DA PIAZZA DELLE REGIONI A PIAZZA DELLA INCIVILTA’
























di Gianni Nicastro


Non c’è solo la campana del vetro a fare di quella piazza una discarica. A ridurla uno schifo ci si mettono anche quei deficienti che la sera si assiepano lì con pizza e bevande e, dopo aver riempito all’inverosimile i cestini portacarte, lasciano per terra, nelle aiuole, le carte e i cartoni con cui sono servite le pizze. L’altro ieri mattina era un tappeto e i cittadini che abitano da quelle parti mi dicono che è così quasi tutte le sere. Ora che si approssima l’estate è probabile che la situazione peggiori.

Sono giovani che la sera si rifocillano alla pizzeria che è proprio di fronte a Piazza delle Regioni, un locale che -mi dicono- mette regolarmente a disposizione dei suoi avventori i bidoni porta rifiuti, per cui davvero non si capisce perché chi bivacca lì poi lascia quella roba per terra. Che cos’è, menefreghismo? Maleducazione? Sciatteria? Disprezzo per i luoghi pubblici? Probabilmente tutte queste cose messe insieme. Non voglio imbattermi in analisi socio-antropologiche o, meglio, psichiatrico-sociali.  Questo comportamento è facilmente collocabile, ha un nome preciso: inciviltà. Rozza, grezza inciviltà.

E non è una questione di età, purtroppo.
Domenica mattina scorsa sono andato con un amico a Castiello, al ritorno abbiamo incrociato -all’inizio della strada che porta al ponte romano- un’auto ferma con due anziane signore, una delle quali stava scaricando un grande cartone con dentro rifiuti vari, lo aveva già buttato nella campagna, a pochi metri dalla strada, un posto di solito utilizzato come discarica di teloni che bruciano sistematicamente.

Noi ci siamo dovuti fermare per forza perché l’auto delle anziane signore ci impediva di passare. A quel punto sono sceso, mi sono avvicinato all’autista, l’ho -con garbo ma deciso- redarguita su quello che stavano facendo. Le ho chiesto perché non avessero portato quel rifiuto all’isola ecologica, dal momento che lo avevano già caricato in macchina. «Ma oggi è domenica, è chiuso» è stata la risposta. «Mi scusi signora -le ho detto- potete disfarvene domani che è lunedì. Lo sapete che il paese e anche la campagna sono pieni di immondizia, che queste cose non si fanno». «Si ma oggi viene mio nipote e quello mette le mani dappertutto» prova a difendersi la signora. «Va bene, ma non poteva tenerselo in macchina e portalo domani al centro di raccolta?».

Nel frattempo era entrata nell’auto l’altra anziana signora. A un certo punto, vedendosi un po’ troppo scoperte e alquanto imbarazzate, hanno deciso diversamente. L’accompagnatrice è ridiscesa, ha riaperto il cofano, ripreso e messo dentro il cartone. Infastidite e borbottando tra i denti, sono ripartite proseguendo verso Azezio.
Non so se hanno desistito dall’abbandonare quel rifiuto o se, più avanti, se ne sono poi ugualmente liberate. Mi piace pensare che le anziane signore quel fardello se lo siano riportato a casa per smaltirlo correttamente, che sia prevalsa la saggezza e l’educazione tipiche di quell’età.

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