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L’Azetium cade a Castellana, addio play off

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di Michele Pesce

Si chiude con una sconfitta senza storia il campionato 2014/2015 dell’Azetium Rutigliano Calcio a 5.
Nella gara valevole per l’accesso alla fase finale dei play off del campionato di serie C2 girone B, giocata sabato nella cornice del tensostatico di Castellana Grotte davanti a circa 150 spettatori, i ragazzi di Mister Belviso sono crollati sotto i colpi di una Effegi apparsa in splendida forma e desiderosa di ben figurare davanti al proprio pubblico. Troppo grande il divario fisico e tecnico tra le due formazioni, con un 6-1 finale per nulla bugiardo a giudicare da quello che si è visto in campo per tutta l’ora di gioco.

I padroni di casa non hanno mai sofferto, colpendo soprattutto con azioni di rimessa ma al tempo stesso mantenendo quasi sempre il pallino del gioco, eccezion fatta per i primi minuti inziali quando la partita, forse, avrebbe potuto prendere una piega diversa.
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E infatti, se all’8’ di gioco l’attaccante rossoblu Difino anziché spedire il pallone alto sopra la traversa avesse messo dentro il rigore dello 0-1, probabilmente ora saremmo qui a raccontare un risultato diverso e a celebrare l’approdo degli azetini alla fase finale dei play off contro il Real Adelfia.

Invece, come spesso capitato in questa stagione, una volta subito uno shock a freddo, l’Azetium si è disunita, non riuscendo più a trovare la via del gol, se non nei minuti finali.
Dopo l’errore dal dischetto, è stato un monologo nerazzurro, con Pompilio autentico mattatore dell’incontro con tre reti, due nella prima frazione (uno all’11’ e uno al 13’) e l’ultimo a dieci minuti dal termine della gara.

Azetium incapace di reagire e dopo un quarto d’ora di gioco già sotto 3-0: contropiede micidiale di Posa, che involatosi indisturbato, con una serie di dribbling mette a sedere due difensori e batte Defilippis con un diagonale che va ad insaccarsi nell’angolino basso alla sua sinistra.
Rossoblu in bambola e con gli uomini chiave spenti e fuori condizione, soprattutto lì davanti con un Lovecchio irriconoscibile e lontano parente dello splendido attaccante ammirato solo qualche mese fa.
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Dall’altra parte, Pompilio e Lacatena duettano a meraviglia, ed è proprio Lacatena al pronti via della seconda frazione di gioco ad infilare per la quarta volta un incolpevole Defilippis: punizione dal limite di Posa che finta il tiro e serve un assist per il numero 11 nerazzurro, che ben appostato sul palo alla destra del portiere azetino deve solo appoggiare il pallone in rete.

Passano due minuti e l’Effegi cala la manita grazie a un altro contropiede letale a due tocchi: stavolta è Lacatena a vestire i panni dell’assist-man per Montanaro, che da due passi mette per la quinta volta la sfera alle spalle di Defilippis.
Partita nervosa e condita da decisioni arbitrali piuttosto dubbie: dopo un parapiglia nel primo tempo con protagonisti Pompilio e Ferretti, al 34’ Rizzi, dopo un intervento quasi inesistente a centrocampo, becca il secondo giallo nel giro di due minuti e viene inopinatamente espulso, abbandonando il rettangolo di gioco tra le polemiche. Al termine dell’incontro saranno tre in tutto i cartellini rossi, per una partita che non verrà di certo ricordata per il fair play in campo.

Al 45’ fa il suo ingresso in campo, dopo quattro mesi di assenza, l’azetino Ignazio Simone, abile sin da subito a disimpegnarsi fra le linee e a trovare, due minuti dopo il 6-0 di Pompilio, il gol della bandiera al 52’: azione manovrata da sinistra del neo entrato Giannuzzi e assist al bacio per il numero 10 che di piatto batte l’estremo difensore nerazzurro L’abbate.
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Facce scure in casa rossoblu nel dopogara. Laconico il commento di Mister Belviso: «Abbiamo nettamente meritato di perdere. Per giocare questo tipo di partite da dentro o fuori servono gli attributi, altrimenti è inutile anche scendere in campo. Già giovedì scorso dopo l’allenamento, avevo avuto sensazioni negative».

Ci va giù pesante anche il Presidente Nicola Romagno, che prima di lasciare Castellana ha tenuto per più di un quarto d’ora a rapporto tutta la squadra: «Non si può perdere la testa cosi dopo dieci minuti di gioco, c’è modo e modo di perdere. Non mi riferisco ai singoli, oggi abbiamo perso tutti come collettivo. I nostri avversari si sono presentati in 6, con un solo cambio a disposizione. Noi in 12 abbiamo prodotto il nulla». La panchina di Roberto Belviso, comunque, non sembra in pericolo: «Il lavoro del mister non si discute. E’ sbagliato cercare alibi dopo una sconfitta del genere. Ognuno deve imparare a prendersi le proprie responsabilità».

Una débâcle inaspettata, quanto meno nelle proporzioni, anche per il Ds Moccia, che fatica a trovare una spiegazione: «Non credo sia un problema fisico o di tenuta atletica, piuttosto penso siano mancati concentrazione e stimoli. Lo dimostra il fatto che l’unico gol lo ha segnato Simone che non vedeva il campo da quattro mesi».

Di sicuro, una eliminazione che dovrà far riflettere: se è vero che in campo ci vanno i giocatori, abbastanza incomprensibile ci è parsa la scelta di Belviso di schierare dall’inizio un Lovecchio palesemente fuori condizione, così come piuttosto tardivi sono risultati gli inserimenti di Lamorgese, Giannuzzi e dello stesso Simone.

Crediamo che la società debba ora fare quadrato e continuare il percorso di rinnovamento cominciato ad inizio stagione, ma per farlo serve massima serenità e soprattutto unità di intenti; condizioni che al momento, onestamente, non sembrano esserci.



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