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“SULLA MAFIA”, GLI STUDENTI INCONTRANO DACIA MARAINI

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Il tema non è nuovo, ma è nuovo il suo modo di raccontarlo e, soprattutto, è nuova la sua presenza nel nostro paese. “Sulla mafia” è il libro che Dacia Maraini ha presentato nel primo pomeriggio di venerdì scorso attraverso un interessante dibattito che ha coinvolto gli studenti della Scuola Media “A. Manzoni”, del Liceo Scientifico “I. Alpi” e dell’I.T.C. “E. Montale” di Rutigliano.

All’incontro, organizzato dall’Assessorato comunale alla Cultura in collaborazione con l’Agenzia Letteraria “Odusia”, le scuole sono giunte dopo un intenso lavoro di preparazione che ha partorito riflessioni, immagini, recensioni e domande a cui l’autrice non ha potuto sottrarsi, rispondendo con quello stile asciutto ed efficace che la contraddistingue. «Importantissimo è stato il coinvolgimento di tutti quanti voi, delle varie scuole, degli alunni, per diffondere questo messaggio di cultura all’interno della nostra comunità» ha sottolineato l’Assessore Gianvito Defilippis, il quale, una volta accettato il progetto proposto dal dott. Carlo Picca, responsabile di “Odusia”, ha provveduto a distribuire presso gli istituti copie gratuite del libro.

Dacia Maraini, nota in tutto il mondo per la sua attività di scrittrice, poetessa e drammaturga, ha raccolto le curiosità dei suoi giovani lettori e, senza spingersi troppo in profondità, ha raccontato storie di coraggio, storie di paura, storie di speranza, storie di disperazione, illuminando gli aspetti più tetri di un’Italia a cui non mancano eroi da inneggiare, ma che scarseggia di modelli da imitare.
L’attenzione dell’autrice, come anche degli studenti, si è concentrata sulle vite semplici, sui “no” della gente comune, sui messaggi positivi lanciati da chi ancora lotta e ancora crede che la mafia possa essere sconfitta, perché -come scrive nel suo testo- «se vogliamo cambiare qualcosa nel nostro Paese sarà bene fare conoscere chi lavora fuori dai riflettori, in situazioni difficili e rischiose. Esempi di insegnanti appassionati, di cittadini onesti, di giornalisti coraggiosi, di giudici coscienziosi, di politici trasparenti».

Le scuole sono, in questo senso, terreno fertile: il confronto con la scrittrice -penalizzato soltanto da un luogo, quale la sala consiliare, probabilmente poco idoneo ad ospitare iniziative di questo genere- ha dimostrato che, nonostante le difficoltà, educare alla legalità è possibile, che il regno della criminalità organizzata è indifeso se a minacciarlo sono giovani forze, che bastano poche parole per scuotere un mondo, per suscitare una reazione, per sgretolare l’indifferenza.

«Se noi ci appassioniamo alla Repubblica e chiediamo giustizia, manteniamo la capacità di indignarci», ha commentato Dacia Maraini, ma è vero che il problema è tutto racchiuso in quel “se”. E’ possibile che la potenza della mafia giaccia in quel degrado politico e morale che rende impossibile affezionarsi al nostro Paese? E’ possibile che dalla sfiducia nella legge nasca la fiducia in sistemi criminosi che non vogliono giudici né tribunali, solo coltelli e vendette clandestine?
Questo hanno chiesto i cittadini del domani. Lo hanno chiesto a lei e lo hanno chiesto a noi. A noi che ancora cerchiamo il momento giusto per indignarci; ma … se non ora, quando?

A breve il video dell'incontro

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