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PARTITA LA BONIFICA DALL’AMIANTO IN VIA MOLA

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La ditta “Teorema” al lavoro sul tetto del capannone dal quale l’8 giugno scorso si è staccata una grande lastra di amianto ed è caduta per strada rompendosi in mille pezzi. Una emergenza sanitaria che i Vigili Urbani, la Asl e il comune hanno risolto in tempi davvero brevi. Dopo un paio d’ore, infatti, l’amianto era già tutto rimosso dalla strada.

Gli operatori della Teorema, ben equipaggiati, muniti di gru con cestello, hanno stamattina incapsulato le lastre con la tipica vernice blu, da un lato e da l’altro. Domani mattina ritornano per rimuovere la pensilina fatta da pannelli autoportanti di cemento impastato con amianto.


L’operazione è seguita a una ordinanza emessa dal comando di polizia municipale, sollecitata da una lettera che il dott. Palzzo, dirigente dell’ufficio igiene del comune di Rutigliano, ha fatto recapitare al sindaco Roberto Romagno.
C’è da dire che il proprietario dell’immobile si è mosso con celerità seguendo tutte le indicazioni che gli sono venute dalla ASL e dal comune. La cosa è alquanto apprezzabile se si considera che quella di oggi e domani è una operazione costosa, circa diecimila euro, un costo che si accollerà per intero il privato.

Su questa vicenda c’è, però, una nota critica, una lettera che i cittadini residenti vicino al luogo in cui si è rotta la lastra di amianto hanno indirizzato al sindaco con in calce una quarantina di firme. Il problema sollevato è la frantumazione della lastra, “aggravata dal continuo passare delle automobili che hanno svolto una pericolosa azione macinante delle fibre fini e respirabili trasportandole anche a lunga distanza”, si legge nella lettera.
E’ vero che quel giorno pioveva, ma il giorno dopo è stata una bella giornata di sole e vento, sulla strada, e in alcuni giardini a ridosso, si vedono ancora piccoli frammenti di amianto.

Si fa presente -continua la lettera- che i residenti della zona limitrofa sono molto preoccupati per il rischio sanitario che possono aver corso nel respirare fibre di amianto, non solo prima che giungessero le autorità preposte, ma anche nei giorni successivi in quanto non si è stati informati ufficialmente neanche tramite l’affissione di cartelli (la conoscenza dei fatti è avvenuta tramite passa parola)”.

I residenti chiedono di conoscere “l’analisi di rischio sanitario ambientale sito-specifica effettuata quindi la concentrazione di contaminazione delle varie matrici ambientali nonché la concentrazione soglia di contaminazione e rischio”. Chiedono di  sapere se si è monitorato il livello “di concentrazione di fibre di amianto nell’aria”.

Sappiamo che il giorno dopo il tecnico della Teorema si è recato con un vigile da un residente per visionare il terrazzo che, ignaro dell’accaduto, quello stesso residente aveva pulito il giorno dopo. Dal Comando di Polizia Municipale ci dicono che il tecnico, ad occhio, ha valutato che non c’era nulla da preoccuparsi.

L’intervento di emergenza è stato immediato ed efficace, su questo c’è poco da discutere. Quello che i cittadini hanno, in qualche modo, denunciato è stata l’assenza di avviso dell’incidente, di informazioni circa le precauzioni da adottare sul momento e nei giorni immediatamente successivi a quello in cui accadano eventi di questo tipo.

Non è un problema da poco. I comportamenti, le buone pratiche e l’informazione nei casi di emergenze ambientali sono fattori importanti e, a volte, anche decisivi. Quel giorno questo aspetto  è stato trascurato, forse non casualmente.

Il comune di Rutigliano nel 2007 si è dotato di un “Piano di Protezione Civile e di Emergenza” ancora oggi operativo, in cui sono contemplate una serie di tipologie di eventi: naturali (terremoti), metereologici (neve, ghiaccio, trombe d’aria, nubifragi e allagamenti), antropici (incendi, esplosioni, inquinamenti, rilascio di sostanze tossiche), incidenti nei trasporti.

La parola “amianto” in questo Piano non esiste. Una emergenza dovuta alla presenza accidentale o dolosa di amianto nell’ambiente urbano non è, dunque, compendiata nel Piano comunale di protezione civile. Di fronte a una emergenza di questo tipo nessuno sa come comportarsi, a cominciare dal comune.

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