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ABUSO EDILIZIO, PROCESSO E COSTITUZIONE PARTE CIVILE

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Quella di lunedì prossimo -14 marzo- sarà la prima, vera, udienza del processo penale a carico del sig. Pietro Giglio e dell’arch. Nicola Lioce. I due sono accusati del reato di abuso edilizio per aver realizzato, senza permesso di costruire, il primo piano del punto di ristoro in via Paisiello. Una costruzione che, secondo il magistrato che l’ha sequestrata un anno fa, viola anche le norme tecniche di attuazione del vigente Piano regolatore generale.

La violazione, in modo particolare, riguarda l’articolo 34 di quelle norme, che regola la cubatura e il tipo di copertura eventuale dei manufatti edili che possono essere costruiti in aree “F6”, aree dedicate dal PRG a centri sportivi privati.

L’enorme cubo di cemento armato e legno lamellare costruito dal sig. Giglio vorrebbe essere un “centro sportivo”. I tecnici sono l’arch. Lioce prima citato, che ne è il progettista, e l’ing. Giuseppe Tagarelli, consigliere comunale di maggioranza da sette anni, già assessore al cimitero nell’amministrazione Di Gioia e attualmente vicepresidente del consiglio comunale. Tagarelli di quell’opera edilizia è il coordinatore “per la progettazione e per l’esecuzione”.

Di questo processo c’è già stata una udienza, si è tenuta il 13 dicembre scorso, udienza all'epoca rinviata al 14 marzo 2011 per problemi di mancata notifica. Da allora ad oggi sono successe una serie di cose.

Intanto c’è da dire che il 20 settembre 2010 in consiglio comunale è stata approvata una delibera, proposta dal’ing. Erminio D’Aries, responsabile per l’edilizia privata dell’ufficio tecnico comunale, che dava l’interpretazione autentica dell’art. 34 delle norme del PRG la cui violazione è stata contestata al Giglio e al Lioce. Con quella delibera si è stabilito che “per coperture con strutture in precario” si intende anche una realizzata “in legno lamellare” e che la “precarietà” sta nel fatto che i “nodi” di queste strutture siano bullonati o spinottati.

Una interpretazione che calzava a pennello con il tetto lamellare/bullonato del manufatto sequestrato di Giglio, ma l’ing. D’aries ha sempre sostenuto che quella interpretazione deliberata non centrasse nulla con la costruzione di Giglio e Lioce.

L’8 febbraio scorso il sig. Giglio ha presentato un ricorso al TAR Puglia contro il comune di Rutigliano, reo di aver opposto il silenzio-diniego alla sua richiesta di permesso di costruire fatta a dicembre scorso per "sanare" la copertura in legno lamellare, proprio quella oggetto dell’inchiesta della magistratura. In sostanza, il comune non ha risposto entro i sessanta giorni di legge a quella richiesta e il sig. Giglio è ricorso al TAR.

Sembrerebbe che in quel ricorso Giglio rivendichi la conformità della costruzione di via Paisiello all’art. 34 delle norme del PRG così come interpretato dalla delibera di consiglio comunale del 20 settembre del 2010, la delibera dell’interpretazione autentica del concetto di precarietà. Chi, insomma, allora aveva intravisto una certa relazione tra quella delibera e il caso Giglio, si può dire che abbia visto lontano.

C’è un’altra questione, che riguarda il processo di lunedì. Il magistrato Roberto Rossi, nell’atto di citazione in giudizio dei due imputati, ha scritto che il comune di Rutigliano è parte lesa nel processo, il sindaco Roberto Romagno può, quindi, costituirsi parte civile per meglio tutelare l’interesse pubblico. Il comune di Rutigliano ad oggi non si è ancora costituito, non sappiamo se lo farà seduta stante lunedì prossimo, prima della costituzione delle parti.

Sappiamo solo che il sindaco, da noi intervistato il 14 dicembre scorso dopo la prima udienza, ha detto che «è probabile che» il comune «si costituisca parte civile». Sappiamo anche che il sindaco Romagno a febbraio del 2009 si è costituito parte civile in un altro processo penale, un processo contro due anziani coniugi, i quali caparbiamente rivendicano la proprietà di una strada che prima era un vicolo cieco e che da qualche anno è una via pubblica.

Ora, il comune può anche non costituirsi parte civile in un processo che vede imputato una persona molto vicina all’area politica che oggi è al governo a Rutigliano, che fa parte del comitato della Sagra dell’Uva, che è andata alla Fruit Logistica di Berlino insieme alla delegazione istituzionale qualche settimana fa. E’ certamente libero di farlo. Nel caso, però, sarebbe interessante e, oseremmo dire opportuno, che il sindaco Roberto Romagno spieghi ai cittadini quale metro usa per scegliere i processi in cui costituirsi, o no, parte civile.

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