Fatta la giunta si cominci a lavorare, ma due cose vanno dette
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- Pubblicato Sabato, 13 Luglio 2019 21:54
- Scritto da Gianni Nicastro
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editoriale
di Gianni Nicastro
I nomi degli assessori li abbiamo pubblicati (qui), per cui non li rielenchiamo pari pari.
Ai cinque assessori sono state distribuite tutte le deleghe disponibili tranne tre: bilancio, sport e polizia municipale. Queste tre deleghe se le è tenute Giuseppe Valenzano. Apprezzabile la scelta del sindaco di tenersi il bilancio.
La nuova giunta conferma alcune indiscrezioni e ne smentisce altre. Tre su cinque si sapevano già, Viriana Redavid, Antonella Berardi e Giuliana Creatore; Domenico Gigante entra al posto di Diego Difino, che ha -stranamente- rinunciato alla carica di assessore e vicesindaco. Questa è una delle novità, importanti, rispetto alla conclusione della partita giunta-maggioranza. Diego Difino sin dal giorno dopo il ballottaggio ha rivendicato due assessori: uno a lui medesimo, con ruolo di vicesindaco, l’altro a Gigante. Il tira e molla sui due assessori è durato fino a qualche giorno fa; la barra dritta tenuta dal sindaco, il non aver ceduto alle pretese del leader di una lista che ha due consiglieri, come ne hanno altre due liste della maggioranza, ha pagato in termini sia politici che di autorevolezza della figura dello stesso sindaco. Cedere subito a posizioni di potere, piuttosto ingiustificate, sarebbe stata una "sconfitta" per il sindaco del cambiamento, un segno di debolezza, non solo politica.
Ridimensionati, dunque, i desiderata di Difino, il quale forse ha capito il rischio di dimettersi da consigliere comunale per andare a fare il vicesindaco e l’assessore. Gli assessori sono completamente nelle mani del sindaco, che ha un’arma potente per mandarne via uno o tutti, la “fiducia”. Basta che questa venga meno, veramente o strumentalmente, e l’assessore fa le valigie. Meravigliava, in effetti, che Difino volesse così insistentemente fare l’assessore. Da qui la scelta di Gigante, che sarebbe stato il secondo nel caso Difino l’avesse spuntata con i due assessorati. Ma questa scelta tiene fuori un pezzo da novanta di “Associazione Libertà e Progresso”, Vincenzo Damato. Vincenzo sarebbe entrato in consiglio comunale se Difino avesse fatto l’assessore; poteva essere nominato assessore (e lui lo voleva), ma Difino lo ha scaricato. E’ probabile si sia rotto un sodalizio che sembrava infrangibile.
Cosa produrrà, in termini di stabilità politica della maggioranza, questo drastico ridimensionamento delle pretese di Difino, lo staremo a vedere. Certo, avere il diretto controllo di due voti su undici nella maggioranza, non è poco; ma in consiglio comunale, nei mesi che verranno, possono aprirsi prospettive politiche neanche tanto inaspettate.
Gli assessori
La novità rispetto alle indiscrezioni, su cui tutti hanno ragionato fino a ieri notte, è Tonio Romito, assessore all’agricoltura e all’ambiente. Già consigliere comunale del PD nella prima consiliatura Romagno, subentrato al dimessosi Giancarlo Defilippis. Il PD, quindi, ne ha due di assessori, è il “vincitore” politico della partita sulla giunta, e non poteva che essere così: è la lista politicamente più importante, oltre ad essere quella che ha più consiglieri (tre). Romito è un bravo e stimato agronomo, l’unica mia “preoccupazione” è che sia troppo inclinato verso l’agricoltura convenzionale, prevalentemente basata sull’uso dei fitofarmaci, quindi della chimica. Agricoltura e ambiente, a Rutigliano, si sa, non sono mai state in sintonia, anzi. La vicinanza, anche professionale, al modo agricolo locale potrebbe far emergere qualche debolezza. Io, ovviamente, spero di no, anche perché ci sono grandi vertenze ancora da risolvere nel rapporto tra agricoltura e città; si pensi all'illegale smaltimento dei rifiuti speciali agricoli (abbandonati e spesso bruciati), all'uso di pesticidi -e fitofarmaci in genere- troppo a ridosso delle abitazioni. Problema che il vecchio sindaco, in dieci anni, non è stato capace di risolvere, tantomeno lo è stato il suo assessore, il cui unico impegno in tal senso si chiama, pomposamente, “Mitigation”, una pantomima, una vera e propria presa per i fondelli dei cittadini “irrorati” per sei mesi l’hanno.
Di Domenico Gigante abbiamo detto, si sapeva. E’ stato consigliere comunale di opposizione nella prima consiliatura Romagno, non rieletto cinque anni fa è scomparso dalla scena politica locale, fino alle scorse elezioni comunali. Insieme ad altre deleghe ha avuto il contenzioso, forse perché è un avvocato. Ci aspettiamo una maggiore valutazione dei sinistri da insidie stradali ai fini di un ridimensionamento della esorbitante spesa che il comune sopporta ogni anno. Soprattutto ci aspettiamo che i futuri incarichi legali il comune li dia rispettando l' "Elenco degli avvocati" che dispone, aggiornato a dicembre del 2016, e il principio di rotazione, alquanto sconosciuto in passato.
Nessuna sorpresa sulle deleghe di Antonella Berardi, cinque anni in consiglio per il PD, dal 2014 al 2019. C’è da dire che è la prima volta, in assoluto -credo da venticinque anni- che un assessore abbia, nelle sue uniche mani, insieme all’urbanistica, anche tutto il pacchetto dell’edilizia, pubblica e privata. Nel 1996, il pacchetto era nella mani dell’antesignano del PD, il PDS, ma diviso su due assessori: Mauro Scionti (urbanistica) e Angelo Castiglione (edilizia pubblica e privata). Nell’era Di Gioia il sindaco si è tenuto di sicuro l’edilizia privata e forse anche quella pubblica, Romagno ha sempre tenuto per sé l’edilizia privata, non ricordo bene se anche quella pubblica, ma è probabile. Si accorpa, dunque, un assessorato strategico per le sorti di un comune. Questo è un bene? Credo di sì, tutto dipende dalle capacità dell’assessore.
Sulle altre due nomine, Giuliana Creatore e Viriana Redavid, non saprei dire niente di particolare. Non hanno esperienza politica pregressa, e questo può anche essere un pregio, la speranza è che non sia un difetto.
Dalla Creatore ci sarebbe da aspettarsi, in qualità di assessore ai servizi sociali, un particolare impegno sul fenomeno del bullismo di quartiere, che lei ha vissuto in qualità di residente del centro storico e di attivista del comitato cittadino “Rutigliano centro storico reattivo”, comitato sorto un paio di anni fa proprio a ridosso di fenomeni aggressivi di gruppi di minorenni in piazza Colamussi. Il centro storico è una sua precisa delega, ci aspettiamo che lei risolva tutti i problemi, o quelli più importanti, elencati nel documento che il suo comitato ha presentato tre anni fa nel primo consiglio monotematico proprio sul centro storico, a cominciare dall'istituzione effettiva della ZTL.
Viriana Redavid, da laureata in lettere classiche (indirizzo storico-archeologico) ha, naturalmente, avuto la delega alla cultura, i musei, il turismo… Bene, personalmente ritengo che questo sia uno degli assessorati più importanti per un comune come Rutigliano, Città d’Arte, piena di tesori archeologici, di beni culturali e architettonici. Una città piena di storia, anche molto antica, che non è mai -però- riuscita a valorizzarla, a valorizzare questo enorme patrimonio culturale, non solo. Non è riuscita neanche a tutelarlo se si pensa alla fine che sta facendo la muraglia di Azezio, all’incuria -spesso lo scempio- a cui sono sottoposte le aree archeologiche e i beni culturali (Azetium, Sant’Apollinare, San Lorenzo…). C’è bisogno di uno scranno assessorile per occuparsi seriamente della tutela, del recupero e della valorizzazione dei beni culturali e archeologici del nostro paese? Bene, ora lo scranno c’è e la speranza è che non ci si limiti a riproporre mostre temporanee nel museo archeologico, come -solamente- hanno fatto i due assessori che si sono succeduti negli ultimi cinque anni.
La giunta, dunque, è fatta. Qualcuno sarà rimasto deluso, altri entusiasti della scelta operata dal nuovo sindaco; non fa niente, è sempre così. Io questa giunta l'aspetto alla prova dei fatti, e credo di non essere il solo. Le premesse scolastiche -che sembrano il metro utilizzato nella scelta degli assessori- ci sono, la speranza è che ci siano anche quelle politiche e amministrative e, soprattutto, che queste premesse producano il cambiamento che la città sta aspettando da un quarto di secolo.