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LAMA SAN GIORGIO. ASSEMBLEA ORGANIZZATIVA IN SALA CONSILIARE

Stamattina associazioni, cittadini, consiglieri comunali e amministrazione si sono incontrati in sala consiliare per decidere il da farsi sull’emergenza “fogna” in lama San Giorgio.

Il presidente del consiglio comunale Matteo Colamussi ha aperto i lavori. «Sia le associazioni che la politica oggi devono fare un tentativo, stilare un programma di iniziative» per opporsi a quello che sta succedendo nel vallone Guidotti. Certo ci stiamo muovendo in ritardo, ma «non è mai troppo tardi» ha agiunto Colamussi, quando si tratta di tutelare l’ambiente.

Angelo Radogna ha proposto di «coinvolgere il Prefetto, è l’unico che può adesso chiamare regione e Acquedotto» e può imporsi in qualche modo. Il consigliere Damato, in un intervento colorito e appassionato, di quelli tipici che lo contraddistinguono, ha parlato di azione. «E’ ora di agire. Io sono disposto ad incatenarmi. Questi vanno fermati, non possiamo innaffiare l’uva con l’acqua inquinata», ha gridato a squarciagola l’agricoltore consigliere.

Mimmo Gigante e Vittorio Berardi, consiglieri di minoranza, pur condividendo appieno l’iniziativa di mobilitazione, hanno ribadito che l’amministrazione aveva già da un anno il sostegno del consiglio comunale ad opporsi con decisione al progetto di scarico del depuratore di Casamassina  nel vallone Guidotti.

Oronzo Valentini ha proposto di chiamare alle loro responsabilità i due enti autori dell’opera, Acquedotto e regione, che in qualche modo avevano -già loro- ufficialmente espresso perplessità sul progetto, soprattutto riguardo al suo impatto ambientale sulla lama.

Il sindaco Roberto Romagno ha ricordato che «tutto nasce dal commissario delegato all’emergenza ambientale in Puglia Nichi Vendola che con un decreto ha deciso, in deroga a qualsiasi autorizzazione e vincolo, di portare lì la condotta del depuratore». «Si sono fatti tanti incontro -ha aggiunto- nei quali si è sempre parlato di rivedere il progetto». «Poi di incontri non se ne sono fatti più e ci siamo ritrovati, senza essere stati avvisati, con i tubi nel vallone Guidotti».

Ci sono stati altri interventi, tutti hanno detto la propria.  Al di là di alcune sfumature e delle polemiche soprattutto su quello che  si sarebbe potuto far e tempo debito, stamattina si è riscontrata la cosa più importante: l’unanimità circa la necessità di una mobilitazione popolare, forse l’ultima risorsa a disposizione che può avere qualche chance di cambiare il corso di eventi.

Quindi sensibilizzare l’opinione pubblica con manifesti, volantini, che non solo informino su quanto sta accadendo e sulle nefaste conseguenze dello scarico in lama delle acque reflue di un depuratore urbano per il territorio e la sua comunità, ma che ivitino la cittadinanza alla mobilitazione.

Queste le iniziative immediate.
Domani alle ore 18,00 in sala consiliare le associazioni, i cittadini e gli amministratori si incontreranno di nuovo per fare il punto della situazione e organizzare le iniziative di mobilitazione.
Per quanto di stretta competenza amministrativa, il sindaco domani mattina farà un sopralluogo nella zona dove l’impresa appaltatrice ha già scavato la trincea di interramento della linea, per verificare se gli scavi sono stati fatti sul territorio di Rutigliano. In questo caso, il sindaco valuterà se ci sono le condizioni per emettere una ordinanza di sospensioni lavori in quanto nessuna comunicazione relativa ai suddetti lavori di scavo è arrivata al comune di Rutigliano.
Tutte le associazioni e i cittadini sono, dunque, invitati domani alle ore 18:00 all’incontro che si terrà in sala consiliare.

A breve sarà pubblicato il video del sit-in di protesta che c'è stato ieri presso il vallone Guidotti.