Via Mola esclusa dalla verifica VTA nonostante fosse già caduto un albero

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di Gianni Nicastro

Giovedì 13 luglio scorso, nella parte “nuova” della villa comunale, un ramo di un albero di pino è caduto e per poco non ha colpito una signora a spasso col suo cane. Si è trattato di un ramo non molto grande che avrebbe comunque ferito quella signora o il suo cane. La cosa da capire è come mai quel ramo si sia staccato in un giorno senza vento; ma, in relazione agli alberi e alla loro salute, a Rutigliano ci sarebbe da fare un lavoro che va ramo-caduto-villa-nuovaoltre la verifica visiva. Tra l’altro, che sia necessaria una indagine strumentale sulla stabilità dei grandi pini a Rutigliano lo ha certificato l’agronomo dott. Francisco Carlos Sansiviero incaricato della verifica visiva VTA dal comune nel 2019.

Quella di dicembre 2019, realizzata a gennaio-febbraio 2020, è l’ultima verifica sulla salute e la stabilità degli alberi fatta prima della caduta del grande pino su via Mola avvenuta intorno alla 9:00 del 22 giugno scorso.
Quella mattina, come si è scritto su Rutiglianoonline (qui), si è sfiorata la tragedia e non per la prima volta: è successo sempre in via Mola nel 2014 (qui), in pineta-via Fiume nel 2015 (qui), dentro la pineta nel 2019 (qui), in villa comunale-via Nicola Ciavarella, sempre nel 2019 (qui), a considerare solo gli ultimi dieci anni.

Come si vede, gli alberi a Rutigliano non cadono solo in pineta, sono caduti in via Mola e nella villa comunale, ma sia via Mola, sia la villa comunale sono aree rimaste fuori dalla verifica commissionata all’agronomo dott. Sansiviero a dicembre del 2019, rispetto alla quale c’è un fatto da chiarire.

Nella richiesta di disponibilità a fare la verifica visiva VTA inviata a novembre 2019 dall’ufficio tecnico al dott. Sansiviero, con l’invito a “formulare una proposta di ribasso”, c’è una tabella con elencate le aree da verificare, si tratta di 21 aree: “villa comunale lato vasca, villa comunale lato municipio, via Mola oltre il passaggio a livello, Viale dei Pini Piazzetta S. Pio, Scuola Materna via Gorizia, via Cellamare parcheggio cimitero, villetta via Magenta, via F. Giampaolo lato scuola materna, scuola materna via M. Del Drago, villetta Madonna delle Grazie, via Madonna delle Grazie c/o Chiesa, via Conversano, via Paisiello, scuola materna via Dante, zona scuola elementare A. Moro, via A. Moro, via G. Falcone, via Italia-via P. Nenni, Largo dello Scautismo, via T. Fiore, via Fortunato angolo via Puglia”.

Ventuno aree per un totale di 255 alberi a un costo complessivo di 7.650 euro oltre Iva e oneri previdenziali,frontespizio-verifica-VTA preventivo che l’agronomo in questione ha accettato e sul quale ha fatto un ribasso del 12%.
A gennaio 2020 l’agronomo ha svolto la verifica su 255 alberi ma non su tutte le aree previste; le aree indagate, che si leggono nelle relazioni della verifica, sono 14, mancano 7 aree: le due della villa comunale, via Mola, via Magenta, scuola materna via Del Drago, via Madonna delle Grazie c/o Chiesa, scuola materna via Dante, via G. Falcone, Largo dello Scautismo e via Fortunato angolo via Puglia.

Al posto di queste aree, nella relazione di Sansiviero, si leggono “Pineta comunale (via Fiume), Pineta comunale (zona piazzale Nord), Pineta comunale (zona piazzale Sud)”. In sostanza, le tre aree della pineta, che non figurano nell’elenco della richiesta di disponibilità inviata all’agronomo, hanno sostituito le sette aree mancanti, compresa via Mola.

Che la pineta avesse bisogno di verifica e interventi era risaputo, ma mi chiedo perché non sia stata inserita già all’origine nell’elenco inviato all’agronomo con la richiesta di disponibilità. Poi, non si capisce il perché siano state escluse dalla verifica proprio via Mola e la villa comunale, due aree nelle quali si era già verificata la caduta di alberi. A maggior ragione non si capisce se si considera che qualche anno prima, a novembre 2014, proprio il pino che si trovava immediatamente prima di quello caduto il 22 giugno scorso, si era schiantato di traverso su via Mola, con la chioma quasi nel bar di fronte. Per fortuna -anche allora- non è successo nulla di grave.

Di fronte a un simile precedente davvero non si capisce come si sia potuto scegliere di eliminare proprio via Mola dalla verifica dell’agronomo. Una verifica, quella visiva VTA, che non è risolutiva e che necessita di un approfondimento strumentale. E a proposito, ho chiesto al dott. Michele Fede, agronomo fitopatologo esperto in stabilita degli alberi della provincia di Foggia, se una verifica strumentale avrebbe indicato l’instabilità e il pericolo di caduta dell’albero schiantato su due auto il 22 giugno scorso. «Sicuramente sì» ha risposto l’agronomo. «Infatti noi -ha aggiunto-, dove facciamo i controlli, ci assumiamo la responsabilità, diamo le priorità: priorità 1 urgente, priorità 2 da programmare entro due anni, priorità 3 da fare entro 5 anni. Quindi, sia le potature, sia i controlli strumentali, sia gli abbattimenti». «In quel caso lì -ha detto il dott. Fede in relazione all’albero caduto ultimamente su via Mola- sicuramente avremmo messo priorità 1, avremmo indicato di fare il controllo strumentale o con la doppia tomografia, quindi tomografia al colletto e tomografia  radicale che è una prova statica, oppure, l’altro strumento in grado di rilevare alterazioni sempre radicali, è la prova di trazione: si applica una forza e si vede la risposta dell’albero in termini di forza collegata all’inclinazione e all’allungamento delle fibre. Queste due prove partono da principi diversi, una è la statica, la doppia tomografia, l’altra è la dinamica, che è la prova di trazione, ma si giunge allo stesso risultato, cioè se la pianta sta su o meno».

Quindi, a quella visiva avrebbe dovuto seguire la verifica strumentale che, come ha detto il dott. Fede, indica con una certa precisione, se l’albero ha bisogno semplicemente di cure o va abbattuto, il che significa che lo si deve abbattere quanto prima perché può cadere da un  momento all’altro. E, in effetti il dott. Sansiviero, nella sua verifica visiva VTA del 2020, ha puntualmente relazionato su ogni albero indicando gli interventi da fare sulla base delle Classi di Propensione al Cedimento (CPC): Classe A, B, C, C-D, D.

Al di là della pineta, sulla quale si è già intervenuto, Sansiviero ha inserito nella classe “D” 6 alberi (pini): 1 su viaclassi-CPC A. Moro, 1 nella piccola pineta di via Madonna delle Grazie, 3 su via Conversano e 1 su via T. Fiore.  In ogni tavola della verifica il dott. Sansiviero ha riportato la descrizione delle CPC. Si parte dalla “Classe A - Trascurabile”, “Classe B - Bassa”,Classe C - Moderata”, “Classe C-D Elevata”, “Classe D - Estrema”.

La descrizione della Classe D non lascia dubbi su come intervenire e perché: “Classe D - Estrema: l’albero al momento dell’indagine manifesta anomalie o sintomi gravi, da ritenere che il fattore di sicurezza naturale si sia esaurito e le prospettive future si siano gravemente compromesse. Ogni intervento per ridurre la pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura  - la pianta di questa classe deve essere abbattuta”.

Dei sei inseriti nella “Classe D”, l’unico albero abbattuto è stato quello su via T. Fiore, grazie ai residenti che -credo nel 2021-  hanno sollevato il problema chiedendo al comune di abbatterlo per il pericolo e perché aveva inglobato il palo della luce.

L’altro albero, non abbattuto ma reso innocuo, è quello che sta su via A. Moro nei pressi del tunnel che sottopassa il ponte sulla ferrovia di via Conversano. Gli altri quattro alberi in classe D sono ancora oggi in piedi al loro posto.

Da non trascurare sono gli alberi ai quali è stata attribuita la Classe C-D, quella con elevata propensione al cedimento, così descritta dall’agronomo: “Classe C-D - Elevata: l’albero al momento dell’indagine manifesta anomalie o sintomi gravi, da ritenere che il fattore di sicurezza naturale si sia drasticamente ridotto - controllo visivo ogni anno e indagine strumentale sul quale il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe, altrimenti l’albero è da collocare tra i soggetti di classe D”.

Gli alberi inseriti nella Classe C-D sono 21, alberi sui quali non mi risulta siano state eseguite le prescrizioni dell’agronomo Sansiviero, dunque, nessun controllo visivo annuale e nessun controllo strumentale.
Se si considerano i quattro inseriti sin dall’inizio nella Classe D, abbiamo a che fare con 25 alberi in Classe D, alberi che, come ha prescritto l’agronomo, avrebbero dovuto essere già abbattuti, ma sono ancora lì, tutti in piedi e non sappiamo fino a quando.

Ora, a questo punto ci sarebbe da porre una domanda, molto importante, sulla quale deve riflettere chi governa Rutigliano: nel caso uno di quei 25 alberi, nel cadere ferisca o uccida una persona o più di una, di chi sarebbe la responsabilità? Chi sarà chiamato a rispondere del mancato abbattimento pur prescritto su quegli alberi più di due anni fa dal tecnico incaricato della verifica visiva VTA? Il sindaco? L’assessore al verde pubblico? Il responsabile della manutenzione dell’ufficio tecnico? Tutti e tre insieme? Chi?

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Aggiornamento ora 20:57
Le foto qui sotto le avevo preparate stamattina ma mi è sfuggita la pubblicazione, le pubblico ora.

Si tratta dell'ultimo albero su via A. Moro, dall'agronomo dott. Sansiviero inserito nella classe C-D traslato, per mancanza di interventi, nella classe D. Si vede l'albero, già inclinato, che continua ad inclinarsi come dismostrano le mattonelle sollevate a mo' di cuneo. Questo albero può cadere da un momento all'altro sul muro e le abitazioni di fronte.

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