MORTA "MAMMA CORAGGIO", DI ORIGINI RUTIGLIANESI





























Scorreva sangue rutiglianese nelle vene di “Mamma coraggio”, Angela Montagna (sposata con Luigi Casella, proprietario di  una concessionaria Citroen, la ‘Casella srl’, madre di due figli, Carlo e Cesare e nonna di quattro nipoti), morta la sera del 9 dicembre a Pavia, all’età di 65 anni, dopo una lunga malattia.

Figlia di Anna Fiume, che per amore lasciò il suo paese, Rutigliano, sposandosi  a Pavia, Angela crebbe con l’idea di un Sud operoso e rispettoso della legge, fondandosi sulla realtà percepita attraverso i parenti rutiglianesi. Essi, dedicandosi ad attività artigianali tipiche del territorio -lo zio Stefano, ad esempio, era un figulo abile nella lavorazione dell’argilla- avevano costruito una solida famiglia, che, quando poteva, veniva a salutare, ben inserita in un territorio agricolo prospero e teso al progresso, nel rispetto dei valori.

Da grande, invece, Angela dovette fare i conti con un Sud diverso e spietato, che distrusse per più di due anni (1988/1990) la felicità della sua famiglia, quando il figlio Cesare, appena ventenne, fu sequestrato dalla “ndrangheta” a Pavia. E allora venne fuori tutta quanta la sua indomita tempra di donna, che avendo le sue radici nel Sud, ritornava nel Sud per liberare, con ogni mezzo possibile il suo figliolo. Diverse le richieste di riscatto, numerosi gli appelli.

Angela diventa “mamma coraggio” al punto che si incatena nelle piazze dell’Aspromonte gridando “Mio figlio vive così da mesi”. La liberazione di Cesare avvenne il 30 gennaio 1990, dopo  743 giorni di prigionia e il riscatto pagato fu di circa un miliardo e mezzo di lire. Un esempio per tutti di madre e cittadina forte e coraggiosa  ed una storia che l’Italia non ha mai dimenticato. I suoi funerali si sono svolti il 12 dicembre scorso nella chiesa della Sacra Famiglia a Pavia.

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