Armani e la sperimentazione-produzione di cotone a Rutigliano presso il CREA

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Ieri la notizia era su tutti i giornali, non solo cartacei. Il famoso marchio della moda italiana, Armani appunto, sta sperimentando la produzione di cotone proprio sul nostro territorio, nei campi del CREA, il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente, azienda sperimentale “M.E. Venezian Scarascia”, che si trova nella campagna a ridosso del PIP di via Conversano e della lama Giotta.

armani-cotone-crea-1L’interessante sperimentazione riguarda l’agricoltura rigenerativa volta a migliorare le condizioni del suolo, a preservarne la resilienza ed è partita la settimana scorsa con la semina del cotone su circa novemila metri quadri, tra i filari di alberi di pesco, sempre nelle aree agricole del CREA. Un progetto finanziato dalla Armani che porterà, tra una anno, alla coltivazione della “bambagia” su cinque ettari, all’interno del centro di ricerca.

Che qualcuno abbia intenzione di produrre cotone in un territorio dominato dalla coltivazione intensiva dell’uva da tavola è un fatto a cui non avrebbe creduto nessuno fino all’altro ieri. Fatto, tra l’altro, straordinario non solo per quelli che potrebbero essere gli scenari futuri dell’agricoltura a Rutigliano, è straordinario e interessante per il richiamo storico, per il rimando a un passato secolare in cui una delle produzioni agricole più importanti di questo territotio era proprio quella del cotone.
A Rutigliano, anticamente, si produceva cotone, la bambagia, produzione estinta nel tempo non si sa bene per quale motivo. Il cotone a Rutigliano non è, quindi, un fatto nuovo, è un ritorno alle origini.

Sarebbe interessante capire perché Armani abbia scelto Rutigliano e il suo territorio per sperimentare e produrre il cotone; se si tratterà di agricoltura convenzionale o biologica; di agricoltura attenta alla sostenibilità ambientale.

 

 

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