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Il M° Creatore sul cambio alla banda di Rutigliano

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banda-creatore


a cura di Gianni Nicastro

Il Gran Concerto Bandistico di Rutigliano cambia maestro e banda. Giuseppe Creatore non dirigerà più la locale e storica banda, è stato sostituito insieme a tutta la sua orchestra. L’associazione Anbima ha ingaggiato un altro maestro che, si dice, sia venuto da Noci a Rutigliano con la sua formazione bandistica.
Erano ormai sette anni che la banda del maestro Creatore rappresentava la città di Rutigliano nello scenario bandistico provinciale e regionale. Quali siano i motivi all’origine di questo radicale avvicendamento nella banda, lo abbiamo chiesto allo stesso Giuseppe Creatore dagiuseppe-creatore noi intervistato qualche giorno fa.

Il 4 ottobre scorso (processione di San Francesco D’Assisi) è stata l’ultima volta che la banda ha suonato. Come mai non suonerà più?
«Non è che la banda non suonerà più. La banda continuerà ad esistere, come banda di Rutigliano ma con un’altra formazione bandistica, cambiano tutti gli elementi, cambia la direzione artistica. Non sarà più quella che in questi sette anni ha svolto attività concertistica».

Cosa è successo maestro.
«Niente di particolare, alla fine sono avvenimenti che si ripetono nel tempo. Speravo solo che, con l’avvento di un maestro rutiglianese, con un gruppo abbastanza numeroso di rutiglianesi, la formazione potesse persistere per più di sette anni. Ahimè, le condizioni non ce l’hanno concesso. Molto c’entra la crisi, crisi che ha portato la banda a diminuire drasticamente il numero delle giornate lavorative. Per una serie di motivi, soprattutto d’incassi, che non raggiungono lo status economico della banda; con quello che si incassa, molto spesso, non si riesce a soddisfare le esigenze economiche e questo va a discapito di un organico che, ahimè, anno per anno tende sempre a diminuire. Quindi, secondo l’organizzazione, l’associazione (Anbima, n. d .r.), questo è un problema, un primo passo verso un cambio, diciamo, artistico. E’ una situazione che parte già dall’anno scorso, cioè l’associazione, per questo cambio, in qualche maniera, si è attivata già alla fine dell’anno scorso. Credo che questa situazione, per la banda e per chi l’ha diretta, sia un po’ demotivante, perché un conto è dire: “Maestro, guardi, ci sono problemi che dobbiamo risolvere”, oppure “dobbiamo trovare una soluzione alternativa alla vostra che possa dare la possibilità all’orchestra, alla banda di Rutigliano, di mantenere degli standard alti”. Questo non è stato fatto».

Parliamo di standard di tipo economico?
«Più che economico, di giornate, perché, a quanto pare, a Rutigliano il numero delle giornate è fondamentale. Non la qualità ma il numero delle giornate! Il fatto che uno possa fare spettacolo con un numero ridotto di giornate per loro non è importante. Secondo loro più alto è il numero di giornate più grande è il prestigio della banda. Questo non è assolutamente vero, perché noi abbiamo fatto stagioni con un numero alto di giornate senza aver avuto grande considerazione e, invece, stagioni artistiche con un numero di giornate ridotto ma con grande riscontro e successo».

banda-creatore-1Il parametro della quantità di giornate non è, dunque, decisivo rispetto alla qualità che una banda propone.
«Infatti. Noi abbiamo fatto quest’anno più di trenta giornate, avremmo potuto farne di più, ma per i costi abbiamo dovuto rinunciare ad altri concerti, perché la banda non ha mai avuto fondi alternativi da cui attingere. La nostra è stata una banda che, in qualche maniera, si è sempre autogestita; facevamo fronte alle esigenze organizzativo-economiche di tutto e di tutti da quello che si riusciva ad ottenere dai rimborsi e dalle prestazioni che si effettuavano, a prescindere dall’associazione».

Quindi voi avete saputo che le cose sarebbero cambiate, che sareste stati sostituiti da un’altra banda così, all’improvviso
«Senza confrontarci».

Vi hanno chiamato un giorno e vi hanno detto “da domani voi non suonate più, c’è un’altra banda”. E’ così?
«Diciamo che più o meno è così. In un primo momento ci è stato riferito che la banda si sarebbe dovuta fermare per un anno poi abbiamo saputo di questa notizia, ovvero della tendenza a organizzarsi diversamente. Sentito il gruppo, i ragazzi, e incoraggiato da loro, ho tentato di prendere in mano la situazione. E, ahimè, mi hanno detto che era già troppo tardi; perché questa notizia, ufficialmente, è stata data credo a fine giugno, inizio luglio, cioè il fatto che la banda della direzione Creatore, a Rutigliano, veniva sostituita con un’altra direzione. Pertanto, quando ho tentato di riprendere in mano la situazione, era troppo tardi, secondo loro; secondo me si poteva ancora rimediare».

Però, non è stato sostituito solo il direttore, qui è stata sostituita -con il suo direttore- l’intera banda.
«Sì, io speravo che sostituissero solamente il direttore e la banda la lasciassero continuare. Molto spesso, però, succede così, cioè quando si va a interpellare un nuovo organizzatore, questi poi viene con la sua squadra. Però avrei voluto che, almeno, un nutrito gruppo di Rutigliano potesse restare. Questo non è avvenuto, per molti di loro non c’era più spazio».

Nella nuova banda, quindi, non c’è nessun musicista rutiglianese?
«No, credo che qualcuno ci sia, uno o due persone, ma non sono certo di questo, si vedrà quando la banda farà il suo primo concerto.

E nella sua banda quante persone c’erano di Rutigliano.
«Quasi dieci, e  di questi, cinque solisti principali; il flicornino  concertista Pomelli Saverio, il flicorno Soprano Mangini Giuseppe, il flicorno baritono Saffi Francesco, il clarinetto solista Gialò Cosimo, il 1banda-creatore-2° trombone Didonna Giuseppe, senza contare chi è diventato paesano perché ha messo radici a Rutigliano come il clarinetto concertista Di Cintio Vito e il 1° Corno Tiziana. Inoltre grazie alla disponibilità del prof. Mangini, prof. Parente, prof. Galasso, Ranieri e me, avevamo attivato, presso la scuola media, un corso musicale completamente gratuito per coinvolgere generazioni nuove in questo mondo fantastico e ha breve avremmo avuto dei ragazzi rutiglianesi molto giovani inseriti nel contesto paesano della banda.Spero di continuare in quest’opera perché il futuro della musica è posto nell’educare le nuove generazioni».

Dieci su quanti elementi.
«Su trentotto, perché ormai il numero si è ridotto a trentotto per i problemi prima menzionati. C’era anche la possibilità che nel tempo aumentasse il numero dei rutiglianesi, perché l’obiettivo che mi ero preposto era cercare di fare una banda che potesse avere un gruppo consistente di rutiglianesi. Per una questione campanilistica, più che altro, perché quasi vent’anni e, rispettato, ho dato sempre il massimo; così ho fatto a Rutigliano quando mi hanno chiesto di risollevare le sorti della banda del 2006, che aveva avuto un periodo di smarrimento».

E lei ci è riuscito in questi anni a risollevare le sorti della banda?
«Credo di essere riuscito innanzi tutto a coinvolgere la cittadinanza, ciò che non era mai successo prima. I concerti che abbiamo fatto in questi sette anni, in particolare quello di Santa Cecilia, che facevamo in modo del tutto gratuito coinvolgendo le istituzioni scolastiche, ha  ottenuto risultati eccellenti. Ad esempio il concerto dell’anno scorso, tenutosi nella Chiesa Madre ha riscontrato un grande successo, erano presenti 7-800 persone, è stato notevole il coinvolgimento della popolazione. Questo è stato l’ultimo, ma anche gli altri sono stati così, dal primo anno».

Nell’ambito di quale occasione facevate questi concerti.
«A Santa Cecilia, tutti gli anni, dal 2006 all’anno scorso».

A questi concerti, mi pare di aver capito, partecipavano i ragazzi della scuola.
«Sì, il coro della scuola media messo su dalla bravissima insegnante di educazione musicale Rita Nardomarino, c’era una grande collaborazione da parte di tutti, dal preside Valenzano, che è stato sempre disponibile a collaborare in questa manifestazione, alle altre insegnbanda-creatore-3anti che hanno sempre espresso grande entusiasmo. E non infine, per tutti i ragazzi che avranno da raccontare un’esperienza musicale che resterà un ricordo indelebile nella loro vita.  Per sette anni, dal 2006 al 2013, questo concerto ha conseguito grande successo, ma non solo. In tutte le attività che abbiamo fatto a Rutigliano, dalla festa patronale di San Nicola al S.S. Crocifisso, c’era sempre una chicca, una grande novità che io, con l’organizzazione, mettevo su per coinvolgere la cittadinanza».

Quando dice “organizzazione” a chi si riferisce.
«Mi riferisco ai miei collaboratori, ai miei musicisti, un gruppo di ragazzi e ragazze favoloso, sempre disponibile e pronto alla fatica, per il bene della musica».

E l’associazione Anbima, i proprietari della banda di Rutigliano, come vivevano questo vostro impegno e successo sul territorio.
«Penso con grande entusiasmo; non ci siamo mai confrontati a riguardo, ma penso con grande entusiasmo. Alla fine poi questo entusiasmo un po’ è svanito a causa del cambio di gestione».

Quindi, questo cambio di organizzazione a voi è piovuto proprio dal cielo, nel senso che non ve lo aspettavate considerando il fatto che la vostra banda era vissuta così come lei sta dicendo in questo momento.
«Piovuta dal cielo diciamo no. Io penso che sia stata, in qualche maniera, organizzata già da qualche tempo perché, come ho già detto prima, ho saputo che ci sono stati contatti presi tra l’associazione e altre organizzazioni bandistiche per un’eventuale sostituzione della banda e del maestro. Ripeto, saputa questa notizia da fonti certe, è scattato in me un certo malcontento, la mancanza di volontà di andare avanti. Io ho manifestato le mie problematiche, ho detto: guardate che c’è la crisi, c’è mancanza di soldi in giro, l’organico va adattato alla situazione, abbiamo dei seri problemi ma non ho avuto riscontro».

Diciamo, però, che la crisi non c’è stata, o non c’è, solo per la banda di Rutigliano, credo sia piuttosto diffusa. Le chiedo se altre bande vivono la stessa situazione di crisi.
«Tutte, nessuna esclusa».

Se la crisi è diffusa ed è comune nel settore, questo avvicendamento, questo cambio che c’è stato a Rutigliano che senso ha, ve lo siete chiesto?
«Dovrebbe chiederlo al presidente».

banda-creatore-4Certo che lo chiederemo al presidente dell’Anbima, che credo sia Franco Diomede.
«Sì, dovrebbe chiedere a lui per quale motivo c’è stato questo cambio. Lui dirà che le giornate erano poche e, probabilmente, che io avevo già manifestato la volontà di lasciare…».

Lei come direttore.
«Come direttore, avevo manifestato questa volontà».

Una volontà dovuta al fatto di aver saputo di cambiamenti futuri?
«Sì, questo è stato uno dei motivi principali per quanto riguarda la mia decisione, però si poteva comunque continuare ad andare avanti con lo stesso gruppo e migliorare».

Se non ci fosse stato questo clima, questo sentore di cambiamento, lei sarebbe rimasto, avrebbe continuato a dirigere la banda di Rutigliano?
«Certamente sì, perché sette anni fa, quando è ripartita, la banda di Rutigliano è stata ricostituita, come partirà questa… ecco perché, ho già detto, sono avvenimenti che purtroppo capitano. E’ normale che possa venire un gruppo nuovo, però noi eravamo tutti locali, cioè rutiglianesi e dei paesi limitrofi, era tipicamente una banda barese. La banda che si andrà a definire non so se sarà tipicamente barese. Però noi abbiamo fatto gli interessi del paese, parlo di noi come gruppo, collettivo, abbiamo fatto sempre gli interessi artistici del paese. Non si è trattato mai d’interessi economici perché non può esistere un interesse economico da parte di chi pensa soprattutto all’aspetto artistico musicale e che non ha mai gestito eventuali introiti dell’associazione. L’interesse, ripeto, è stato ed è artistico. L’interesse è il coinvolgimento della cittadinanza che io e i miei collaboratori, credo, siamo riusciti ad ottenere. Per esempio, il 14 settembre scorso, la sera della Festa del S.S. Crocifisso, è stato qualcosa di strepitoso, di veramente bello, una piazza piena. Abbiamo fatto un concerto totalmente diverso, che esula dalla banda tradizionale. Abbiamo suonato musica lirica per la prima metà, nella seconda abbiamo fatto musica leggera, in entrambi le parti con l’ausilio di cantanti professionisti».

Il pubblico ha apprezzato questa contaminazione di culture musicali?
«Il pubblico non solo ha apprezzato, ha chiesto tanti bis che noi abbiamo soddisfatto e questa è la dimostrazione pratica che quest’approccio, allo stato attuale, poteva essere vincente. Io ho proposto questa soluzione, all’epoca, all’amministrazione della banda, al presidente, ma lui, essendo conservatore, non si è trovato d’accordo nel praticarla. Ma la banda tradizionale, quella che ancora riproduce opere liriche e sinfonie sulle cassarmoniche, tradizione unica in tutto il mondo che andrebbe salvaguardata e incentivata, credo sia alla fine della sua evoluzione, della sua storia. Soprattutto per una cultura che comincia a svanire. Basti pensare che per vedere un’opera lirica in tv bisogna fare le ore piccole, di solito le mandano in onda alle due-tre di notte perché non fanno audience».

La banda ha, quindi, bisogno di innovarsi, di farsi contaminare
«La banda ha bisogno di innovarsi, di presentare prodotti diversi, di essere banda, orchestra, di fare spettacolo, ma soprattutto di diffondere un’arte che oltre a dare una sensazione di benessere gratuito è un’importante storia del nostro vissuto. La musica è parte della nostra vita, basta un motivetto a rallegrare la nostra giornata. Evviva la musica!».


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