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A Rutigliano il “piccolo parco delle arti”, una valida alternativa al distrutto campo da tennis

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Gentile Direttore, accolgo con piacere l’invito che mi hai fatto a riflettere sulla paventata ristrutturazione del campetto da tennis di via Favale partendo dal possibile disturbo, dal punto di vista acustico, che una tale struttura arrecherebbe in un luogo così densamente popolato e con, in più, una struttura scolastica adiacente.
Non ti nascondo che avevo pensato ad un diniego al tuo invito poiché, se una questione così ovvia non ha minimamente innescato dubbi in chi ha originariamente ideato quella struttura e, tantomeno, in chi ne paventa un suo “recupero” (non parliamo degli organi tecnici del Comune!), il fiato sprecato come in passato a parlare di rumore, di quadro normativo in materia e di come Rutigliano sia, da questo punto di vista, una “repubblica indipendente”, potrebbe cominciare a creare ilarità in più d’uno.

Poi però, più che pensare da tecnico, ho cominciato a pensare da cittadino rutiglianese ed ho pensato che quel posto una vocazione naturale ce l’avrebbe.
E’ un minuscolo parchetto, attaccato ad una scuola, in un posto silenziosissimo perché chiuso al traffico veicolare, con dei sevizi igienici annessi. Una parte a verde, una parte pavimentata in cemento industriale.
Ho provato ad immaginare il parchetto ben riordinato e, nella parte cementificata, una piccola tribuna con 200-250 posti a sedere ed un palco coperto con una struttura in legno lamellare.

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Insomma, una di quelle cose di cui le scuole pubbliche, le scuole di musica e di teatro del territorio, le associazioni, il paese hanno bisogno.
Da marzo ad ottobre, un luogo all’aperto dove svolgere saggi di inizio e fine hanno, rappresentazioni di musica, cinema e teatro, con un occhio rivolto particolarmente al mondo della scuola perché è di una scuola che sarebbe la naturale appendice.
Un palco  con copertura in legno lamellare permetterebbe di tenere i piccoli protagonisti di arti varie, ma anche avventori che vogliano leggere un libro nelle giornate della bella stagione,  al riparo dal sole quando questo picchia e impreziosirebbe uno scorcio di paese tristemente grigio e chiuso in se stesso. La piccola area a verde farebbe il resto.
Non solo spettacoli ma anche letture di gruppo, riflessioni e, a volte, matematica all’aperto…nel silenzioso parco delle arti delle scuole rutiglianesi aperto alla città.
Un piccolo, piccolissimo luogo di cui essere fieri.

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Tornando alla compatibilità, dal punto di vista del rumore prodotto e dell’eventuale disturbo arrecato a chi abita così vicino alla struttura, se proprio devo, mi esprimo velocemente, sempre disponibile a fornire particolari e simulazioni a chi, eventualmente, interessato.
Cominciamo col dire che NON E’ VERO, come sussurrato da qualcuno che il tennis è uno sport silenzioso.
La proprietà acustica dominante di questo sport è il carattere impulsivo del rumore prodotto, dovuto al periodico e, chi abita nei pressi di un campo da tennis lo sa bene, snervante impatto palla-racchetta.
Chi si occupa di inquinamento acustico sa bene che i rumori impulsivi hanno per se stessi peso maggiore rispetto ai rumori continui. Una pubblicazione del 2017 dell’Ufficio federale dell’ambiente UFAM di Berna  (Svizzera), ha tabellato l’incremento in dB dovuto al carattere impulsivo di alcune fonti di rumore, in sport particolarmente affetti da questo fenomeno. La tabella è la seguente:

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Incremento che giustifica il fatto che il rumore, in uno sport che di per se non sembra avere fonti evidenti di rumore, come avviene nei giochi di squadra, è un fenomeno che comunque provoca disagi in luogni densamente popolati. Senza contare che,  il fatto che i giocatori sono sempre a più di 10 metri di distanza tra loro, li porta a comunicare a voce particolarmente alta (diciamo, urlando!).
Qualcuno dirà: “e, allora, l’auditorium all’aperto, con amplificazioni eccetera?”.
Domanda più che lecità e che giustificherei senz’altro.

rendering palco2

Ci sono però alcuni punti a favore di questa soluzione (oltre alle oppurtunità d’uso), proviamo ad elencarle:
1)    L’auditorium si giustifica anche per un uso saltuario ed in fasce orarie ben precise. In tali occasioni la fascia di popolazione beneficiaria è particolarmente ampia. Il campo da tennis, per avere un senso, dovrebbe essere a disposizione per molte ore al giorno, a beneficio di pochissime persone. In una parola: il “valore aggiunto” delle due soluzioni è incomparabile;
2)    Con l’orientazione del palco così come proposta in figura ed un impianto audio adeguato, con indice di direttività controllato, arrecherebbe poco disturbo a quelli che si chiamano tecnicamente, “recettori sensibili” (abitazioni addiacenti e scuola);
3)    In un luogo così silenzioso e senza traffico veicolare le emissioni di un impianto audio, che sono perfettamente controllabili, al contrario di quelle di una partita di tennis (a meno di non chiedere ai giocatori di colpire la palla…pianissimo!) possono essere tenute al minimo possibile.
4)    Con un palco ben progettato, in un posto così, si potrebbe sperimentare la “magia” delle esibizioni in acustica, senza amplificazioni, con strumenti e voci al naturale: come nei teatri greci!

Chi ha voglia e la lungimiranza di pensarci, ci pensi!

Franco Larizza

 

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