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VITTORIO BERARDI DENUNCIA IL SINDACO E L’INGEGNERE COMUNALE

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di Gianni Nicastro


Una recinzione abusiva fatta di metallo e reti plastificate sta trasformando i rapporti tra il privato cittadino Vito Vittorio Berardi e il comune di Rutigliano in una guerra di carte bollate, ordinanze di abbattimento, ricorsi al TAR, appelli al Consiglio di Stato. E non è finita. Da qualche giorno c’è pure una denuncia-querela dello stesso Berardi ai danni dell’ingegnere comunale Erminio D’Aries e del sindaco Roberto Romagno. In parte la vicenda è nota, poco noti sono -invece- gli ultimi suoi sviluppi, determinati dal forte vento che ha frustato Rutigliano il 6 marzo scorso e fatto cadere sul fabbricato di fronte proprio quella grande recinzione.

I FATTI
Qualche anno fa il cittadino Berardi fa innalzare una recinzione -fatta di pali di ferro e reti plastificate- nella parte posteriore della sua abitazione. La recinzione si innesta su un muro perimetrale in cemento legittimo, autorizzato all’epoca in cui la villa è stata costruita. Quella recinzione, negli anni, ha subito una serie di restyling: prima una fila di pannelli, poi l’altra, fino ad arrivare a una dimensione di 39 m di lunghezza per 6 m di altezza.

A maggio dell’anno scorso l’ufficio tecnico si accorge di quella enorme “vela”, del fatto che non era stata autorizzata, ed emette un’ordinanza di demolizione con ripristino dello stato dei luoghi minacciando, nel caso di inadempienza, di acquisire al patrimonio pubblico gratuitamente “l’area di sedime”. Due mesi dopo la signora Berardi chiede all’ufficio tecnico un permesso di costruire in sanatoria che l’ing. D’Aries non concede ribadendo la demolizione e intimandola entro sette giorni dalla risposta.

Contro il diniego alla sanatoria la signora ricorre al TAR che, nella fase cautelare, non le dà ragione; impugna al Consiglio di Stato il no alla sospensiva degli atti, ma anche qui non la spunta. La fase cautelare del ricorso contro il no alla sanatoria i coniugi Berardi la perdono definitivamente, rimane oggi in sospeso la causa nel merito di quel ricorso, causa che non si sa quando si farà e come andrà a finire. L’ordinanza del Consiglio di Stato è del 13 febbraio scorso e l’ultima volta che l’ufficio tecnico ha intimato a Berardi la rimozione “entro sette giorni” è stata nella nota inviata il 7 settembre 2012 con la quale nega la sanatoria.

IL BLITZ DELL’INGEGNERE

Le cose precipitano dopo il 6 marzo scorso. Il forte vento piega verso l’esterno la recinzione, che si accascia sull’impalcatura della costruzione di fronte. Il giorno dopo, il 7 marzo, la signora Berardi comunica al sindaco di Rutigliano e al comando dei Vigili Urbani che sono cominciati i lavori di smontaggio parziale della recinzione, che gli stessi lavori si siano dovuti fermare a causa del vento del giorno prima e che sarebbero ripresi non appena le condizioni atmosferiche lo avrebbero permesso.

Il giorno dopo quella nota, l’8 marzo mattina, di buon‘ora, gli operai della ditta incaricata da Berardi ritornano a lavorare sulla recinzione per rimuoverla. E’ mattina presto, sono circa le 7:00, sul posto si presenta l’ingegnere comunale Erminio D’Aries che, secondo quanto riferisce lo stesso Berardi, impedisce alla ditta le operazioni di rimozione. Quella mattina, contemporaneamente, arrivano sul posto anche i carabinieri che informano il sig. Berardi dell’esistenza di una ordinanza del sindaco Roberto Romagno che vieta il transito nella strada sulla quale è crollata la recinzione, strada già chiusa nelle sue due estremità da una rete metallica e da una sbarra.

In sostanza l’ordinanza del sindaco sancisce la non percorribilità di una strada di proprietà dell’AQP da sempre inibita al transito di persone e mezzi. Questa ordinanza, emessa il 6 febbraio, la mattina dell’8 non la conosceva nessuno tranne il sindaco, D'Aries e i carabinieri. La cosa strana è che non la conoscesse il diretto interessato, cioè il sig. Berardi, al quale gli è stata notificata da un vigile urbano direttamente sulla caserma dei carabinieri mentre stava sporgendo denuncia contro l’ing. D’Aries e il sindaco.

L’ordinanza, dunque, è del 6 marzo, il giorno del vento, è stata pubblicata all’albo pretorio online il 7 e notificata al sig. Berardi alle ore 10:00 circa della mattina dell’8.  Di questa ordinanza la cosa che preoccupa il cittadino Berardi è la parte in cui il sindaco dice che “è stata acquisita di diritto parte dell’area in catasto (…) e specificatamente l’area di sedime della recinzione” e che “sono in corso le procedure amministrative finalizzate a trascrivere presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Bari i diritti acquisiti dal Comune di Rutigliano sulla parte di area individuata in catasto con foglio…”. Insomma, stando a quanto riferisce il sindaco nella sua ordinanza, l’area di sedime su cui sorgeva la recinzione non è più del legittimo proprietario ma “è stata acquisita di diritto” al patrimonio comunale.

Questi sono, in sintesi, i fatti così come si sono svolti o, perlomeno, così come sono stati raccontati. Abbiamo chiesto all’ing. D’Aries un’intervista su questa vicenda per meglio capire alcuni importanti passaggi, intervista che l’interessato non ha voluto concedere.

Ora, non sappiamo come questa storia andrà a finire, forte è, però, l’impressione di essere di fronte a un pasticcio amministrativo che coinvolge un consigliere comunale di opposizione, quello stesso consigliere che ha tenuto il sindaco e l’amministrazione comunale sulla graticola per due anni con il ricorso elettorale, che manda le carte alla Corte dei Conti, che fa gli esposti alla magistratura. Uno scontro, quello tra comune di Rutigliano e il privato cittadino/consigliere comunale, che potrebbe ora avere anche dei risvolti penali a causa di quella denuncia-querela.

Che la recinzione in questione non fosse autorizzata lo hanno ammesso tutti, persino i proprietari con la richiesta di permesso in sanatoria, negata, con la dichiarata intenzione di smantellarla e, in effetti, l’8 mattina il proprietario quel pannello lo stava smantellando davvero. Che necessità c’era di bloccare i lavori e far valere una ordinanza che non conosceva nessuno se non il sindaco, l’ing. D’Aries e i carabinieri? Qual era la necessità e la fretta di acquisire al patrimonio pubblico l’area di sedime proprio nel momento in cui quel proprietario stava ottemperando alla prima ordinanza di demolizione? Che il Berardi avesse serie intenzioni di smantellare quella vela il comune lo sapeva già il giorno prima del blitz di D’Aries.

C’è da dire ancora che il consigliere comunale Berardi ad ottobre scorso, per quella recinzione, si è visto perquisire la propria abitazione da carabinieri e polizia municipale con tanto di mandato del giudice, una perquisizione avvenuta in un momento in cui lui era all’estero.

Come sia possibile che una banale recinzione, facilmente smontabile senza lasciare traccia di sé, abbia prodotto uno scontro di queste dimensioni, è un fatto tutto da chiarire e anche da interpretare.











































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