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Festa della
Liberazione


Proiezione del cortometraggio

"Notte di Marzo" sui fatti
di via Rasella a Roma nel 1944
e della videointervista ad una
partigiana di Rutigliano arrestata
nel 1944 dai nazifascisti insieme
a suo fratello

Museo Civico Archeologico
Rutigliano
25 Aprile 2024 ore 19:30

 

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Una «Serata di Capodanno» nella Rutigliano bene di fine Ottocento

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ballo-fine-anno-1800

 

di Vito Castiglione Minischetti

In questo “tempo senza tempo” alla ricerca di una speranza, di una via d’uscita, provo ad immaginare come poteva essere l’atmosfera a Rutigliano, la sera del 31 dicembre del 1898 in cui si svolse la festa di Capodanno che ci viene raccontata in una breve cronaca pubblicata nel settimanale L’uovo di Colombo1.

Ignoriamo, purtroppo, il luogo dove si tenne esattamente il ricevimento, ma sappiamo che il Comune nel quale prestava l’opera di segretario comunale il sig. Gaetano De Leo, figura di spicco della serata, si era sistemato già da qualche decennio nel Palazzo ex monastero di San Domenico.

La serata doveva essere piuttosto fredda e piovosa; le vie del paese in cui si respirava un’aria alquanto sinistra erano ancora illuminate da qualche rara lampada a petrolio (la prima città della Puglia ad essere illuminata dall’energia elettrica fu Trani nel 1893). Ma, c’era tutta la gioiosità di recarsi, in berlina o in calesse, a un party, alla festa dell’anno tanto attesa.

La sera di Capodanno, infatti, l’egregio segretario don Gaetano De Leo, che con tanto zelo ed interessamento sovrintendeva al buon funzionamento del Comune di Rutigliano, invitò la parte più eletta della cittadinanza ad un trattenimento festoso. L’eccelsa comitiva di signore eleganti, di fanciulle sorridenti e di gentiluomini impettiti si ritrovò nell’ospitale casa del Segretario comunale − perfetto gentiluomo e signore nel senso vero, autentico ‒, dove il mite sorriso malioso di donna Annina De Leo accolse la nostra migliore società rutiglianese. Un’ampia sala della casa concedeva sufficientemente spazio per ogni tipo di ballo di coppia come il valzer, la mazurka, la polka e la polonaise, o in ballo-fine-anno-1800-1gruppo come la contradanza e la quadriglia, all’ombra dell’albero di Natale carico di graziosi doni che toccarono tutti i presenti. Una serata divertentissima, accompagnata da ottima musica, per principiare l’anno. Né potevano mancare i goldoniani e accattivanti pettegolezzi («Oh quanti pettegolezzi!»), curiosi e piccanti, delle donne in abito da sera con il viso in parte celato dal ventaglio, suscitati anche dall’aristocratica presenza della gentildonna Mocenni-Antonelli2 ... Si ballò a lungo, animatamente, con molto slancio finché non fu aperta la sala del buffet: i rinfreschi e i dolci a profusione, squisitissimi, furono serviti dal sig. Giuseppe Orlando di Rutigliano3 , quindi, allo scoccare della mezzanotte non poté mancare l’allegro brindisi con i cotillon e il miglior champagne per augurarsi l’arrivo di un memorabile 1899, ultimo anno del secolo XIX! E poi si tornò ancora a ballare con non minore slancio ed animazione, fino a tardissima ora della notte. Così, la strepitosa festa di Capodanno in casa De Leo aveva degnamente inaugurato la stagione invernale della mondana, elegante e raffinata Rutigliano. Fu il primo di una serie di ricevimenti che indubbiamente contribuirono a rendere meno noiosa la vita cittadina di quei mesi dell’anno pieni di bruma.


L’articoletto qui di seguito ci offre, in verità, un interessante ritratto sociologico della “migliore” società rutiglianese della fine dell’Ottocento, attraverso un momento di divertimento, di eleganza e di bon ton, con le sensazioni e gli umori che gravitavano attorno alle feste da ballo nei salotti dei palazzi nobiliari di Rutigliano: «non foss’altro per cacciare una volta ogni tanto questa noia greve e brontolona che pesa sul nostro paese».

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« Rutigliano (3-1-[1899]) ― Serata di Capodanno ― (n.f.)
L’altra sera si festeggiò l’anno nuovo in casa del nostro egregio segretario comunale sig. Gaetano de Leo.
In gran numero si convenne da molte signore, signorine, gentiluomini e giovanotti del paese, per salutare insieme il nuovo anno, e per dimostrare la stima che essi hanno, tutti, indistintamente, verso il de Leo e la sua gentile signora Annina.
Il brio più bello regnò sino a tarda notte ‒ e si ballò, altro che si ballò! animatamente, fervidamente, accompagnati da ottima musica diretta da quel bravo e brillante mandolinista che è il nostro piccolo Totonno Orlando.
Le signorine eleganti e gli eleganti garçons, instancabili, dettero prove di grande resistenza e di ottima maestria nella esecuzione dei nuovi balli che son venuti di moda, cacciando nei ferrivecchi dell’antico, che peccato! L’irresistibile slancio del waltzer e la voluttuosa mazurka...
La riunione ed i divertimenti si protrassero sino a tardissima notte.
La signora Annina ed il compitissimo don Gaetano fecero gli onori di casa in modo veramente impareggiabile, lasciando in tutti gl’intervenuti e ‒ se vogliamo ‒ anche in quelli che non potettero intervenire per ragioni superiori, il vivo, l’unico e più grande e sentito desiderio che di tali feste organizzate e riuscite così bene ed inappuntabili, potessimo goderne qualche altra ancora, poiché ci troviamo in piena stagione; non foss’altro per cacciare una volta ogni tanto questa noia greve e brontolona che pesa sul nostro paese, ove un tempo convenivano signore e gentiluomini da tutta la provincia a feste strepitose.
Durante i balli furono servite delle paste squisite e dei finissimi rosolii.
È mestieri intanto, prima di finire, che noti tra le intervenute alla festa: la signora Graziella Guarnieri Suglia, moglie del nostro egregio Sindaco4 , la signora Dalena, la signora Maria Settanni, la signora Mocenni-Antonelli, la Campanella-Vavalle, la Pappalepore, la Cicciomessera, la Cillo, l’Antonelli, la Rinardi ed altre; e le signorine Settanni5 , Dalena, Riccardi, Campanella e altre, belle ed eleganti.
Cominciato così bene a Rutigliano l’anno nuovo, non può non durarla sempre ad un modo; e ciò in grazie della cortesia e sentimenti squisiti del signor Gaetano de Leo. »

 

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1 L’uovo di Colombo, Anno II, n. 2, Bari, 8 gennaio 1899. Il giornale nacque nel 1898 per iniziativa dei Laterza & Figli; si pubblicava la Domenica.
2 Si tratta della gentildonna Giustina Mocenni (non della misteriosa «Giovanna dei conti Moscenni» come riportato curiosamente a pag. 230 nel libro di A. Antonelli, L’emblematico cammino di una famiglia in Puglia..., Fasano : Schena, 1989), sorella del ministro della guerra, il generale Stanislao: figli del cavalier Alessandro e della nobile Caterina Landi di Siena. Sposata, in prime nozze (1869), con il famoso fisiologo di Altamura, Giuseppe Oronzo Giannuzzi (1838-1876), morto a Siena in circostanze misteriose l’8 marzo 1876. Giustina Mocenni sposò poi, in seconde nozze, Nicola Maria Antonelli fu Pasquale di Rutigliano (domiciliati al n° 4 di Largo Castello). La Mocenni ebbe due figlie: Emilia e Caterina, dal primo matrimonio, e altri due figli: Pasquale (1888-?) e Alessandro (1890-?), dal secondo matrimonio.
3 I rinfreschi e i dolci furono presumibilmente forniti da Giuseppe Orlando (si noti il cognome del mandolinista menzionato). In quel periodo, la ditta Orlando forniva infatti tutto il necessario anche nelle feste di matrimonio dei notabili rutiglianesi. Famosi erano i vermouth e i liquori per i quali gli fu attribuita la medaglia d’argento nel settembre del 1900 grazie al suo liquore “AZEZIO”; conosciuta era anche la sua crema di cacao alla vainiglia.
Il Cardassi, nella sua “Storia” di Rutigliano, ci ricorda che esisteva già «una fabbrica di rosolii del Sig. Fogliano Domenico che si ebbe il premio nell’Esposizione Mondiale di Vienna nel 1873». Inoltre, nel libro Un antico caffè di provincia : il Caffè Roma di Tino Sorino, si legge, a pag. 16, che un Domenico Fogliano (1776-1832) (avo del precedente) fu il primo caffettiere di Rutigliano (ante 1809).
4 Francesco Suglia (1898-1903).
5 Le signorine Settanni erano quattro ed è per questo che venivano chiamate le “Quattro stagioni”. Fra le loro proprietà, si ricordano il magnifico Palazzo Settanni, oggi diventato un pregevole ed elegante contenitore culturale della città e l’omonima Villa, in via Turi, diventato luogo d’incontri, di formazione e di turismo giovanile.

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