Su Alfredo Violante, martire antifascista, parla il figlio Paolo oggi novantenne
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- Pubblicato Venerdì, 06 Giugno 2025 03:05
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Il pensiero di intervistare il figlio di Alfredo Violante, Paolo, sui drammatici fatti del 1° dicembre 1943 l’ho sempre avuto e si riaccendeva ad ogni 25 Aprile, momento della rituale deposizione della corona di alloro sotto la targa dedicata al padre nella piazza che porta il suo nome: Piazza Alfredo Violante.
Nel dicembre del 1943 Alfredo Violante fu arrestato per la sua attività antifascista fatta con la scrittura, con la redazione di volantini e articoli di giornale, materiale che serviva alla Resistenza, alla coraggiosa propaganda antifascista negli anni più difficili, due mesi dopo la nascita della Repubblica di Salò.
Nel 1926 dovette fuggire dalla Puglia a causa delle continue aggressioni fasciste nei suoi confronti, andò a vivere a Milano dove, da laureato in giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato e la sua attività nella Resistenza attirò l’attenzione della polizia fascista.
Dopo l’arresto fu condotto dallo studio legale di Corso Italia alla casa di residenza in via Washington a Milano, dove le guardie repubblichine sequestrarono materiale di propaganda (volantini e copie del Progresso). Qualche tempo dopo venne portato nel carcere di San Vittore, poi trasferito in un campo a Fossoli, nella provincia di Modena. A Fossoli rimase qualche mese, fu poi trasferito in Austria nel campo di sterminio di Mauthausen. Qui morì in una camera a gas il 24 aprile del 1945, un giorno prima della liberazione dell’Italia dal nazifascismo e una decina di giorni prima della liberazione del campo.
Il comune di Rutigliano nel 1995 appose nella piazza a lui dedicata, sulla parete dell’allora Cinema l’Acquario (ora Teatro Metamorfosi), una targa con l’epigrafe “in memoria di ALFREDO VIOLANTE Giornalista e Patriota Rutigliano 1883 Mauthausen 1945 2 dicembre 1995”. Paolo Violante ha oggi 90 anni.
Qui sotto l'intervista, che ho realizzato grazie a Peppino Marchetti e a Caterina Violante, figlia di Paolo.
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Quanti anni aveva lei, dott. Violante, quando i nazifascisti arrestarono suo padre?
«Avevo solo nove anni. Ricordo perfettamente quel tragico momento. Entrarono in casa con violenza, la misero completamente sottosopra, frugando ovunque. Poi portarono via mio padre. L'immagine di quella scena è rimasta incisa nella mia memoria, e per anni, da bambino, ho continuato a sognare di aggrapparmi alla ringhiera del balcone della cucina, con la speranza struggente che lui potesse tornare. È un ricordo che non mi ha mai abbandonato».
Ci può dire cosa ricorda di quel tragico evento?
«Ricordo che mio padre fu arrestato nel suo studio legale, mentre cercava di distruggere alcuni documenti compromettenti. Successivamente, una squadra di repubblichini effettuò una perquisizione nella nostra casa, alla ricerca di ulteriori carte. Fu un momento di grande terrore. Ricordo la confusione, le urla, la casa devastata. Ma soprattutto ricordo la sensazione di impotenza, di smarrimento. Mio padre fu portato via davanti ai nostri occhi, e per noi iniziò un tempo di attesa e dolore. Da quel giorno, nulla fu più come prima».
Dopo l'arresto, la sua famiglia non ebbe più notizie di suo padre o fu messa al corrente della sua deportazione nel campo di sterminio di Mauthausen?
«Per molto tempo non avemmo alcuna notizia. Dopo l'arresto, fu dapprima incarcerato a San Vittore, quindi trasferito al campo di transito di Fossoli. Da lì, più nulla, la nostra famiglia visse per mesi nell'angoscia del silenzio. Solo nel 1945, a guerra finita, fummo informati ufficialmente dalla Croce Rossa Internazionale (ICRC) della sua deportazione e della tragica sorte che aveva subito nel campo di sterminio di Mauthausen. Fu una notizia devastante, ma almeno pose fine all'angoscia dell'attesa e ci diede una verità con cui fare i conti».
Nel 1995 è stata installata a Rutigliano una targa in memoria di Alfredo Violante nella omonima piazza. La sua famiglia fu coinvolta nella scelta dell'epigrafe? La scelta del testo "Alfredo Violante Giornalista e Patriota", l'amministrazione comunale di allora, la concordò con voi?
«L'iniziativa dell'installazione della targa nel 1995 fu presa dall'amministrazione comunale di Rutigliano, alla quale va comunque il nostro ringraziamento per aver voluto ricordare pubblicamente la figura di mio padre. Tuttavia, per quanto riguarda il testo dell'epigrafe, la nostra famiglia non fu coinvolta: la decisione fu presa direttamente dal Comune, senza una consultazione con i familiari. Ricevemmo soltanto la comunicazione della scelta, senza alcun potere decisionale in merito».
Suo padre, dunque, era un «convinto antifascista»1. È d'accordo sul fatto che vada riconosciuta la scelta dell'antifascismo di Alfredo Violante? In altri termini, ai fini di quel riconoscimento, è d'accordo che si aggiunga a quella epigrafe il termine "Antifascista" insieme a "Giornalista e Patriota"?
«Sì, ne sono pienamente convinto. La vita e, soprattutto, la morte di mio padre rappresentano in modo esemplare la lotta contro il fascismo e il sacrificio per un'idea di società fondata sulla libertà, sull'uguaglianza e sulla democrazia. Il suo impegno antifascista fu coerente, coraggioso e totale. Per questo ritengo che, soprattutto in questo momento storico, sia non solo giusto ma necessario riconoscere quel tratto fondamentale della sua identità.
L'aggiunta della parola "Antifascista" all'epigrafe non sarebbe solo un omaggio personale, ma un messaggio di civiltà e memoria collettiva».
1Citazione da un articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 10 settembre 1945 firmato "A. d'A." e titolato "Ricordo di Alfredo Violante".
Foto
Slide introduttiva: Alfredo Violante a Bari, anni '20 (foto inedita di Peppino Marchetti).
Prima foto nel testo: anni 30, Alfredo Violante a Milano, foto con i componenti dell'Associazione Pugliesi di Milano sorta nel 1921.
Seconda foto nel testo: Alfredo Violante a Milano, 1940-43 (foto archivio privato famiglia Violante)
Sotto l'articolo: Paolo Violante, Rutigliano 27 gennaio 2012.
Tutte le foto sono state messe a disposizione di Rutiglianoonline da Peppino Marchetti.
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