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IN PIAZZA CON DE ANDRE’, IL SUCCESSO DEI MALTESI

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di Rosalba Lasorella


Alla sua poesia si sono avvicinati in molti, studiosi e critici alla ricerca del nobile disegno creativo  di cui ancora oggi si discute; la sua musica vanta un lungo corteo di ammiratori ed imitatori, tutti giustamente riconoscenti alla terra genovese per il prezioso dono di Fabrizio De André. Un dono che ha il fascino della più nobile contestazione e la saggezza della più sofferta spiritualità, a rappresentare il genere umano troppo spesso soggiogato dai falsi miti del potere e del denaro.

Nel nome di questo insuperabile maestro, giovani e meno giovani continuano a raccogliersi, affollando le piazze come è successo a Rutigliano nella serata di ieri. Il merito va attribuito a “I Maltesi”, band pugliese di indiscussa qualità che, ingaggiata dall’Assessorato comunale al Turismo, ha affascinato la platea riproducendo fedelmente, per circa due ore, il repertorio di De Andrè. I fragorosi applausi e l’ovazione finale hanno testimoniato l’apprezzamento che il popolo rutiglianese, rinvigorito da un discreto flusso turistico, ha riservato – come in poche altre occasioni è accaduto – al giovane gruppo, trainato dalla voce profonda (ed incredibilmente somigliante all’originale) di Dario Di Stefano. Attorno a lui, protagonisti – è il caso di dirlo – degni di nota, Giuseppe Bruni (batteria, loops), Francesco Corallo (chitarre, cori), Lorenzo D’Urso (tastiere, chitarre, cori), Michela Dellino (violino), Stefano Renna (bouzouki greco e chitarre), Angelo Verbena (basso e contrabbasso).

Nonostante i consueti problemi d’audio, che hanno penalizzato la professionalità dei musicisti e messo a dura prova l’attenzione che il concerto avrebbe legittimamente preteso (e meritato), va riconosciuto l’ottimo riscontro di una serata che ha permesso ad adulti ed adolescenti di condividere una passione, la voglia di gridare con “Canzone di Maggio”, di battere le mani sul ritornello de “Il pescatore”, di cantare a voce sommessa la “storia vera” di Marinella. Difficile la scelta tra il ricco repertorio del sofisticato cantautore, più facile trovare la strada che collega gli anni, i decenni, i corsi e ricorsi delle vicende italiane, mai del tutto superate, mai definitivamente dimenticate.

Questa è la magia di De Andrè, la cui scia – amara, disperata, spregiudicata – ha per qualche ora invaso Rutigliano e, grazie ai “Maltesi”, concesso alla piazza il lusso di un coro timido eppure deciso e riscoperto la nostalgia nei confronti di un genio scomparso troppo presto, ma sempre vivo nel cuore di tutti.

Le foto con la data sono di Franco Lombardozzi







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