Le discariche non partono? Per la "Gazzetta" è colpa di comuni e ambientalisti

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SE ANCHE L’INFORMAZIONE DIVENTA IMMONDIZIA

Qualche giorno fa, dalle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, abbiamo appreso la notizia che se i cittadini pugliesi sono costretti a pagare una cifra più alta per il conferimento dei rifiuti la causa è da addebitarsi alle proteste delle associazioni e delle comunità locali che impediscono alla Regione Puglia di riaprire le discariche “già pronte”. Nello specifico le vasche di Martucci e Corigliano.

Ebbene si, questo è il messaggio che il principale quotidiano pugliese ha pensato bene di lanciare ai suoi lettori: la causa dell’inefficienza della gestione dei rifiuti non va ricercata nella classe politica e amministrativa di questa regione e nei suoi tortuosi rapporti con i gestori delle discariche bensì nelle proteste di tutte quelle comunità locali, compresa la nostra, che si battono in difesa del loro territorio e della loro salute.
Questo articolo non è altro che l’ennesima riprova di quanto difficile e logorante sia la lotta a cui sono costretti tutti quei cittadini che cercano semplicemente di difendere dei loro diritti.
Una lotta, quella contro la discarica Martucci, che non riguarda solo il piano giuridico e politico ma, purtroppo, anche quello dell’informazione.

E questo accade quando l’informazione e il potere hanno lo stesso “padrone”. Quando l’informazione non è più libera ma nelle mani di chi ha un interesse diretto a gestirla a suo vantaggio.

Ed è per questo motivo che l’articolo apparso qualche giorno fa sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno non ci ha stupito più di tanto. Perché è sin dal suo ritorno nelle edicole e sin da quando apprendemmo che tra i nomi della nuova proprietà figurava il Gruppo Albanese, di quell’Antonio Albanese che non è altro che l’amministratore delegato della ‘Progetto gestione bacino Bari 5’ che gestisce l'impianto complesso di Martucci, che non ci aspettiamo di certo una informazione imparziale sull’argomento rifiuti e discariche.

Per completezza di informazione, Antonio Albanese è attualmente l’amministratore delegato della C.I.S.A. SpA che, oltre a gestisce tre discariche nel tarantino forma, insieme al Gruppo Marcegaglia S.p.a, il consorzio CO.GE.AM. che gestisce :
- La “Progetto Gestione Bacino Bari Cinque S.r.l.” (la discarica Martucci)
- La “Progetto Ambiente Provincia di Foggia S.r.l.”
- La "Progetto Ambiente Provincia di Lecce S.r.l."
- La "Progetto Ambiente Bacino Lecce Due S.r.l."
- La "Progetto Ambiente Bacino Lecce Tre S.u.r.l."

Albanese, in sintesi, è ai vertici di un gruppo imprenditoriale che attualmente si occupa della gestione dei rifiuti in tutta la Puglia. E per non farsi mancare nulla, è stato recentemente rinviato a giudizio per reati ambientali ed illeciti nella gestione di rifiuti speciali.
E succede quindi che, per la Gazzetta del Mezzogiorno di Antonio Albanese, la colpa della malsana situazione in contrada Martucci è nostra, dei comitati cittadini.

Dal canto nostro, noi “colpevoli” cittadini cogliamo l’occasione per invitare pubblicamente qualche giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno a farsi un giro con noi in contrada Martucci in modo da mostrargli lo stato delle vasche mai messe in sicurezza e mai opportunatamente monitorate oppure quei vigneti adiacenti la discarica dove tutt’oggi risultano seppelliti illegalmente tonnellate di rifiuti. Forse così avremo finalmente modo di leggere sulle pagine del principale quotidiano pugliese il reale motivo per cui da oltre quarant’anni una intera comunità si batte in difesa del suo territorio e della sua salute, contro un mostro ecologico chiamato discarica Martucci e contro l'oscura commistione politico/imprenditoriale che la gestisce.

Mola, 02/03/2023
Comitato STOP Martucci

 

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