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Letteratur@, l’odierno conflitto tra web e cartaceo

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parco

 di Michele Pesce

Com’è cambiato il web in questi ultimi anni, cosa ha portato gli utenti a sentirsi sempre più fruitori ed attori della rete? Queste e molte altre domande hanno caratterizzato la presentazione del libro “La letteratur@ ai tempi di Facebook” in compagnia dell’autore Trifone Gargano, professore presso il liceo “Don Milani” di Acquaviva delle Fonti, organizzata nella cornice del nuovo Parco urbano di via Aldo Moro. L’evento, che ha attratto una trentina di attenti ascoltatori, è stato organizzato dalla Libreria Odusia, una realtà di Rutigliano particolarmente sensibile alle tematiche legate all’attualità ed alla vita stessa della sua comunità.

Il libro, edito da Progedit, “offre suggerimenti e indicazioni per l'utilizzo di Internet, dei social network e dei videogiochi nei processi di insegnamento/apprendimento della lingua e della letteratura”. Argomento saliente è anche l’eterna dicotomia carta - digitale, come dichiara il professor Gargano nel corso dell’incontro: «L'editoria della carta stampata – in particolare la Mondadori – ha provato a rincorrere l'uso del touch screen inventando dei libri simili a delle agendine, ma leggibili in verticale; però questa trovata editoriale, a quanto pare, non è stata molto fruttuosa. Perché la lettura cartacea deve conservare la propria peculiarità analogica, che è altra rispetto al digitale».parco 1

Internet ed i social network hanno portato chiunque si considerasse prima un “lettore passivo” a porsi sempre più domande, ridefinendo così non solo il linguaggio (sempre più breve e veloce) ma anche la capacità di sintesi ed analisi della realtà. Leggere significa sempre di più, ormai, partecipare in maniera attiva alla costruzione di un dibattito e divenire parte di un’informazione liquida ed orizzontale, annullando qualsiasi struttura gerarchica tipica del web 1.0. Anche se, osservando quanto accadeva nel passato, non è che si tratti di una clamorosa novità: «La produzione ipertestuale e partecipata del sapere - evidenzia l’autore - non è nulla di nuovo, perché ricalca quanto accadeva già nella tradizione dei codici antichi, dove più amanuensi scrivevano interpretazioni a margine della pagina, rendendo il foglio un vero ipertesto. Così è anche per il Talmud, per l'opera omerica, etc...».

Non solo “cittadinanza attiva” e democrazia del sapere, Internet è anche, e soprattutto, velocità. La rete è, infatti, un mare magnum di informazioni che viaggiano in tempo reale, accessibili da chiunque ed in ogni parte del mondo, quasi fosse una forma di vita reale in costante evoluzione e movimento (basti pensare alla teoria alla base di “Matrix” dei fratelli Wachowski): «Lo scrittore argentino Borges, che faceva il libraio a Buenos Aires - prosegue il professor Gargano - nel suo libro “Il libro di sabbia” racconta la storia di un mercante di libri che gli ha venduto un libro della Bibbia diverso dai soliti: un libro che, aprendolo in momenti diversi alla stessa pagina, cambia figura e testo, rimescolando il sapere. Così ha anticipato il reticolo del sapere di internet, dove ogni giorno si rimescolano le risorse, e alcuni siti spariscono per essere rimpiazzati da altri». Un’arma a doppio taglio o un ampio ventaglio di nuove possibilità?
Tornando ai giorni nostri, verrebbe da pensare a Margaret Sullivan, public editor del New York Times, che più volte si è chiesta, a proposito della rete, dei giornalisti e, più semplicemente, dei ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro: “I giovani sono spacciati e stanno entrando in una professione che precipita e non è in grado di offrir loro di che vivere? O sono fortunati di trovarsi in un mondo che ribolle di nuove opportunità?”.

Una certezza rimane l’assenza di fisicità della rete e dell’attività di ricerca manuale, un venire meno (molto poco poetico) di gran parte dei sensi, come emerge anche dalle parole dello stesso Gargano: «Bill Gates con la sua enciclopedia multimediale gratuita Encarta, ha fatto fallire l'enciclopedia britannica. Quello che sta sparendo è la necessità di viaggiare fisicamente di biblioteca in biblioteca per reperire dei testi: ora è possibile rinvenirli su google books, gratuitamente. Perché è il sapere a venire verso di te, a essere disponibile universalmente». Questo, però, non deve portarci a non considerare i computer, i motori di ricerca, i videogiochi ed i social network come un valido ausilio all’attività dell’insegnamento: «La didattica può superare molti scogli espositivi in classe, utilizzando il pensiero materiale fornito dai giochi della rete, come “Wordle”, che aiuta a individuare le parole chiave delle poesie o dei testi; per non parlare del gioco in cui gli utenti si scelgono un ruolo e la rete individua gli altri personaggi e la trama selezionando le informazioni personali degli stessi utenti. Quest'ultimo faciliterebbe la spiegazione delle trentuno funzioni della fiaba, teorizzate dal linguista russo Wladimir Propp».

Come per ogni cosa della vita, quindi, è impossibile parlare di bianco o nero: Internet non è da meno. Se da una parte abbiamo tra le mani uno strumento di così grande potere, dall’altra dobbiamo essere consapevoli e non passivi nell’utilizzo, non lasciando che il computer più importante, il nostro cervello,  si privi totalmente del piacere di imparare dallo scritto cartaceo o, meglio ancora, dagli scambi linguistici interpersonali che sono alla base della vita stessa di piccole e grandi comunità.
Un ringraziamento particolare, va al dr. Gaetano Vavalle, scrupoloso osservatore e profondo indagatore dei molteplici aspetti che caratterizzano l’universo della comunicazione, il cui apporto si è rivelato prezioso e significativo.

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