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CONSIGLIO SCORSO SULL’OSPEDALE, NON C’E’ LA QUADRA

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Il consiglio comunale di lunedì scorso, monotematico, chiesto dalla minoranza sulla questione dell’ospedale con la proposta di un ordine del giorno da discutere e approvare, si è concluso male, come l'altro.

Dopo circa un paio d’ore, l’illustrazione del documento fatta da Vittorio Berardi, gli interventi di altri consiglieri di opposizione e maggioranza, Mario Gaio fa un intervento contro la regione, la sua scelta di chiudere l’ospedale e abbandona l’aula consiliare per protesta. Lo seguono a ruota tutti gli altri consiglieri di maggioranza.

A quel punto il consiglio comunale si è sciolto per mancanza del numero legale. E’ successo in sostanza la stessa cosa avvenuta nell’altro consiglio comunale, chiesto dalla maggioranza, sempre monotematico, sullo stesso problema e con un altro documento da votare. In quel consiglio è stata la minoranza a tentare di far mancare il numero legale, senza riuscirci.

«La maggioranza ha contestato la pretestuosità del nostro ordine del giorno, la solita manfrina» ci ha detto il consigliere Berardi. «Quella sera stessa abbiamo presentato un’altra richiesta di consiglio comunale con un ordine del giorno cambiato che espone i fatti accaduti e fa la storia dell’ospedale dal 2000 ad oggi anche a livello nazionale e regionale», ha aggiunto.

Abbiamo chiesto a Berardi a cosa serva un nuovo consiglio comunale ancora sullo stesso argomento, qual è l’obiettivo. «In questo consiglio comunale noi chiederemo che l’amministrazione si muova, illustri ai direttori Asl, che saranno nuovamente nominati, poi all’assessore regionale, investi la conferenza regionale dei capigruppo consiliari. Insomma si muova fino ad arrivare al presidente della regione».
L’opposizione, dunque, propone che il comune mobiliti tutti i livelli politici e amministrativi della regione sulla questione dell’ospedale di Rutigliano per evitarne la chiusura.

Su questo e su come è andata in consiglio lunedì, abbiamo intervistato anche il consigliere di maggioranza Oronzo Valentini (FLI).

Consigliere Valentini, l’altro ieri in consiglio comunale, sull’ordine del giorno proposto dalla minoranza, avete ricambiato con la stessa moneta facendo, a un certo punto, mancare il numero legale.
«Guarda, è un fatto anche di correttezza istituzionale. Non mi è mai capitato in dodici anni di attività amministrativa di vedere un punto all’ordine del giorno messo ai voti e poi riproposto in un consiglio successivo. Un documento che non dice i nomi dei responsabili della chiusura, che non esprime una protesta e che cerca di trovare soluzioni con gente che viene a Rutigliano, promette una cosa e poi fa esattamente il contrario».

Però anche il vostro ordine del giorno, che alla fine avete votato e approvato da doli, era piuttosto autoreferenziale. E’ sembrato a noi osservatori che le due mozioni, in realtà, piuttosto che al problema in sé, puntavano a ribadire una posizione politica.
«Non credo, per un motivo molto semplice. Noi questa situazione l’abbiamo denunciata ad ottobre dell’anno scorso e dai banche dell’opposizione ci è stato detto allora che stavamo procurando falso allarme. Poi, purtroppo, i fatti ci hanno dato ragione».

L’opposizione ha presentato subito un altro ordine del giorno per un altro consiglio sullo stesso argomento. Cosa succederà, anche in quella occasione farete mancare ancora il numero legale? Come dire, non c’è due senza tre?
«Ribadisco, non mi era mai capitato una cosa del genere. Il consiglio comunale si esprime su un argomento e basta, non è che si ritorna sullo stesso argomento».

Gli ordini del giorno lasciano il tempo che trovano. Come comune di Rutigliano voi, alle autorità regionali, sulle scelte fatte riguardo il nostro ospedale, un incontro lo avete mai chiesto?
«Io mi rendo conto della difficoltà di relazionarsi su queste cose. Ma noi ci siamo interessati, tanto che Nicola Pansini (direttore generale Asl Bari, ndr) è venuto in consiglio comunale a dirci quello che si proponeva di fare».

Ma Pansini è un mero esecutore di ordini.
«Esecutore di ordini, però su indirizzi che erano chiari a febbraio e sono identici a quelli di oggi. Non è cambiato nulla circa gli indirizzi della regione. Il problema, semmai, è capire, poiché le nostre ragioni sono rimaste inascoltate, come potersi proporre fattivamente nei confronti della regione Puglia, scavalcando quello che è, come tu dici, l’organo esecutivo. Registro, per quel che mi viene riferito dal sindaco, che l’assessore Tommaso Fiore dice “aiutatemi a farvi capire che non ci sono soluzioni alternative”. Io non la vedo così e dico che noi andiamo avanti ora con la protesta, il momento della proposta verrà quando saremo ascoltati».

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