Agricoltura e reflui affinati, il comune disponibile ma dimentica lo scarico in lama

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di Gianni Nicastro

Il comune di Rutigliano si è messo a disposizione delle acque reflue del depuratore di Casamassima, debitamente affinate, per il loro utilizzo in agricoltura. Il 27 marzo scorso ha postato sul suo sito istituzionale un «Avviso Pubblico», un «Avviso manifestazione d'interesse all'utilizzo di Acque reflue depurate e affinate per uso irriguo». Con questo avviso il comune intende «raccogliere manifestazioni di interesse rivolte all'utilizzo per uso irriguo di acque reflue depurate e affinate provenienti dal
depuratore del Comune di Casamassima».

«Il progetto di "Potenziamento dell'impianto di depurazione di Casamassima", ha consentito -si legge ancora nell’avviso- di realizzare un impianto di affinamento delle acque reflue depurate con il raggiungimento di valori limite di emissione di cui al DM 185/2003 idonee al riutilizzo in agricoltura così come previsto dal R.R. n.8/2012». La manifestazione di interesse è rivolta «a cittadini e agricoltori con lo scopo di stimare il fabbisogno di acqua da impiegare per uso irriguo e civile».

L’iniziativa è importante, è ecosostenibile circa la risorsa idrica sotterranea soprattutto della Puglia che, nella falda, ha l’unico serbatoio naturale di acqua dolce, un serbatoio che, man mano, anche a causa degli emungimenti, oltre che della siccità, si svuota sempre più di acqua dolce e si riempie sempre più di acqua salmastra. E’ preoccupante, infatti, la penetrazione del mare nella falda dell’entroterra, una penetrazione che arriva fino a 15 km in direzione opposta alla costa. La questione, quindi, di reperire acqua da altre fonti è cruciale per un territorio come quello della Puglia e di Rutigliano in particolaretubi-scarico-reflui-lama-1, dove c’è un’agricoltura intensiva che richiede grandi quantità di acqua ad ettaro ogni anno. In questo senso ben venga l’avviso pubblicato dal comune di Rutigliano; ma c’è una questione che non può essere trascurata o non tenuta in debito conto.

Rutigliano ha a che fare da oltre tredici anni col problema dello scarico dei reflui, dello stesso depuratore di Casamassima, a cielo aperto sul suolo della lama San Giorgio a ridosso di una provinciale - la SP 179- e a qualche centinaia di metri da un grande inghiottitoio, porta geologica che collega la superficie con la falda acquifera. Il comune di Rutigliano, insieme ai suoi cittadini, è da tredici anni che si batte contro quello scarico a cielo aperto di acque non affinate, semplicemente in tabella 4. L’Acquedotto Pugliese (AQP) nel 2011 ha steso, e interrato in una trincea profonda circa un metro, un collettore in HDPE di 25 cm di diametro che avrebbe dovuto, in un primo momento, portare i reflui del depuratore in questione nel vallone Guidotti, sito di scarico poi spostato più a valle, sulla strada per la Mater Domini, nei pressi della croce (contrada Cicco Severini). Il posizionamento di quel tubo fu fermato il 26 marzo 2011 da una manifestazione del comitato cittadino Salviamo Lama San Giorgio, da allora è lì, tombato, a qualche centinaia di metri dal vallone Guidotti.
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Il comune di Rutigliano, ripeto, fa bene a dare la disponibilità all'utilizzo, sul proprio territorio, delle acque reflue affinate, ma deve chiedere all’AQP e alla regione di cambiare la "vocazione" di quel tubo, da semplice tubo di scolo dei reflui depurati a cielo aperto nella lama, a collettore di distribuzione delle acque affinate in tabella DM 185/2003. Anzi, dovrebbe porre questa alternativa di utilizzo come condizione alla disponibilità di ricevere i reflui affinati sul proprio territorio.

La proposta/condizione non è affatto peregrina, anzi. Il «progetto di Potenziamento dell'impianto di depurazione di Casamassima», di cui parla l’avviso pubblico, potenziamento finalizzato proprio all'affinamento dei reflui, è ancora fermo perché la procedura di assoggettabilità VIA si è conclusa -a febbraio 2022- con la regione che ha preso atto dell'ottemperanza, da parte dell’AQP, di dieci condizioni ambientali su diciassette imposte dal comitato VIA regionale. Sette condizioni ambientali non sono state, dall'AQP, ottemperate, come si legge nella determina n. 45 del 16.02.2022 della sezione autorizzazioni ambientali: «non ottemperate le prescrizioni di cui al blocco A punti 1), 8), 9), 10), 11), 12) e 13) di cui al presente “Quadro della verifica di ottemperanza alle prescrizioni impartite con D.D. n. 39 del 11.02.2021”». La stessa sezione autorizzazioni ambientali conclude determinando «di confermare, per tutto quanto sopra premesso e considerato, attesi gli esiti della verifica ditubi-scarico-reflui-lama-2
ottemperanza come sopra riportati, le valutazioni e decisioni rese con la D.D. n. 39 del 11.02.2021, la cui efficacia rimane subordinata all'ottemperanza di tutte le prescrizioni ivi impartite».

La sezione autorizzazioni ambientali a febbraio del 2022 ha, dunque, concluso la procedura rimandando alla citata determina n. 39 dell'11.02.2021 con la quale si sono chiusi i lavori del comitato VIA regionale sul progetto dell’AQP di ampliamento del depuratore e dello scarico in lama stabilendo «di escludere dalla procedura di Valutazione di impatto Ambientale, sulla scorta del parere del Comitato Regionale VIA, il progetto di “Potenziamento del depuratore» e dello scarico in lama «proposto da AqP S.p.a». Quindi la regione ha escluso la VIA sui progetti ma, con la stessa determina n. 39, ha stabilito anche «di subordinare l'efficacia del presente provvedimento al rispetto delle condizioni ambientali». In un altro punto, la stessa determina, ribadisce il concetto: «… le condizioni ambientali individuate (...) dovranno essere ottemperate* dal Proponente ai sensi e per gli effetti dell’art. 28 co.1 del TUA».

La stessa regione ha, dunque, preso atto che L’AQP non ha ottemperato a sette condizioni ambientali su dieci, due delle quali riguardano proprio lo scarico in lama; e siccome il parere del comitato VIA regionale favorevole ai due progetti senza la VIA era vincolato all’ottemperanza di tutte le condizioni ambientali, va da sé che i progetti dell’ampliamento del depuratore e dello scarico in lama a Rutigliano dovrebbero non godere più di quello stesso parere favorevole.

Ritengo che l’AQP oggi si trovi in una situazione di stallo per via della mancata ottemperanza delle condizioni ambientali. Lo scarico in lama, insomma, si è dimostrato più problematico del solito alla semplice procedura di assoggettabilità VIA, figuriamoci alla procedura VIA vera e propria.
Per questo è importante oggi che il comune di Rutigliano proponga, anche come condizione, il cambio di utilizzo di quel tubo, da semplice scolo dei reflui di fogna depurati a collettore di distribuzione dei reflui di fogna che, a questo punto sarebbero, così come prevede la legge, ulteriormente affinati e utili all’agricoltura.



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* Grassetto e sottolineato sono dell'autore dell'articolo

Le foto:  cantiere AQP con tubo e trincea, aprile 2011;
escavatore, maggio 2013

 

 

 

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