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Inchiesta su gestione rifiuti ARO BA/7. Alti costi, più TARI, meno risultati

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di Gianni Nicastro

Partiamo subito da un dato, quello che immediatamente balza agli occhi quando si legge il “Quadro economico dei nuovi servizi” approvato, insieme a tutti gli atti del Piano industriale, da cinque sindaci e un commissario (che ha sostituito Peppino Sozio, sindaco di Noicattaro notoriamente dimissionato) dell’ARO BA/7.  Euro 3.717.651,26 questo è il “costo appalto” -Iva inclusa- che sarà la base d’asta della futura gara per la gestione dei rifiuti e dell’igiene urbana del comune di Noicattaro.

Il costo pagato l’anno scorso alla Ecologica Pugliese è di 1.920.000 euro per una gestione dei rifiuti basata principalmente sul cassonetto stradale. Il sistema di raccolta pianificato dall’ARO, invece, è quello domiciliare porta a porta. La differenza di costo tra i due sistemi è di 1.797.651 euro. L’ARO ha, dunque, previsto per il comune di Noicattaro un porta a porta che verrà a costare quasi il doppio dell’attuale gestione. E’ normale? Probabilmente no.
Che il porta a porta venga a costare di più della raccolta stradale è nelle cose (un costo che viene generalmente ammortizzato con un poderoso risparmio sullo smaltimento in discarica), ma un aumento del 93,6% è davvero inspiegabile. A Monopoli, comune capofila dell’ARO BA/8, il passaggio dalla raccolta stradale attuale a quella porta a porta, la cui gara d’appalto è stata già bandita nell’ambito della gestione unitaria, verrà a costare solo il 19,25% in più (ne riferiamo più avanti).

La TARI-stangata
Un simile aumento dei costi della sola gestione dell’igiene urbana come si rifletterà sulla TARI a Noicattaro? Ci vuole poco a fare due conti.
L’imponibile TARI 2014 è stato di € 3.794.000, un importo che quasi corrisponde (appena 76.346 euro in più) al solo costo del canone che i contribuenti nojani pagheranno al futuro appaltatore unitario a partire dal 1° luglio prossimo stando al “cronoprogramma di massima” per “la presa in carico delle diverse gestioni” nell’ARO BA/7 riportato a pag. 11 del Capitolato Speciale d’Appalto (CSA), approvato dai sei sindaci dello stesso ARO nei mesi scorsi.

Al costo dell’appalto, poi, va aggiunto quello dello smaltimento in discarica che il quadro economico prima citato quantifica in € 729.206. Insomma, il costo della sola gestione integrata dei rifiuti riportato nella tabella elaborata dai progettisti del Piano Industriale (Studio Cincavalli-De Pascali..., d’ora in poi “progettisti”) è di € 4.446.857. A questo importo vanno aggiunti i CARC (costi amministrativi di accertamento e riscossione dei tributi e del relativo contenzioso), costi non presenti nel piano finanziario TARI dell’anno scorso perché, contrariamente a quello che indica la legge, a Noicattaro sono stati scaricati sulla fiscalità generale. Costi che nel 2015 dovrebbero ammontare a circa 225.000 euro (€ 200.000 di appalto per la gestione dei tributi aggiudicato a una ditta esterna a maggio scorso, più circa € 25.000 di retribuzione annuale di un dipendete dell’ufficio tributi). Siamo già a circa 4.671.000 euro di futuro imponibile TARI.

C’è un altro costo da aggiungere, ancora, che deriva da un “recupero rifiuti”, cioè dai corrispettivi in euro che il CONAI paga ai comuni, o alle ditte appaltatrici che conferiscono direttamente, per la consegna alla sua filiera (COREPLA, COMIECO, COREVE...) delle frazioni differenziate dei rifiuti. Un corrispettivo calcolato, nel quadro economico proposto (qui), molto generosamente in € 442.391per il comune di Noicattaro.

Corrispettivi CONAI gonfiati
Non sappiamo sulla base di quale calcolo, o parametro, i progettisti hanno previsto un introito così alto per il comune di Noicattaro (per gli altri è molto più basso), non sappiamo neanche se è al lordo o al netto dei costi di selezione e smaltimento delle frazioni estranee; introito grazie al quale, nella loro tabella, i progettisti, abbassano il costo del “trattamento/smaltimento rifiuti” da € 1.171.598 ad € 729.207.

Quello che sappiamo è che i corrispettivi sono elargiti sulla base di diverse fasce di qualità e purezza del materiale differenziato, alle quali corrispondono diversi prezzi la cui entità è inversamente proporzionale al grado di impurezza. Per la carta -ad es.- il COMIECO paga 96,5 €/t fino all’1,5% di impurità (frazioni estranee). L’elaborato ED.3 allegato al Piano industriale in questione riporta corrispettivi molto più bassi per la raccolta congiunta di carta e cartone, che oscillano da 13 a 6,5 €/t a seconda che si vada da < 3% a 6 - < 10% di impurità.

Tra l’altro, proprio in relazione alla carta, nei sei comuni dell’ARO 7, i progettisti hanno previsto per le utenze domestiche non solo la raccolta congiunta col cartone -quindi corrispettivi più bassi- ma anche il conferimento in sacchetti di PE (polietilene). La carta, dunque, nelle sue quantità maggiori, arriverà alle piattaforme COMIECO piena di frazione estranea, di plastica, il che significa una selezione ulteriore che farà precipitare a livelli irrisori i già bassi corrispettivi CONAI (per le non domestiche, invece, i sacchetti sono di carta e non si capisce il motivo di questa differenza di materiale tra le due utenze).

Corrispettivi reali indicativamente attesi
Ci voleva poco a calibrare i corrispettivi sulla base di dati reali, bastava che i progettisti si fossero rivolti all’appaltatore del comune premiato nel 2015 come più riciclone della Puglia, Rutigliano, con circa l’80% (esattamente il 79,8% dato 2013) di raccolta differenziata (RD). Qui avrebbero saputo quello che realmente percepisce la ditta Gassi-Esposito dal CONAI: € 150.000 lorde.

Al netto dei costi di selezione e smaltimento degli scarti, che gravano sul conferitore e che ammontano a € 90.000, Gassi-Esposito ha introitato effettivamente solo € 60.000 in un anno su 1790 tonnellate complessive di carta, cartone, plastica, vetro, alluminio, metalli e legno conferite. In sostanza, l’appaltatore di Rutigliano ha percepito dal CONAI un corrispettivo medio di 33,51 €/t nonostante sia un conferitore in fascia qualitativa “A” per la plastica e il vetro, in categorie più alte per il resto delle frazioni grazie a un sistema di raccolta che produce non solo alte percentuali di differenziazione, ma anche alta qualità del materiale differenziato.

Sulla scorta di queste considerazioni abbiamo dedotto quello che, molto verosimilmente, potrebbe essere l’introito del “recupero rifiuti” di Noicattaro calcolato sulla percentuale di raccolta differenziata che i progettisti hanno previsto dal secondo fino al nono anno della futura gestione dei rifiuti, cioè 64,25%. Facciamo notare, intanto, che -su Noicattaro- i progettisti attestano (elaborato ED.2 tabella 3.11 “Flusso di rifiuti...”  -qui-) una percentuale di RD inspiegabilmente inferiore a quel 65% che loro stessi pongono come soglia minima al di sotto della quale scattano penalità che, tra l’altro, così come impostate, risultano irrisorie, al limite del ridicolo.

Pur calcolando, dunque, i vari corrispettivi ai massimi livelli, l’importo che ne è venuto fuori è di 274.000 euro, introito a cui vanno detratti i costi di selezione e smaltimento che, come abbiamo visto su Rutigliano, abbattono di parecchio il guadagno. Mettiamo che, nella ipotesi più rosea, al netto dei costi, il “recupero rifiuti” sia di 200.000 euro, aumenterebbe di 242.000 euro il costo dello smaltimento in discarica, un aumento che si scaricherebbe direttamente sull’imponibile TARI, lo farebbe lievitare fino a 4,9milioni di euro. Cosa significhi un imponibile TARI di queste dimensioni per i contribuenti nojani, non è difficile immaginarlo.

Da stradale a porta a porta,
ma i rifiuti stranamente non diminuiscono
L’altra grande perplessità del Piano industriale “Cincavalli-De Pascale...” è la produzione dei rifiuti, che non diminuiscono negli anni anche nei tre comuni che passano dalla raccolta stradale a quella porta a porta, Noicattaro, Capurso e Valenzano. La tabella sopra citata e linkata quantifica a Noicattaro una produzione di rifiuti di 12.391,25 t il primo anno, di 12.379,76 t negli altri otto anni di appalto, una riduzione, dunque, dall’inizio alla fine dell’appalto, di soli 17,49 t. Le percentuali di RD seguono questa scansione: 39,09% il primo anno, 64,25% dal secondo al nono anno. Staticissima la produzione dei rifiuti, statica la RD e sotto il minimo previsto nel Piano dagli stessi progettisti, che, come riferito prima, è il 65%.

Questa previsione dei risultati di sistema è completamente fuori da ogni logica, fuori dalla letteratura di settore che, scientificamente, registra un drastico calo nella produzione dei rifiuti solidi urbani e una notevole impennata delle percentuali di RD nel passaggio da un sistema stradale di raccolta a uno porta a porta. A Noicattaro, invece, il salto di qualità da un sistema antiquato ad uno moderno sortirà una RD inchiodata per otto anni al 64,25% e una diminuzione della produzione dei rifiuti di sole 17,49 t in nove anni, cioè un miserissimo calo dello 0,14% a fronte del più poderoso e realistico calo del 30% che si è avuto a Rutigliano già dai primi mesi del nuovo sistema e percentuali di RD che si sono subito impennate.

Per avere un’idea concreta di quello che succede nel passaggio da un sistema all’altro, sarebbe bastato che i progettisti avessero meglio studiato il caso di Rutigliano, appunto, comune che, tra l’altro, fa parte dello stesso ARO. Qui i cassonetti dalla strada scompaiono il 1° novembre 2011, il 30 dello stesso mese la RD passa dal 10,14% medio, gennaio-ottobre 2011, al 55,66%. In un mese l’aumento è stato del 45,62%. Il 31 dicembre successivo, cioè due mesi dopo lo start up del nuovo sistema, la RD schizza al 74%, un aumento del 18,38% su novembre, del 63,86% sulla media dei primi dieci mesi del 2011 (vedi qui il grafico).  Rutigliano, dunque, in soli due mesi dall’inizio del porta a porta ha aumentato del 63,86% la sua RD fino ad attestarsi su una media 2012-14 del 78,68%.

Ora, a Noicattaro il passaggio da un sistema all’altro, cioè dal cassonetto stradale a uno porta a porta simile a quello che Rutigliano pratica già da circa quattro anni, non produrrà gli stessi benefici effetti, almeno stando ai numeri che i progettisti fissano nella tabella che qui stiamo esaminando. Stando a questa tabella, il salto di “qualità” qui produce, nel primo anno, un aumento della RD del 30% (dal 9% del 2014 al 39%), dal secondo anno in poi la RD si attesta al 64,25%. L’aumento sul primo anno è del 25,25%, sul 2014 è del 55,25% e da qui non si schioda. Una staticità che non è solo nei numeri, ma anche nei costi perché se le tonnellate di rifiuti prodotte in nove anni sono sempre quelle, e sempre le stesse sono le percentuali di RD, il costo dello smaltimento in discarica -prima variabile dipendente del sistema- tenderà a rimanere sempre quello, cioè 729.206 euro, nella migliore delle ipotesi.

Per Capurso e Valenzano vale lo stesso discorso fatto su Noicattaro, la produzione dei rifiuti è più o meno simile a quella attuale spalmata su tutti gli anni del nuovo appalto, le percentuali di RD sono, invece, sensibilmente più alte rispetto a quelle di Noicattaro: 66,22 Capurso, 65,82% Valenzano. Noicattaro è l’unico comune dell’ARO a cui i progettisti hanno affibbiato, senza fornire nessuna spiegazione, una percentuale di RD inferiore al minimo previsto per tutti e sei i comuni (65%).

Piano rischioso per Rutigliano
Se per i comuni con gestione a cassonetto stradale, Noicattaro, Capurso e Valenzano, a un aumento anche notevole dei costi di gestione corrisponderà un aumento delle percentuali di RD, sia pure molto al di sotto di quello che ci si potrebbe aspettare, per Rutigliano, comune già da anni avviato con sistema di RD porta a porta, il rischio di una regressione dei buoni risultati raggiunti, prefigurato nel Piano, è evidente.

Nel primo anno di gestione unitaria il Piano industriale (tabella 3.14 “Flussi di rifiuti...” -qui-) a Rutigliano prevede una RD del 45,42% a fronte di una media reale del 76% nei primi cinque mesi del 2015, il 30,58% in meno, un tracollo. A regime, cioè dal secondo al nono anno, la previsione è fissa al 71,48%, il 4,52% in meno del dato parziale 2015, quasi il 6% in meno rispetto al consolidato 2014 (77,45%). A fronte di un notevole aumento dei costi di gestione di € 893.000, se si considera la base d’asta della gara d’appalto del 2011, di € 423.000 se alla base d’asta si aggiunge il benefit che la Gassi-Esposito introita ogni anno per il minor conferimento in discarica, il comune di Rutigliano non solo non progredisce rispetto alla situazione attuale, rischia addirittura una regressione. In sostanza i progettisti hanno previsto a Rutigliano una fase di transizione -il primo anno- che il comune più riciclone della Puglia ha esperito in un solo mese (a novembre del 2011) e con una percentuale anche migliore (55,66%).

Per Cellamare il tracollo della RD riguarda solo il primo anno, 28,59% su un attuale 70,21%; per il resto degli anni il dato è addirittura superiore, sia pure di qualche decimale: 70,27%. Triggiano è l’unico comune dei tre già avviati col porta a porta che vede migliorare il suo 59,73% di RD del 2014: 65,98% il primo anno, 69,28% per gli altri anni.
In tutti i comuni il Piano determina costi maggiori di gestione, ma solo su Rutigliano ai maggiori costi è associato il rischio di una regressione dei risultati a causa di penalità sostanzialmente inesistenti che il futuro appaltatore "sopporterà" solo nel caso la RD scenda al di sotto del 65% minimo, non al di sotto degli attuali, maggiori, livelli del comune più riciclone di Puglia.

ARO BA/8, gara appaltata a costi inferiori
Sul piano della trasparenza un confronto sulla congruità dei costi con altre realtà avrebbe messo nelle condizioni i sei sindaci, e i cittadini, di valutare meglio il quadro economico del Piano industriale, ma i progettisti, diversamente da quello che è successo in altri ARO, non hanno fornito nessun esempio, nessun confronto sul rapporto tra uguali servizi e costi. 

Nel Piano industriale (capitolo 2.3 Standard tecnici di progettazione) in riferimento alla congruità, si limitano ad indicare “manuali”, “rapporti”, “contratti” e “dati” senza citarli in un reale confronto con tabelle e grafici. Non hanno neanche fornito un quadro, sia pure sintetico, di quello che è il costo delle attuali gestioni dell’igiene urbana nei sei comuni dell’ARO BA/7, in modo che, anche qui, si potesse fornire un’idea dell’aumento dei costi nel passaggio da un sistema all’altro sia nei tre comuni con raccolta stradale, sia -cosa ancora più interessante- nei tre comuni con sistema di RD porta a porta già da anni avviato.

Il confronto siamo andati a cercarcelo noi con l’ARO BA/8, immediatamente confinante con il BA/7. Eccolo.

Costi attuali e futuri (di progetto) nei tre comuni dell’ARO BA/7 con sistema di raccolta stradale e RD aggiuntiva (tutti i costi sono Iva inclusa):
Noicattaro € 1.9230.000, futuri € 3.717.651 (+ € 1.794.651) +93,32%
Capurso € 1.216.000, futuri € 2.100.979 (+ € 884.979) +72,77%
Valenzano € 1.871.000, futuri € 2.512.110 (+ € 641.110) +34,26%

Costi attuali e futuri (di progetto) nei tre comuni con RD domiciliare spinta:
Rutigliano € 2.100.000 (calcolando anche il benefit), futuri € 2.667.437 (+ € 567.437) +27%.
Cellamare € 525.000, futuri € 604.769 (+ 79.769) +15,19%
Triggiano € 3.218.000, futuri € 3.631.844 (+ € 413.884) +12,86%

Comuni ARO BA/8, costi attuali e futuri con RD porta a porta spinta già avviata (tutti i costi sono Iva inclusa):
Conversano € 3.305.635, futuri € 2.882.000 (- € 423.635) -12.81%
Mola di Bari  € 3.278.428, futuri € 2.915.000 (- € 363.428) -11,08%
Polignano a Mare € 2.700.000, futuri € 2.244.000 ( - € 456.000) -16,88%

Costi attuali e futuri nel comune con sistema di raccolta stradale e RD aggiuntiva:
Monopoli € 5.636.004, futuri € 6.721.000 (+ 1.084.996) +19,25%.

Sul confronto
L’ARO BA/8 ha già bandito, l’11 maggio 2015, la gara d’appalto per la gestione unitaria dell’igiene urbana con i costi sopra riportati inferiori ai costi attuali tranne che per Monopoli. Il confronto tra i due ARO, dunque, fa emergere una notevole riduzione dei costi nei comuni dell’ARO BA/8 con RD domiciliare avviata, un aumento contenuto, attendibile, nel comune con raccolta stradale e un aumento generale dei costi -anche considerevole- nei comuni dell’ARO BA/7 sia con gestione stradale dei rifiuti, sia con RD domiciliare spinta.

Se il confronto lo si fa considerando altri parametri, i maggiori costi dell’ARO BA/7 risultano ancora più eclatanti.
L’ARO BA/8 ha una popolazione di 119.172 abitanti, un’estensione territoriale di 400 Kmq, 46.164 utenze da servire e un costo complessivo dell’appalto sui 9 anni a base di gara (CSA) di € 132.858.000.
Questi, invece, sono i dati degli stessi parametri dell’ARO BA/7: abitanti 111.024, estensione Kmq 150, utenze 38.911. Qui il costo complessivo a base di gara i progettisti non lo riportano da nessuna parte, neanche nell’art. 10 del CSA denominato “Ammontare dell’appalto” la cui tabella dei canoni "mensili", "annui" e "complessivi" “a base di gara” è vuota per tutti i comuni.

Il costo complessivo dell’appalto, Iva inclusa, ce lo siamo ricavato sommando i costi annuali riportati nella tabella “1.07 Quadro riepilogativo espresso in €/anno-ARO BA 7” dell’elaborato ED.3 linkata più su: € 137.113.110.
L’appalto unitario ai comuni dell’ARO BA/7 verrà a costare 4.255.110 euro in più (3,2%) su 9 anni per la stessa modalità di servizio rispetto ai comuni dell’ARO BA/8 nonostante 8.148 abitanti e 7.253 utenze in meno e una minore estensione del territorio.

Conclusioni
Sembrerebbe che i comuni dell’ARO BA/8 abbiano introitato bene le economie di scala senza le quali la gestione unitaria dei rifiuti non avrebbe senso. I comuni dell’ARO BA/7, invece, non solo non beneficiano di nessuna economia di scala, ma con il passaggio alla gestione unitaria così come pianificata si vedranno i costi aumentare di parecchio.

Il comune più penalizzato di quelli che cambiano il sistema di gestione è Noicattaro, che quasi doppia i costi; quello più penalizzato tra i comuni che confermano il sistema già in atto è Rutigliano, che aumenta i costi del 27% a fronte degli stessi, medesimi, servizi. Anche Cellamare e Triggiano non cambiano sistema, ma ugualmente si vedranno aumentare i costi.

Nell’articolo 178 del Testo Unico ambientale (D. Lgs. 152/2006) si legge che “la gestione dei rifiuti è effettuata secondo criteri di efficacia,  efficienza, economicità...”, principi sacrosanti. Nel Piano industriale dell’ARO BA/7 l’ efficacia e l’efficienza sono tutte da verificare (raccolta diurna anziché notturna, riduzione a due dei mastelli in dotazione su quattro frazioni per le UD, percentuali di RD minime in alcuni casi molto al di sotto di quelle attuali...). Il terzo, importante, principio, l’economicità, per Rutigliano, Triggiano e Cellamare è compromesso, per Capurso e Valenzano è discutibile, per Noicattaro è inesistente.


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Errata corrige

Correggo qui il dato sui costi del comune di Triggiano rispetto a quello indicato nell’inchiesta del 2015 qui sopra pubblicata. Allora ho confrontato il costo della gestione attuale Iva esclusa col costo del Piano industriale Iva inclusa, ho dato, quindi, un aumento dei costi di oltre 400mila euro che in realtà non c’è stato. Quell’errore, unico in tutta l’inchiesta, allora non mi ha fatto notare una cosa molto interessante: Triggiano è l’unico comune dell’ARO BA/7 che si è visto aumentare del solo 2% i costi della gestione di Piano su quelli della gestione attuale.Tutti i comuni dell’ARO si vedono aumentare i costi, e anche in modo vertiginoso, Triggiano no, perché? Eppure è il comune con più abitanti e quello che dal Piano industriale è beneficiato in maggiori attrezzature e materiali di consumo, oltre che del servizio di raccolta del vetro a domicilio insieme al comune di Capurso, mentre gli altri quattro comuni questo servizio non ce l’hanno.Nessuno ha spiegato fino ad oggi per quale motivo l’aumento dei costi si è avuto in tutti i comuni tranne che in quello di Triggiano, che conserva, sostanzialmente, il costo con cui ha aggiudicato la gara all’attuale appaltatore cinque anni fa.
Gianni Nicastro
21 febbraio 2017




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