Utilizzo dei fitofarmaci nei pressi delle abitazioni

trattamenti-fito abitazioni

 

di Antonio Fortunato

Ritorno, ancora una volta sul problema dell’utilizzo dei fitofarmaci nelle adiacenze delle abitazioni.

Il Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, DM 22 gennaio 2014 (ora in fase di revisione), è molto stringente riguardo alla immissione in commercio, alle modalità di vendita e di stoccaggio dei  fitofarmaci, ai residui sugli alimenti, al divieto di trattamenti durante la fioritura per non causare danni alle api, ma dice poco o niente sulla esecuzione dei trattamenti.

Sono esplicitamente vietati solo i trattamenti in prossimità dei pozzi. Per i trattamenti in prossimità di abitazioni e giardini, nulla si dice, lasciando ai  regolamenti comunali di definire la materia con indicazioni chiare e contingenti.

Orbene, sono anni che il sottoscritto chiede che si arrivi alla regolamentazione sull’utilizzo dei fitofarmaci nei pressi delle abitazioni.
Speravo, che con la nuova amministrazione, si potesse finalmente arrivare ad una puntuale regolamentazione in ambito comunale.
Già a metà del 2020 “compulsavo” il nuovo Assessore all’agricoltura perché si provvedesse a “mettere in cantiere” il regolamento; tra l’altro, mi fu chiesto di proporre una bozza/ipotesi; cosa prontamente (e inutilmente) fatta.

A marzo del 2021, in commissione Agricoltura, viene presentata una bozza di regolamento sui fitofarmaci e il 26 marzo del 2021 vengo invitato ad una videoconferenza a cui partecipavano alcuni consiglieri comunali, agronomi, imprenditori agricoli, cittadini (io!), l’Assessore, il Pres. di Commissione e una consulente del Crsfa Basile Caramia di Locorotondo, incaricata della predisposizione del regolamento; assente – presenza quanto meno utile ed opportuna - il Dipartimento di Prevenzione e Medicina ambientale dell’ASL (SISP e SPESAL).

Un “pasticciato” e disorganico regolamento che, invece di allargare le ipotesi del PAN in tema di trattamenti fitosanitari nelle aree urbane, agricole ed extra-agricole adiacenti alle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili o adiacenti alle abitazioni, altro non era che la inutile riproposizione delle indicazioni già previste dal P.A.N. (che gli agricoltori ben conoscono), che non teneva conto dell’esistenza di “tendoni” adiacenti alle abitazioni, che non prevedeva divieti e sanzioni.

Anzi si tentava quasi di giustificare l’esistenza dei tendoni adiacenti alle abitazioni “ipotizzando” nella costruzione del regolamento, le aree periurbane, tali quelle aree dove l’agricoltura viene "condizionata dall’ambiente urbano che si sviluppa all’intorno e tende ad espandersi, minacciando le stesse attività agricole"...
In definitiva si tenta di giustificare la presenza delle attività agricole vicino alle abitazioni e come siano queste (abitazioni) a modificare il territorio insinuandosi e "impoverendo" l'attività agricola!  

Sempre nell’asserito (ma non reale!) bilanciamento di interessi, in definitiva si dà voce ad una teoria sempre presente negli agricoltori: "... sono le vostre abitazioni che danno fastidio, perchè noi, con i nostri tendoni eravamo presenti prima delle vostre abitazioni" (...per nulla vero!).  
Se, per un verso, è vero che il tessuto urbano si "allarga" verso le campagne è altrettanto vero che tali aree di espansione sono nient’altro che quelle già previste dal  PRG 2005, che ha ben definito l'ambito urbano e che si è in presenza di abitazioni che storicamente erano presenti sul territorio ben prima dell'impianto di una invasiva agricoltura intensiva.  

Si dimentica altresì che a Rutigliano, a differenza di altre realtà, non c'è uno spostamento degli abitanti verso la campagna ma si osserva, al contrario, una marcata inurbazione con, per di più, la presenza in paese di depositi di attrezzature, trattori e materiale vario, anche pericoloso.

In questa bozza di regolamento, si assiste ad una sorta di “spacchettamento”, che crea confusione e difficoltà di attuazione, di misure minime (con un esasperato elenco di principi attivi!) per i trattamenti fitosanitari da prevedere nelle varie aree. Ed ecco quindi, che si ripresenta la suddivisione tra aree agricole, extra agricole, periurbane e urbane con una congerie di indicazioni e specificazioni di difficile gestione, anche da un attuario o da un ragioniere!

Mentre per le aree agricole le indicazioni e prescrizioni sono quelle previste, e ritengo ben conosciute, dal PAN, vanno, al contrario, solo puntualizzate le misure minime nell’utilizzo dei fitofarmaci nel centro urbano del paese e nei pressi delle abitazioni. In definitiva, andrebbero “regolamentate”, in maniera univoca, le pratiche agricole e l’utilizzo di fitofarmaci in quei pochi e residuali terreni agricoli ancora presenti nel centro urbano e/o adiacenti e/o confinanti con le zone abitate, con le zone sensibili/vulnerabili e con le abitazioni.

In questa bozza di regolamento si prevede che per i nuovi impianti e reimpianti di colture arboree o erbacee confinanti con aree urbane, aree ad elevata protezione e aree di tutela assoluta (...ANCORA UNA VOLTA VENGONO LASCIATE FUORI DALLA REGOLAMENTAZIONE LE ABITAZIONI ADIACENTI A TERRENI TRATTATI), è fatto obbligo di lasciare una fascia non coltivata di almeno 5 metri dal sito da tutelare con relativa barriera vegetale o artificiale.

Senza entrare nell’analisi del “fantomatico” regolamento (analisi che mi riservo di effettuare puntualmente una volta emanato), rilevo che in mancanza di un regolamento  - FERMO DA TEMPO CON LE 4 FRECCE - e di regole chiare, ogni agricoltore può pensare e ritenere di poter fare come più gli aggrada.

Ed infatti ecco che in mancanza di regole, un vicino agricoltore pensa che, nel rifare l’impianto di uva da tavola, sia concepibile ed accettabile (...per lui!) addossare il tendone e la parte aerea delle piante, a meno di 20 cm., dal confine di una abitazione esistente (… da centinaia di anni!). In questa situazione, trattando con i fitofarmaci e passando con la botte irroratrice sarò “irrorato” abbondantemente!

… E l’Amministrazione comunale, in persona dell’assessore all’agricoltura, che – con il Sindaco è responsabile dell’igiene e sanità del proprio comune – a cui chiedo di intervenire per definire la vicenda, nel darmi ragione, mi rinvia al comando dei Vigili Urbani, che in mancanza di un regolamento dichiara l’impossibilità ad intervenire!
Punto a capo!

 

 

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