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Vito Moccia vince il concorso per la realizzazione della scultura

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scultura-moccia

di Gianni Nicastro

Largo Domenico Divella, di fronte a Palazzo San Domenico, sede del museo del Fischietto in Terracotta, tra qualche mese ospiterà la scultura di Vito Moccia. L’artista rutiglianese è, infatti, risultato vincitore del concorso di idee, bandito il 28 ottobre scorso dall’amministrazione comunale, per la realizzazione di una scultura in vetroresina “rappresentante un soggetto tipico dell’arte figula rutiglianese”.
vito moccia
Al concorso hanno partecipato sei artisti: Trifone Altieri, Rosa Visconti Porcelli, Francesco Laforgia, Giuseppe Samarelli e Giuseppe Lombardo (questi ultimi due non sono stati ammessi). Vito Moccia Ha vinto con un punteggio di 40,20/50. Sono stati stanziati 10.000 euro per la realizzazione della scultura e “in € 1250 lordi” è “l’importo del premio al vincitore” del concorso.

La piazzetta che ospiterà la scultura è già pronta da una anno, allestita con un basamento cilindrico da cui fuoriescono tre strutture di legno che formano delle panchine, c'è anche una fioriera di cemento che chiude a semicerchio la piazzetta, un progetto dell’architetto Miki Castiglione.

Abbiamo chiesto a Vito Moccia con quale soggetto ha vinto il concorso, qual è la scultura che vedremo posizionata su quel basamento. «Ho pensato di raffigurare tutti i simboli della tradizione figula -ha risposto l’artista- quindi un gallo, simbolo principale, che alla base diventa una giostra intorno alla quale girano tutti i personaggi di quella stessa tradizione: il carabiniere, la signora con l’ombrello...».

«La giostra poi si allarga sotto -ha continuato- in una forma conica dove troviamo gli elementi zoomorfi della tradizione artigianale rutiglianese, che sono gli animali di Sant’Antonio Abate, quindi il porcellino, il gatto, il gallo, il cane, gli animali domestici. Immaginate, insomma, una piramide, con l’immagine principe, il gallo, che comincia con colori molto forti, madre tinte, fino a scendere con la pittura dei volti dei personaggi tra i quali ho messo anche il mio imbianchino e il trombone. Ancora più giù della scultura, alla sua base, il colore si spegne e diventa terracotta, dando così importanza alla materia principale di Rutigliano».

«Credo sia questa -ha concluso Vito Moccia- la cosa che abbia colpito di più chi ha giudicato il progetto, l’aver raccolto in modo significativo gli elementi della tradizione figula rutiglianese».

Una scultura importante, dunque, testimonianza non solo degli elementi fondamentali della quella tradizione, ma anche dello stile e della soggettistica tipica dell’artista che tanto interesse e piacere suscitano nel pubblico, locale e forestiero.

Tra qualche giorno si chiude il bando rivolto alle ditte che materialmente forgeranno, con il vetroresina, il fischietto gigante. Sarebbe bello se la scultura fosse inaugurata proprio il 17 gennaio prossimo, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate. Il timore, però, è che non si faccia in tempo, dalla festa ci separano meno di due mesi e l’opera è abbastanza complessa. Vedremo.

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