Franco Amodio, “stop e crein”. Un ricordo

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di Gianni Nicastro

Quando l’essere commerciante è anche una passione; un mestiere antico che si tramanda da padre in figlio da generazioni. Questo era Franco Amodio, “stop e crein”, inconfondibile e caratteristico soprannome di famiglia. Una istituzione a Rutigliano, un punto di riferimento nel campo del commercio della frutta secca. Un marchio di qualità si direbbe oggi, che lui orgogliosamente riportava finanche nella scritta sul lungo striscione che correva sulla sua bancarella: “Ditta Amodio stop e crein”.

Fermarsi da Franco la domenica mattina era una tappa obbligata, perché la frutta secca non può mancare sulla tavola delle feste. “Per noi la domenica è sacra, ti deve entrare nel sangue. Ricordo ancora le parole che mi diceva il nonno”, scriveva a maggio scorso.

La domenica mattina tutti sotto la bancarella di Franco ad aspettare il proprio turno e, nel frattempo, a sgranocchiare qualche pistacchio. Per me era un divertimento perché, immancabile, assistevo allo sfottò amichevole tra Franco e i suoi clienti-amici, che finiva in sorrisi e, spesso, in risate. A volte capitava anche di discutere delle cose del paese.

Insomma, sotto la bancarella di Franco “stop e crein” non compravi solo frutta secca, olive, lupini, mandorle... passavi pure qualche minuto di spensierata, spesso divertente, socialità.
Lo ricordo, come credo tutti, con grande simpatia e ora anche con nostalgia.

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