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Rutigliano, la mattina furgoni carichi di braccianti agricoli diretti in campagna

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tendone-braccianti-trasporto


di Gianni Nicastro

«Sono un agricoltore e, purtroppo, Rutigliano vive la mattina. Faccio la strada Adelfia-Rutigliano tutte le mattine e ne vedo di tutti i colori. Sono un piccolo coltivatore diretto, vado da solo in campagna e vedo gente che entra nei pullmini, nei Ford; albanesi, uno attaccato all’altro. Vedo le aziende che lavorano, prendono persone e caricano i furgoni, nove, dieci persone; camioncini, privati che prendono gli albanesi e se li mettono nelle macchine senza mascherina, senza... cioè è allucinante cosa succede la mattina».

E’ la segnalazione che ho ricevuto per telefono oggi pomeriggio da un agricoltore che ha espresso una preoccupazione. E’ vero, “restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie”, oltre ad altri servizi, anche le “attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare”, dice il DPCM dell’11 marzo scorso all’art. 1 comma 4. Lavorare in campagna, quindi, si può; ma come la mettiamo con il trasporto di braccianti all’andata e al ritorno dai campi o dagli impianti di uva da tavola?

L’agricoltura a Rutigliano sembra in una situazione in controtendenza. Coldiretti Puglia oggi ha diffuso un comunicato nel quale denuncia che il “Made in Italy agroalimentare” è “a rischio in Puglia per la carenza di personale nei campi” a causa della “emergenza Coronavirus”. Secondo Coldiretti “gli operai agricoli italiani stanno disertando le normali attività di raccolta e mungitura”. Così è altrove, ma a Rutigliano la situazione sembra diversa, probabilmente grazie alla importante presenza di manodopera soprattutto albanese.

“Coldiretti Puglia -continua il comunicato- ha predisposto un vademecum per il lavoro nei campi, con gli operai agricoli che possono raggiungere la sede di lavoro muniti di autocertificazione, devono rispettare la distanza di almeno un metro tra le persone presenti in campagna, in serra e nei locali aziendali, devono avere a disposizione soluzioni igienizzanti e mascherine, mentre non devono essere utilizzati ‘mezzi di trasporto persone’ che assembrino un numero elevato di lavoratori (furgoni e pullman), oltre ad affiggere nei locali aziendali le indicazioni sui comportamenti da seguire”.

Quindi, al di là di tutte le misure igieniche e comportamentali che conosciamo, non si possono raggiungere i campi con “mezzi di trasporto persone che assembrino un numero elevato di lavoratori (furgoni e pullman)”.

Gruppi di braccianti dentro furgoni, o auto, uno vicino all’altro, che vanno e vengono dagli impianti agricoli rendono praticamente inutile la prescrizione di rispettare “la distanza di almeno un metro tra le persone presenti in campagna”. In sostanza, larghi in campagna, stretti nel furgone o in qualsiasi altro mezzo di trasporto.

Questo è un problema? Il trasporto di lavoratori agricoli in quelle condizioni è un rischio sanitario?

 

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