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LABORATORIO ANALISI, E’ ANCORA ATTIVO. PARLA IL dott. ROMAGNO

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Secondo le intenzioni della ASL Bari e della regione Puglia il laboratorio analisi di Rutigliano dovrebbe essere declassato a semplice centro prelievi. La chiusura dei reparti ospedalieri e la conseguente ristrutturazione edilizia dell’ex ospedale ha trasferito il centro di patologia clinica dalla vecchia sede ai locali dove prima c’era l’ambulatorio di riabilitazione, nel seminterrato, vicino alla radiologia.

La chiusura dell’ospedale e il trasloco hanno dato l’idea che il laboratorio analisi fosse stato soppresso e, in effetti, questa è una voce che circola in paese e spinge alcuni cittadini a rivolgersi altrove per fare le loro analisi. Non è così. «Il laboratorio analisi esiste ancora, non è chiuso. E’ stato in pausa operativa soltanto per una quindicina di giorni quando è stato fatto il trasloco dalla vecchia seda a quella nuova. Un pausa che non ha avuto un riflesso negativo sull’utenza, perché noi comunque anche in quei giorni abbiamo effettuato i prelievi che sono stati poi analizzati in un altro laboratorio», è quanto ci riferisce il dott. Nino Romagno, responsabile del laboratorio analisi di Rutigliano, che abbiamo intervistato.

Dott. Romagno, non ci sono state e non ci sono interruzioni del servizio.
«No, non ce ne sono state. Ci sono stati, certo, un po’ di problemi legati ai trasferimenti, al ritiro delle risposte».

E’ infondata, dunque, la voce che circola in paese della chiusura del laboratorio analisi.
«Un voce ingiustificata. Attualmente noi stiamo lavorando. Abbiamo una lista di prenotazioni di 50 pazienti al giorno, stiamo elaborando attualmente per il laboratorio di Mola che, a causa della mancanza del dirigente responsabile, manda i campioni a Rutigliano e sono, quindi altri 40 campioni. Stiamo lavorando, insomma, su quasi un centinaio di campioni al giorno».

Tutto questo in attesa, però, della chiusura del laboratorio decisa dal Piano di riordino ospedaliero e sanitario della regione che lascia qui a Rutigliano solo un centro prelievi.
«Se decideranno di trasformarlo ce lo dovranno comunicare. A tutt’oggi non sappiamo niente. Noi lavoriamo, la gente viene qua, si prenota, fa gli esami, li ritira dopo due-tre giorni e se ne va».

Qui da voi, dunque, non c’è aria di smobilitazione del laboratorio analisi.
«Le voci ci sono, ma di scritto a noi, a me e al dirigente del laboratorio di Triggiano, non è arrivato niente. Non ci sono disposizioni in questo senso. A Rutigliano finché stiamo aperti lavoriamo. Il messaggio che qui si vuole lanciare è legato all’utenza, perché se la gente sa che il laboratorio è chiuso se ne va altrove sottoponendosi a un sovraccarico di spese, di stress. Anziani, bambini, gestanti che vanno fuori a farsi gli esami perché credono che a Rutigliano gli esami non si fanno più, e non è vero».

Non solo si fa il prelievo, ma il laboratorio funziona come ha sempre funzionato.
«Quello che faceva prima del trasloco continua a farlo regolarmente anche adesso, non è cambiato niente. Anzi, noi lavoriamo anche per l’ospedale di Triggiano. Triggiano ci manda i campioni, noi glieli facciamo (alcuni esami che loro non fanno) e poi gli mandiamo le risposte».

Rutigliano, che dovrebbe essere declassato a semplice centro prelievi, oggi addirittura raccoglie e analizza i campioni di Triggiano e Mola.
«Certo».

Ci sono altri ospedali che si servono del laboratorio di Rutigliano?
«Serviamo la Fenice di Noicattaro, l’RSA di Mola e anche associazioni di volontariato che si appoggiano a noi per la gestione dei pazienti affetti da patologie neoplastiche come l’ANT, l’AMO Puglia. Non è cambiato niente».

Se Rutigliano dovesse trasformarsi in semplice centro prelievi, cosa ne sarà di tutti i servizi che voi offrite agli altri ospedali e al volontariato sul territorio.
«L’accesso a questo servizio sarebbe regolamentato dal laboratorio accettante, sarà questo, eventualmente a decidere quanti prelievi fare al giorno e quali mandare. Se il nostro laboratorio dovesse trasformarsi in un centro prelievi non possiamo dire che per l’utenza le cose non cambieranno. Non cambieranno perché comunque i prelievi li faranno qua, le risposte le verranno a ritirare qua, però i tempi di attesa e il numero degli accessi saranno regolati dal responsabile del laboratorio che potrebbe essere quello di Triggiano, di Carbonara…»

Potrebbe quindi succedere che da Rutigliano non possano arrivare al laboratorio analisi, diciamo territoriale, più di un tot di campioni al giorno. E’ così?
«Potrebbe capitare questo o anche non capitare. Il problema è che non è stato ancora creato oggi un sistema di rete, perché per far funzionare bene un centro prelievi, oltre ad avere un sistema di autotrasporto ben organizzato dei campioni biologici che viaggiano sul territorio, è necessario almeno un interfacciamento online di tutti i laboratori. Cioè non deve viaggiare la carta, devono viaggiare le informazioni per via telematica in modo tale che il campione una volta arrivato a destinazione possa essere controllato e monitorato in tutta la sua filiera anche dal responsabile del centro prelievo. Perché se viene qualcuno a chiedere del proprio esame io devo poter dare delle risposte. Ora, se non ho la possibilità di andare a controllare, tramite computer, la posizione di un utente, della sua pratica che potrebbe trovarsi a Triggiano o a Carbonara, io non potrò dare nessuna risposta. Questa mancata informazione crea chiaramente un disagio all’utenza».

Questo è un suo timore o crede che le cose potrebbero andare davvero così.
«E’ un mio timore, ma se le cose rimangono come sono diventerà certezza, perché attualmente non c’è un sistema di rete informatizzata che colleghi tutti i laboratori. Se fanno questa rete e creano un sistema di trasporto efficace dei campioni è chiaro che le cose potrebbero funzionare bene».

Il laboratorio analisi, quindi, ad oggi funziona ancora, ma quello che succederà a breve, o a medio termine, non è dato sapere a nessuno. La paura che hanno gli operatori, e anche i cittadini, è nella lentezza delle risposte analitiche che si verificherebbe nel caso non si crei preliminarmente una rete informatica che metta in comunicazione -e in tempo reale- i centri prelievi con i laboratori analisi.
«Ci sono pazienti oncologici -aggiunge ancora il dott. Romagno- e pazienti in trattamento anticoagulante che hanno la necessità di ritirare le risposte delle analisi in mattinata». Ci si chiede se un semplice centro prelievi sia compatibile con la tempestività delle risposte che a determinati pazienti servono alcune ore dopo aver fatto il prelievo. Oggi questa tempestività è garantita, non si sa bene se lo sarà in futuro.

Vorremmo, infine, far notare una cosa. La ASL Bari ha smontato da una sede e rimontato un intero laboratorio analisi in altra sede -ristrutturata apposta- quando di quello stesso laboratorio analisi ne ha già programmato la chiusura. Potevano aspettare, anche per evitare sprechi di risorse economiche, lasciarlo lì dov’era e trasferire nella nuova sede solo il centro prelievi quando avessero deciso di dar corso a quello che hanno scritto negli atti di programmazione.
Misteri della ASL.

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