Lama San Giorgio ha una origine e una fine. Comincia a Monte Sannace (Gioia del Colle) e finisce a mare, nella baia di San Giorgio (Bari). C’è un filo conduttore che unisce le due estremità, è il patrimonio naturale, paesaggistico, archeologico, storico-etnografico che vi è compreso e che va tutelato nella sua interezza, perché è la lama per intero che sta per diventare parco naturale.
In tutto il suo percorso la lama è minacciata dallo scarico dei reflui di fogna, uno dei quattro depuratori interessati, come è noto, vi sta già sversando le sue acque a cielo aperto. Sono depurate queste acque? Se per depurazione intendiamo che passano attraverso un depuratore sì, sono depurate. Se, invece, per depurate intendiamo un refluo legale, che abbia ogni giorno tutti i requisiti di un’acqua che può essere scaricata direttamente sul suolo, requisiti imposti dalla normativa ambientale, allora no, quelle acque non sono depurate. E’ da questo, elementare, dato che bisogna partire quando si parla di lama San Giorgio, del suo essere recapito finale dello scolo di fogna e parco naturale allo stesso tempo.
Io penso che tutti siamo ambientalisti, nel senso che tutti abbiamo a cuore la tutela tout court della lama in questione, finanche chi ha -molto discutibilmente- scelto di farne un torrente di fogna dall’alto del suo potere amministrativo. Ma non si può non vedere lo scempio, l’incompatibilità del parco naturale con lo scorrere della fogna; perché di questo si tratta. Solo chi rimuove questa realtà -per tifoseria acefala di chi amministra la regione- non vede l’assurdità, il contrasto tra fogna grossolanamente depurata e parco.
C’è chi si accontenta delle rassicurazioni date dai responsabili tecnici e politici della regione circa la “bontà” di quelle acque per la lama, chi acriticamente dà credito alla favola della “rinaturalizzazione”, mentre -nei fatti- nella lama si sta sversando acqua carica di schiuma e tensioattivi (300% in più rispetto ai limiti di legge), con 33 mg di BOD 5 a fronte di un limite di 20, con solidi sospesi oltre il 50% sopra il limite (58 mg/l anziché 25), con un azoto totale di 31,2 mg/l a fronte di un limite massimo di 15. Vorrei vedere Fabiano Amati, Nichi Vendola o Ivo Monteforte a “rinaturalizzare” il loro giardino di casa con quell’acqua.
Questi sono i dati venuti fuori dalle analisi fatte su campioni dell’acqua reflua di Sammichele, analisi effettuate da un laboratorio accreditato di Gioia del Colle, l’Euro Quality Lab. Chissà quante volte la famosa “tabella 4”, a cui devono scrupolosamente attenersi quelle acque, viene sforata durante una settimana o in un solo giorno. Chissà cosa succede quando piove, visto che è la stessa “Pura”, società dell’AQP che gestisce la depurazione in Puglia, ad ammettere che nei giorni di pioggia i depuratori sono “interessati da un notevole incremento della portata affluente” e che “tali afflussi di acque meteoriche non sono compatibili con il processo depurativo di acque reflue urbane”.
Questo è, dunque, quello che sta succedendo nella lama. Chi ha scelto la lama come recapito finale delle acque di fogna “depurate” in una situazione del genere, con tutti i problemi risaputi e denunciati dallo stesso AQP, ha scelto deliberatamente di inquinarla. Da una situazione del genere lama San Giorgio va salvaguardata tutta. Il fatto che il refluo possa essere portato fuori lama solo nel tratto di Rutigliano può far piacere a chi ha una visione corta del problema, può far piacere solo a chi ha interesse non tanto per le sorti ambientali della lama, quanto per il proprio, stretto, orticello molto poco botanico.
Si propone di portare il tubo di Casamassima -fermo a qualche centinaia di metri dal vallone Guidotti- a valle dell’Annunziata (non si capisce bene dove), di affinare le acque reflue di Casamassima per un loro uso irriguo. In sostanza si propone una soluzione che tuteli la lama di Rutigliano solo da 40 l/s di acque di fogna senza considerare che da monte potrebbero arrivare all’Annunziata gli altri 260 l/s dei depuratori di Putignano, Gioia del Colle e Sammichele, arrivo facilitato dalla savanella che il Consorzio di Bonifica vorrebbe costruire alla base dell’impluvio. La regione, poi, dovrebbe fare un impianto di affinamento a Rutigliano solo per lo scolo di Casamassima, tenendo fuori dal recupero il grosso delle acque reflue.
L’assessore regionale Amati sembra aver colto questa proposta fino al punto di aver pubblicamente ringraziato chi lo ha illuminato in tal senso. Quel progetto allora non è intangibile, può essere rivisto, si può andare fuori lama! Oltre all’opposizione di centrosinistra di Rutigliano c’è qualcun altro che abbia chance di ascolto presso Amati?
I cittadini di Sammichele e Casamassima chiedano a Fabiano Amati di essere ascoltati, nella istanza di tutele del loro territorio, allo stesso modo e con la stessa considerazione dall’assessore regionale dimostrata nei confronti dei consiglieri di opposizione, di centrosinistra, di Rutigliano. Se è necessario tesserarsi al PD o a SEL per portare la fogna fuori lama anche a Gioia, Sammichele, Casamassima, Noicattaro, Triggiano e San Giorgio, non ci sono problemi: da domani i comitati organizzano campagne “bulgare” di tesseramento.
Gianni Nicastro
portavoce comitato cittadino
"Salviamo Lama San Giorgio-vallone Guidotti"
Rutigliano