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RUTIGLIANO COME CHIOMONTE? LA REGIONE RITIRI IL PROGETTO

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Sarebbe un peccato se proprio ora la Regione si incaponisse e andasse avanti col suo progetto non curante di quello che è successo. Un atteggiamento del genere equivarrebbe a dire che non ci interessa del territorio, dell’ambiante, delle comunità che ci vivono e delle istituzioni locali che le rappresentano e le governano.
Significa buttare alle ortiche tutto il lavoro di due mesi fatto dai comuni interessati direttamente e indirettamente allo scarico in lama delle acque di fogna depurate, (Rutigliano e Casamassima in modo particolare) e la Provincia di Bari.

Possiamo dire di aver assistito negli ultimi due mesi ad un interessante esempio di partecipazione democratica, di governance, tra cittadini ed enti con diverse responsabilità di governo. Insomma cittadini, comuni, provincia e regione che hanno sinergicamente lavorato alla soluzione di un problema che coinvolge comunità e territorio.

E’ vero, c’è un comune, quello che metterà a disposizione il recapito finale, cioè Bari, che ancora non decide ed è combattuto tra la posizione dura, ostica, dell’assessore all’Ambiente Angela Maugeri, e quella un po’ più dialogante e possibilista del sindaco Michele Emiliano.

«Bari per quello che ufficiosamente sappiamo, ieri è stato parecchio tempo a confrontarsi, hanno preso in visione il fax che io ho mandato del documento sottoscritto», ci ha detto ieri Roberto Romagno. Il documento (che qui sotto pubblichiamo) è stato, dunque, fatto recapitare al sindaco di Bari. «Questo serve a far comprendere ad Emiliano che c’è condivisione tra i comuni interessati», ha aggiunto Romagno che tra qualche giorno chiederà un incontro a Fabiano Amati per sondare la reazione della regione al documento che propone il collettore intercomunale e le trincee drenanti, documento sottoscritto da sette sindaci su otto.

L’assessore regionale ai Lavori Pubblici il 2 maggio scorso ha voluto che si riaprisse la discussione sul recapito finale del depuratore di Casamassima, ha dato alla Provincia di Bari il compito di elaborare una proposta alternativa allo scarico di quel depuratore in lama San Giorgio, infine ha voluto che fosse condivisa.

Ora, tutto quello che è stato chiesto da Amati è stato fatto e fatto bene. Ci sono i progetti, c’è una larghissima condivisione, va da sé che non può che esserci il ritiro del progetto in esecuzione, quello dello sversamento in lama. Il ritiro di questo progetto è indispensabile, è la mossa più consequenziale e logica a tutta l’azione svolta da provincia, comuni e regione fino a questo momento.

Ritirare quel progetto ora è possibile, è necessario perché Bari sciolga ogni riserva e decida una buona volta di mettersi a discutere sul collettore intercomunale. Questo è quello che sostanzialmente ha chiesto la Maugeri ad Amati il 23 giugno passato in sede di conferenza di servizi.

«Noi abbiamo bisogno di sentire dalla regione che il procedimento precedente, quello autorizzato e in itinere, che prevede lo sversamento in lama, è un procedimento che la regione decide di dichiarare inficiato, annullato, non più valido, non più possibile ecc. (…) Io voglio discutere su quella soluzione (il collettore intercomunale, n.d.r.) quando a questo tavolo mi si dice quel procedimento autorizzatorio è fallito, è stato fatto in modo sbagliato e, quindi, ragioniamo», questo è quello che ha testualmente detto l'assessore all'Ambiente del comune di Bari nell'ultima conferenza di servizi.

La Maugeri in sostanza ha detto: la regione ritiri il progetto autorizzato in esecuzione e noi discutiamo del collettore intercomunale. In altri termini, finché quel progetto sta in piedi al comune di Bari sta bene e non è disponibile a discutere di alternative.

Di fronte alla condivisione di tutti i comuni, alla disponibilità finanche della Maugeri a discutere se si ritira il progetto in esecuzione, la regione faccia la cosa più saggia, più logica, più politicamente e istituzionalmente corretta: ritiri quel progetto e approvi il collettore intercomunale e le trincee drenanti a Casamassima.

Se questo non succede, se si dovesse insistere sulla soluzione in itinere, imposta dai burocrati degli uffici regionali, allora vorrà dire che Amati, Nichi Vendola e l’intero centrosinistra al governo della regione si assumeranno la responsabilità di una sommossa popolare a Rutigliano e dintorni che potrebbe assumere i connotati della protesta  “NO TAV” di Chiomonte in Val di Susa.


Il documento


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