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L’augurio e la fortuna, il vischio. Leggende e tradizioni sulla pianta del bacio natalizio

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vischio-art teresa


di Teresa Gallone

Continuiamo il nostro percorso alla scoperta delle tradizioni e dei riti di Natale con la conoscenza di una pianta particolare, che non ha nulla a che fare con la religione cristiana ma che fa parte del nostro corredo di tradizioni natalizie: il vischio.

Identikit scientifico
Il vischio è scientificamente conosciuto come Viscum album. Si tratta di una pianta sempreverde parassita di alberi come pini, tigli, olmi e querce. Non essendo dotata di un meccanismo di approvvigionamento dell’azoto, è costretta a sottrarlo alla pianta ospite che di solito non subisce gravi danni dalla sua presenza.

Il vischio nell’antichità classica
È lo studioso romano Plinio il Vecchio a citarlo nei suoi scritti, testimoniando che i druidi celti lo trasformassero in decotto per restituire la fertilità agli animali sterili. Inoltre, capitando sotto i suoi rami, suggellavano pace o tregue con un bacio.
Virgilio nel VI libro dell’Eneide cita invece un “ramo d’oro” che serve all’eroe Enea per entrare negli Inferi, facendo molto probabilmente riferimento al vischio che assume un colore dorato quando il suo ramo viene reciso.

Nella mitologia norrena
L’origine del vischio come pianta legata all’amore è da ricercare nella mitologia nordica. Qui si racconta che Frigg, la dea dell’amore e del matrimonio, sposa di Odino, avesse due figli, Baldr e Loki. Quest’ultimo odiava il fratello per la sua bontà e meditava di ucciderlo. Frigg decise allora di proteggere il figlio Baldr evocando tutti gli elementi naturali a sua difesa, tranne uno, il vischio. Loki si servì di questa pianta per fabbricare una freccia e con questa uccidere il fratello. Il piano andò a buon fine e la madre, disperata, pianse sui rami di vischio tanto da generarne le bacche. Grazie a queste il povero Baldr riprese vita. Da allora, nella tradizione nordica il vischio è simbolo di amore eterno e protezione.

Nella cristianità
Anche la tradizione cristiana ha la sua leggenda legata alla nascita del vischio e al suo legame con il Natale. Si narra che un avido mercante uscì di notte a fare una passeggiata, per prendere sonno. Sentì una voce che lo invitava a seguirlo, in modo gentile. Il mercante era stupito, poiché nessuno osava mai rivolgersi a lui. L’uomo seguì la voce, si ritrovò in un corteo di povera gente diretto verso una famosa grotta. Qui ascoltò storie di sofferenza e povertà e si rese conto di aver sprecato la sua vita dietro al denaro, senza mai curarsi delle sofferenze altrui. Giunto alla grotta vide il miracolo della Natività e si vergognò di non avere doni con sé, nonostante la sua ricchezza. Pianse appoggiandosi a un arbusto, chiedendo perdono a Dio. All’alba le sue lacrime si erano trasformate in bacche. Era appena nato il vischio.

Dal XVIII secolo ai giorni nostri
Dalla fine del XVIII secolo gli anglosassoni cominciano a usare il vischio come decorazione natalizia. È Charles Dickens a fare per la prima volta riferimento al Natale e alla tradizione del bacio augurale ne “Il Circolo Pickwick”. L’usanza di appendere il vischio è poi approdata nella nostra tradizione.

 

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