Raccolta rifiuti e benefit per minor smaltimento

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di Antonio Fortunato


Sono stato molto in dubbio se far pubblicare questo mio intervento in periodo di campagna elettorale perché poteva essere travisato o strumentalizzato come un attacco solo all’attuale Amministrazione. Non è così perché, a parer mio, sia la maggioranza che la minoranza non hanno, forse, saputo “leggere” e valutare compiutamente le implicazioni derivanti dal contratto per la raccolta dei rifiuti. Mi sono chiesto quale fosse il motivo per riconoscere da parte del Comune, negli anni 2012 – 2013, alla ditta  Vito Gassi di Carmine Esposito & C s.a.s la significativa somma di circa €.900.000,00 quale  “BENEFIT MINORE SMALTIMENTO”.
 
A metà del 2011 veniva sottoscritto il contratto di appalto del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, spazzamento strade ed altri servizi complementari per un importo complessivo di circa 13.500.000 in 9 anni.
E precisamente:

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Dal contratto, capitolato, disciplinari, piano economico e tavola cartografica allegati (che recentissimamente ho potuto consultare) sappiamo che sono a carico:

della ditta appaltatrice, tra l’altro, la raccolta della frazione secca non recuperabile, della frazione umida, della carta e del cartone, della plastica, dei metalli e del vetro (quest’ultimo tramite le campane), spazzamento, lavaggio delle strade, gestione cestini gettacarte e servizi complementari di igiene urbana; attività di disinfestazione e derattizzazione, la raccolta e trasporto delle carogne degli animali, delle siringhe e degli escrementi animali. I costi per la selezione e/o cernita dei materiali differenziati raccolti sul territorio Comunale sono a carico della Ditta e compensati con i ricavi derivati dalla cessione dei materiali ai Consorzi di Filiera. La ditta dovrà, inoltre, provvedere alla rimozione dei rifiuti abbandonati nel territorio ed in particolare nelle aree degradate utilizzate come scarico abusivo; tale servizio verrà effettuato su segnalazione dell’ufficio comunale competente per complessive 100 ore/anno;

del Comune, i costi del conferimento in discarica dei rifiuti urbani indifferenziati, anche ingombranti non recuperabili, della frazione umida e della frazione verde,
Ulteriori servizi, dovranno essere specificatamente concordati tra le parti (… ma non si sa a quali costi, visto che non sono stati precisati e prefissati  i costi orari del personale – operatori, autisti – degli  autocarri a vasca, di quelli compattatori, con cassone e gru, della spazzatrice, ecc.!) .  
A garanzia degli obblighi contrattuali, la Ditta Gassi costituiva una cauzione definitiva di € 673.346,25, mediante polizza fidejussoria del 31/05/2011 contratta con la compagnia di assicurazioni "City Insurance S.A. Societatea de Asigurare - Reasigurare" - Agenzia di Bucarest (RO) con sede alla Via Lisabona n. 8. (… compagnia assicurativa di cui parleremo in seguito!).

L’obiettivo del Comune di RUTIGLIANO era quello di realizzare una gestione efficace, efficiente ed economica del servizio di igiene urbana dei rifiuti per l’intero territorio comunale.

La priorità che il Comune si era data era quella del raggiungimento di una raccolta differenziata media annua così prevista: ANNO 2010 ( immagino slittata al 2011) RD minima come media per i mesi di affidamento del servizio 25% di raccolta differenziata - ANNO 2011 (immagino slittata al 2012) e seguenti RD minima del servizio 45% di raccolta differenziata.
Impostazione abbastanza corretta, almeno inizialmente. Infatti la letteratura tecnica considera che  laddove è stato introdotto il metodo di raccolta porta a porta si è agevolmente raggiunto e superato, sin dal primo anno,  almeno il 40%, con punte, in realtà particolarmente avanzate, fino a superare la soglia di eccellenza del 70 %( come in effetti è successo anche a Rutigliano!).

Ciò nonostante si è sottostimata la portata e l’efficacia della raccolta porta a porta e ci si è “accontentati” di raggiungere e “mantenere” per 9 anni la percentuale del 45% senza prevedere di raggiungere ulteriori obiettivi  intermedi di maggior percentuale di differenziata, quasi dimenticandosi che la raccolta differenziata  avrebbe dovuto essere in linea con i limiti fissati dal legislatore nazionale e regionale e comunque non inferiore al 65% al 31/12/2013.

Infatti, per contratto, la ditta  deve garantire al Comune, solamente,  un risultato di raccolta differenziata non inferiore al 45% al 31/12/2011 (slittata, immagino, al 31.12.2012), mantenendo tale risultato per ogni anno successivo.
La situazione della raccolta dei rifiuti solidi urbani negli ultimi 5 anni a Rutigliano è la seguente:

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E veniamo ora al benefit riconosciuto alla ditta per  il minor conferimento e smaltimento di indifferenziata  agli impianti di smaltimento (… circa € 900.000. negli ultimi 2 anni). Il dato preso a paragone, per il contratto e per il  riconoscimento del benefit, è quello del 2009 > circa 9.300 di rifiuti solidi urbani di cui circa 8.600 tonnellate di rifiuti indifferenziati.

Nonostante il Comune si fosse dato come priorità il raggiungimento, sin dal primo anno,  di una raccolta differenziata media annua del 45%, nella  “costruzione”  del benefit da riconoscere alla ditta,  si è partiti da 8.000 tonnellate di indifferenziata su 9.300 tonnellate complessive tra differenziata e indifferenziata di rifiuti solidi urbani (pari al 14%!) : impostazione oltremodo criticabile; in definitiva invece di riconoscere ai cittadini il beneficio anche economico della raccolta differenziata, si premia l’appaltatore sin dal supero del miserimmo 14%! .

Ed infatti viene previsto che: “sulla base del quantitativo attualmente smaltito in maniera indifferenziata e fissato in 8.000 tonnellate/anno, per ogni tonnellata in meno consegnata  annualmente  presso gli impianti di trattamento e smaltimento finale, sarà riconosciuto in favore dell’appaltatore un “BENEFIT PER MINORE SMALTIMENTO”.
e. cioè:

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E, quindi, parrebbe, da questa tabella,  che per l’ulteriore frazione che va da 2.999 tonnellate annue alle attuali circa 1.300 tonnellate annue non si dia luogo a riconoscimento di benefit a favore dell’imprenditore.
Se volessimo riportare questi dati in percentuali di differenziata, avremmo che:

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Ma, ancora, se pur è previsto che con la raccolta porta a porta si ha una la riduzione del fenomeno di crescita costante della produzione di rifiuti totale nel tempo e, in taluni casi, la  riduzione del quantitativo totale, non si capisce dove siano finite ben 3.000. tonnellate (da  9.300 tonnellate del 2009 a 6.400 tonnellate del 2013!) pari ad un terzo dei rifiuti del 2009 e 2010.
Per una valutazione del terzo mancante, forse, non si può prescindere dalla tavola cartografica allegata al contratto.
Il territorio comunale, su cui verrebbe effettuato il servizio,  è quello racchiuso in una porzione a zig zag del territorio comunale che lascia fuori dal servizio ( .. e d'altronde non potrebbe essere che così, visto che lo stradario comunale non viene aggiornato da decenni !) porzioni del territorio dove sono presenti contrade, case sparse ed altre abitazioni singole e/o rurali e che potrebbe essere uno dei  motivi, insieme alla ineducazione di alcuni cittadini ed al mancato censimento di locali, localini e depositi  anche adibiti ad abitazione o a luoghi di aggregazione, dell’abbandono della spazzatura!

In moltissimi comuni italiani, al posto dello “zigzagamento” del territorio, si è indicato, più semplicemente: ” Il servizio è espletato all’interno del perimetro del territorio comunale, costituito dal capoluogo,  dalle frazioni, dai nuclei abitati ed insediamenti sparsi, nonché dalle aree di pertinenza dei centri commerciali e produttivi”; … ma a noi la fantasia e l’approssimazione non manca!

E, poi, sulla carente/mancata raccolta giornaliera della spazzatura abbandonata  nelle strade cittadine e anche nelle aree degradate  bisognerebbe capire se ciò potrebbe essere dovuto ad una scelta “strategica”  dell’appaltatore per non vedersi diminuire la sua “premialità” o a indicazioni del Comune volte a non pagare il maggior conferimento dei rifiuti urbani indifferenziati ( ma si tratterebbe solo del 20% , visto che non riconoscerebbe l’80% di premialità all’appaltatore!)  o anche per non diminuire la percentuale che lo porta ad essere Comune gran riciclone di Puglia!

C’è da chiedersi, poi, se non si sia sottovalutato il valore del materiale riciclabile indicato, nel piano economico e finanziario, in €.100.000. Nel 2013 la ditta ha portato alle società di recupero circa 545 tonnellate di plastica (indicativamente a circa 246€ a tonnellata), circa 285 tonnellate di vetro (a circa 38€ a tonnellata) e 760 tonnellate di carta e cartone(a circa 93€ a tonnellata), senza considerare altri materiali recuperabili  (ferro, legno, ecc.)  il cui valore totale potrebbe essere  pari a  circa €. 215.000,00; dato solo indicativo  che non tiene, però,  conto dei costi a carico della ditta per la selezione e/o cernita e degli eventuali scarti di materiale.

E, per finire, è Interessante prendere atto, che a garanzia degli obblighi contrattuali, la Ditta Gassi ha costituito, cauzione definitiva di € 673.346,25 (seicentosettantremilatrecentoquarantasei/25), mediante polizza fidejussoria n. 000000020539 del 31/05/2011 contratta con la compagnia di assicurazioni "City Insurance S.A. Societatea de Asigurare - Reasigurare" - Agenzia di Bucarest (RO) con sede alla Via Lisabona n. 8.

E’ bene sapere che l’Isvap con provvedimento n.2988 del 2 luglio 2012  aveva disposto  “ai sensi dell’articolo 193, comma 4 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, nei confronti di Societatea De Asigurare Reasigurare City Insurance S.A. con Sede In Romania, Bucarest il diveto di stipulare nuovi contratti nel territorio della repubblica italiana”.

L’Isvap, Istituto di Vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, ha ritenuto  che:  la sede di Bucarest è fittizia e fa capo a una governance insediata stabilmente in Italia; “ingenti somme di denaro provenienti dall’acquisizione dei premi risultano versate a imprese e persone italiane contigue e/o riferibili ai membri della suddetta governance italiana per non meglio precisate prestazioni di consulenza”; c’è stato il mancato versamento all’Erario delle imposte sui premi stessi; i sinistri relativi al 2010 e al 2011 non sono stati  pagati, ecc.

Le risultanze degli accertamenti ispettivi hanno permesso di riscontrare criticità operativa tale da far ritenere non sana e prudente la gestione aziendale, almeno in Italia, di “City Insurance” dato che la suddetta “è in grado di disporre di risorse finanziarie poco coerenti con l’attività tipica di un’impresa assicurativa tanto che è emerso che la City Insurance, non disponendo mai dell’integrale liquidità riveniente dalle polizze emesse, ha un’elevata esposizione creditoria verso i propri intermediari con conseguente grave rischio di insolvenza”.

Di conseguenza, mi permetto di suggerire che sarebbe necessario ed opportuno per il Comune richiedere alla ditta Gassi la sostituzione di questa polizza fideiussoria con altra di impresa autorizzata, mentre l’imprenditore, ai sensi dell’art. 167 del decreto legislativo 7/9/2005, potrebbe far valere la nullità del contratto e richiedere la restituzione dei premi pagati.


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