltimento dovrà presto provvedere il Comune di competenza (con molta probabilità quello rutiglianese).

E’ evidente -ed è possibile osservarlo nella fotogallery qui sotto- che non si tratta di scarti di una raccolta differenziata mal fatta o di semplici rifiuti domestici gettati dal finestrino: si tratta, piuttosto, di fabbricati dismessi (nel caso dell’eternit), di teli rimossi, di fitofarmaci esauriti, di residui di lavori di pittura o carrozzeria, di materiale volutamente abbandonato da gente che non sa o non vuole smaltirlo. La presenza di amianto, poi, in un periodo quale quello primaverile, aggrava la situazione, essendo tremendamente elevata la probabilità che le polveri sottili si spargano nell’aria contaminandola.

Spostiamoci, ora, sulla via che dalla “Materdomini” conduce verso Vallone Guidotti. E’ il primo maggio e una folla di famiglie, ragazzi ed anziani si appresta a vivere la “festa del lavoro” tra aquiloni e pic-nic. L’accoglienza, però, proprio al bivio che segue la chiesa dedicata alla Madonna, lascia qualche perplessità e sorprende amaramente: plastica, vetro, buste d’immondizia (questa volta decisamente più numerose), armadi e cassettiere, confezioni di concimi e rifiuti d’ogni genere. Fortunatamente niente amianto.

Le foto non necessitano di ulteriori commenti; tuttavia, invitiamo i cittadini a segnalare situazioni che, oltre ad essere ai limiti della civiltà, potrebbero diventare pericolose e difficili da gestire. La speranza è che chi di dovere intervenga tempestivamente e che insieme al calendario della raccolta differenziata cambino presto anche alcune malsane abitudini rutiglianesi.




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