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RIPRESE FILM, INTERVISTA AL REGISTA VICINO. Fotogallery

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di Gianni Nicastro


Ieri sera siamo stati in Piazza Violante trasformata per poche ore in set cinematografico. E’ stato interessante vedere dal vivo come si realizza un film, le attrezzature, il numero di operatori (tanti), il ciakkista che dà il via alla scena, la Renault 4 con cinepresa legata sul cofano a riprendere, attraverso il parabrezza, Nicolas Vaporidis alla guida con la coprotagonista a fianco, alla ricerca, nel film, di un posto dove andare a mangiare. A Rutigliano hanno praticamente girato solo questa scena, che è un po’ comica con Vaporidis che fa finta che quel ristorante sia chiuso perché troppo chic, o non alla sua portata in tutti i sensi e, mentre lo dice, si vedono persone altolocate, vestite di tutto punto e a braccetto, avviarsi verso l’entrata evidentemente aperta.

Scena girata un sacco di volte. In una, che stava proprio venendo bene, sul più bello passa un’auto di un avventore sfuggita al controllo che fa arrabbiare il regista perché taglia la visuale alla cinepresa rovinando la scena. E’ il bello -e il rischio- di lavorare su un set reale e non in uno studio come a Cinecittà o a Hollywood.
Ieri erano quasi tutte comparse, del cast (oltre a Nicolas Vaporidis, Andrea Bosca coprotagonista, Massimo Ghini, Claudia Potenza, Camilla Ferranti, Giulia Michelini) c’era solo lui, l'attore della "Notte prima degli esami", non ne abbiamo riconosciuti altri. Il film comincia a Roma, si sviluppa in Puglia -la cui location principale è l’hotel Il Melograno di Monopoli, con riprese a Polignano, Rutigliano e Lecce- va a Milano per poi tornare a Roma.

C’erano tanti curiosi ieri assiepati ai margini della scena, con gli addetti al servizio d’ordine che ogni tanto intervenivano invitando il pubblico a farsi più dietro e a stare zitto. Alla fine delle riprese alcune ragazze hanno “aggredito” il giovane Vaporidis mentre saliva in macchina, l’attore si è concesso alle sue fan (da una si è fatto anche baciare, come si vede nella fotogallery qui sotto) facendo qualche autografo. Nella concitazione finale, dovuta alla fretta di smontare il set per correre subito a Polignano a girare altre scene, siamo riusciti ad intercettare il regista, lo abbiamo intervistato.


Matteo Vicino, un nome non proprio noto
«Un nome prossimo…»

Promette bene, per quello che si legge in rete. Leggiamo anche del tuo impegno nelle campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, un tema che pare ti stia particolarmente a cuore. Come mai?
«E beh, l’arte non è mai intrattenimento, deve esserci sempre qualcosa dietro. Non faccio mai qualcosa che non abbia un senso etico, altrimenti è inutile fare l’artista».

Cos’è questa “crisi d’identità”, di cosa parla il film.
«Il titolo definitivo è “Outing”, non è più “Crisi d’identità”. Parla della storia di due giovani che decidono di fare una attività imprenditoriale, però non sono aiutati dallo stato, allora decidono di fingersi coppia di fatto. Siccome lo Stato non aiuta nemmeno le coppie di fatto, sarà un tentativo anche per valorizzare uno status che oggi non è valorizzato. Si valorizza soltanto il matrimonio».

Una tematica di grande attualità, quella del riconoscimento delle coppie di fatto, dei diritti civili.
«Si, poi uniamo due cose. Loro sono due maschi, sono amici non omosessuali, però si devono fingere omosessuali. Quindi parleremo anche di coppie di fatto addirittura omosessuali, uniamo tutto in un colpo solo».

Come mai hai scelto il mondo della moda.
«Perché è un mondo che è appannaggio del Nord, invece vogliamo dimostrare che il Sud ha tutte le possibilità di talento, anche perché tutti i grandi stilisti sono del Sud. Però, purtroppo, vanno a trovare fortuna a Milano. Sono tante tematiche che si incrociano».

Sei al tuo primo film?
«No è il secondo. Il primo si chiama “Young Europe”, che è un prodotto fatto dalla Polizia di Stato, è un grande film che speriamo vada al cinema».

Quando esce il film che stai girando qui a Rutigliano.
«A natale probabilmente».

Lo vedremo in tutti i cinema, nelle multisale, non avrai insomma problemi di distribuzione?
«No, no, non è come “Young Europe” che è stato un po’ ostacolato da parte dei poteri. Questo no».


Il regista a un certo punto è dovuto andar via. Sarebbe stato interessante approfondire con lui la polemica che “Outing” ha suscitato in Puglia. La storia, che il film racconta, di due amici che si fingono omosessuali per partecipare a un bando con cui la regione Puglia stanzia fondi all’imprenditoria nel settore della moda, non è andata giù al governatore pugliese. Nichi Vendola ha disprezzato il film prima ancora di vederlo e l’Apulia Film Commission gli ha negato il contributo. Nonostante questo inghippo, regista e produttore (Roberto Cipullo, Camaleo film -Red carpet) sono andati avanti senza scoraggiarsi più di tanto.

Non sappiamo se, alla fine, il film indulgerà nei luoghi comuni che stereotipizzano l’omosessualità, gli autori negano siffatte cadute di stile, vedremo. A dicembre sapremo quanto il film farà divertire rispettando una condizione umana così culturalmente e socialmente problematica.

Le foto sono di Katia Caradonna




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