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CALAMITA’ NATURALE ACCORDATA, SENZA SOLDI

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Rutiglianoonline
ha seguito da vicino tutta la vicenda legata alla grandine dell’8 giugno, ha documentato con reportage video i danni, facendo parlare direttamente gli agricoltori. Ha seguito, il 14 giugno scorso, l’ispettore regionale dott. Franco Maizza che è andato in giro per quasi tutto l’agro di Rutigliano verificando e appuntando i danni provocati da un evento atmosferico così violento ed eccezionale che nessuno ricorda sia mai successo in passato.

Circa la relazione dell’ispettore regionale non c’è nulla di ufficiale ancora. Quello che sappiamo è che il dott. Maizza l’ha da giorni consegnata all’assessore regionale all’Agricoltura Dario Stefàno. La cosa certa è che il danno alla coltivazione prevalente, cioè all’uva da tavola, supera il 35%, la calamità naturale sarà dunque accordata a Rutigliano.

Questo, però, non significa granché rispetto a un intervento risarcitorio all’indirizzo di quegli agricoltori che hanno perso il raccolto di quest’anno e anche quello dell’anno prossimo. La dichiarazione dello stato di calamità servirà solo a chi ha garantito il prodotto e gli impianti con polizze assicurative, questi potranno riscuotere i premi sulla base delle condizioni contrattuali. Il resto della platea di imprenditori agricoli, cioè la maggior parte, sia sui danni alle produzioni che agli impianti, non avrà un centesimo perché non coperta da assicurazione e perché il governo, su imposizione della comunità europea, non stanzia più soldi per questo tipo di interventi.

Sono in forse anche provvedimenti tipo la sospensione del versamento dei contributi e l’alleggerimento della morsa del debito agrario. Insomma una debacle su tutti i fronti per gli agricoltori locali che, a differenza di altri, soprattutto del Nord, sono scoperti da ogni provvidenza.

L’agricoltura è di fronte a una situazione assurda. Il settore primario dell’economia è lasciato a se stesso con tutti i suoi problemi, che sono di mercato, di concorrenza spietata dei paesi del bacino del mediterraneo che inondano l’Europa con i loro prodotti agricoli a basso costo di produzione quindi a prezzi più competitivi, di una filiera della commercializzazione del prodotto tutta schiacciata sugli interessi della grande distribuzione e delle agenzie di intermediazione.

Quand’anche un agricoltore assicura la sua produzione, il risarcimento non è automatico. E’ in relazione alla dichiarazione dello stato di calamità che può anche non essere concesso e, quindi, vedersi non pagato il premio assicurativo. Per non parlare di tutti i problemi legati alle polizze, piene di cavilli e franchigie che rendono problematica la  riscossione dei premi.

Alla fine gli agricoltori non si assicurano perché non si fidano delle assicurazioni. E’ lo stesso assessore Stefano a riconoscere che nel settore assicurativo agricolo “ci sono delle criticità”, dei problemi che vanno risolti. In una situazione di così poche garanzie e poca chiarezza circa la copertura del danno, obbligare gli agricoltori ad assicurarsi è una provocazione.

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